"Ma che accidenti è successo? Siamo per caso due bestie feroci, Lant ed io?"
Noam ricordava Mòrask transennata e invasa dalla polizia, ricordava quell'atmosfera blindata che aleggiava in piazza Vittoria ad ogni Festa della Repubblica, ma lo spettacolo cupo che si spalancava davanti ai suoi occhi andava oltre ogni peggiore immaginazione. C'erano in giro più truppe antisommossa che abitanti!
"Nella visione di chi allestisce la scena, non siete voi le bestie: sono tutti gli altri." commentò Adrian con un sorriso indolente.
"Porca miseria, mi sento in imbarazzo!"
Ma non era solo imbarazzo.
Era qualcosa di più vicino alla vergogna: vergogna di essere la causa dello scempio fatto alla sua città e vergogna nei confronti di chi trattava la sua gente come un branco di criminali, di chi aveva ridotto Mòrask ad una specie di zona di guerra, ovvero vergogna per le stesse persone con cui lavorava, per il lato della barricata da cui aveva scelto di trovarsi, e, in sostanza, per se stesso.
Si immaginò a vent'anni, quando ancora aveva il diritto di indignarsi apertamente, quando era lui a sfidare gli scudi ed i manganelli con uno striscione sollevato, quando disponeva omini di carta per le strade sotto la neve: come si sarebbe posto il Noam di allora di fronte al Noam politico che si presentava lì a fare campagna elettorale, a imbonire coi buoni propositi, a promettere cambiamenti e a chiedere alla gente di accettare, di fatto, i suoi compromessi? Che idea si sarebbe fatto di un uomo che parla a debita distanza, tenuto al sicuro da staccionate e divise? Davvero c'era una possibilità di non perdere ogni credibilità, in quelle condizioni? E i suoi colleghi, il governo, l'amministrazione, la polizia... credevano davvero che questa pagliacciata significasse "sicurezza"? Pensavano di proteggere la sua vita?
"Lo so cosa stai pensando..." disse Adrian strappandolo alla sue rimuginazioni.
"Davvero? Prova."
"Che sono tutte paraculate."
A Noam sfuggì un sorriso.
"Eheh... Già. Il mio dubbio è se dovrei starci o no. Se dovrei..."
"Se dovresti cosa, Noam? Ignorare ogni precauzione, per quanto esagerata sembri, per dimostrate di avere sufficiente arbràsk? Non ne hai bisogno. Sei comunicativo abbastanza da ignorare le barriere emotive, figuriamoci due palizzate..."
Noam si stropicciò la testa e arrossì.
"Wow."
Mòrask sul finire d'ottobre era gelida e grigia: gli alberi avevano già perso quasi tutte le foglie trasformandosi in ampie ragnatele scure che si intrecciavano sui viali, il cielo era costantemente coperto di nuvole gonfie e la pioggia cadeva spesso, lenta e metodica, a cordicelle sottili talvolta quasi impercettibili, ben diversa dagli improvvisi e vertiginosi temporali primaverili. Solo le montagne in lontananza tingevano l'atmosfera di un amabile azzurrino. Ci sarebbe voluta la neve per restituire alla città la sua fatata aura invernale.
A volte Noam si chiedeva se non fosse a causa di quell'assenza di colori che il Dàrbrand abbondasse tanto di persone coi capelli rossi: la natura doveva pur distribuire un po' di luce da qualche parte. Di certo, lui ne sentiva il bisogno, perciò aveva messo in valigia gli abiti più variopinti che aveva: righe, quadretti e maglioni dalle tinte calde. Niente abiti da cerimonia, per parlare in pubblico a Mòrask: e quella sarebbe stata, davvero, la prima volta che avrebbe parlato in pubblico a Mòrask, la prima da quando se ne era andato, la prima in un ruolo che non era quello dell'agitatore. L'altro lato della barricata. Dio. Si sentiva così confuso...
Svuotò lentamente la valigia riponendo le sue cose ad una ad una nell'armadio a muro del piccolo appartamento in cui si erano sistemati. Avevano cambiato di nuovo strategia: niente alberghi, a quel giro, ma un anonimo buco in affitto al terzo piano di uno stabile per i due terzi vuoto, poco distante dal Piazza del Campanile, dove si sarebbe tenuto il comizio l'indomani.

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"Orizzonte"
Ficción GeneralUna città immaginaria di un paese immaginario, in un tempo non definito, ma in realtà non così diversa da una qualunque città europea oggi. Un giovane attivista politico, da poco eletto in parlamento, pieno di carisma e buone intenzioni ma anche di...