10. Desiderio

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SAMANTHA

Sento affondare ai lati del mio viso il morbido materasso del letto di questa camera d'hotel. Intrappolata nelle grinfie del mio demone, fremo dal piacere ogni qualvolta che le sue labbra esplorano nuove zone della mia pelle.

Non riesco a pensare, voglio di più.

Affondo le mani nel suoi capelli tirandoli appena, mentre con le sue Vicktor fa scivolare la mia gonna fino ai piedi rimanendo così sotto il suo sguardo soltanto in intimo. Non riesco ad imbarazzarmi perché il modo in cui i miei occhi vengono catturati dai suoi  mi fanno sentire l'unica donna che desidera.

Inizio esitante a sbottonargli la camicia troppo desiderosa del contatto che proverò nel momento in cui i nostri corpi entreranno in collisione.
Un sorrisetto beffardo nasce sul suo volto.

<vuoi forse farmi cambiare idea?!> dico mentre rivolgo lo sguardo dappertutto ma non lì, dove mi sento cadere.

Prende il mio mento tra le dita e incatena di nuovo i nostri sguardi

< non è certo quello che desidero> dice tornando a torturare il mio collo mordendo e succhiando facendomi così diventare sempre più desiderosa di lui.

<e cosa desideri Asmodeo?>

<mhh... nessuna mi aveva mai chiamato così. E cosa avrei fatto per meritarmelo?> sorrise mentre scendeva baciandomi lungo lo sterno, una mano stringeva forte il mio fianco facendomi provare dolore che veniva però sostituito con un vuoto nello stomaco dal piacere.

<non posso dirtelo, mi spiace>

<vediamo se riesco a farti cambiare idea..>

La mano che prima era impegnata a torturarmi il fianco si diresse lenta verso il punto in cui più bramavo la sua attenzione. Mi accarezza piano da sopra le mutandine iniziando così una tortura a cui non voleva dar fine.

Le sensazioni che provo sono devastanti non riesco ad oppormi anzi allargo le gambe per godere di più del suo tocco, per invogliarlo a darmi di più.

<cosa vuoi ragazzina?>

<voglio di più > confessai mentre un gemito lascava le mie labbra

<mi piace sentirti non trattenerti, fammi ascoltare quanto ti piace>

In un attimo le sue dita scaltre spostarono il sottile strato di tessuto che per me era ormai diventato un ostacolo che non vedevo l'ora che Vicktor distruggesse. Quando le sue dita fredde entrare in contatto con la zona più sensibile del mio corpo una scarica di piacere percorse la mia schiena

Sorrise soddisfatto e piano prese a massaggiarmi il clitoride facendomi sentire come se fossi in caduta libera, non voleva che io arrivassi al limiti, si stava divertendo a torturarmi questo diavolo dagli occhi scuri.

Però qualcosa all'improvviso cambiò, la lussuria e la passione che c'erano prima nei suoi occhi scomparvero, come se avesse appena visto un fantasma Vicktor non mi rispose quando gli chiesi cosa c'era che non andava.

Si alzò di scatto lasciandomi lì esposta e incominciai a sentire freddo. Si rivestì senza guardarmi neanche una volta negli occhi

<Vicktor che succede?> quando pur insistendo non mi rispose presi coraggio e mi alzai dal letto

<puoi parlarmi..?>

<devo andare via.>

Quelle tre parole mi colpirono dritte in faccia.
Cos'era successo?
Perché ora scappava via?

Crollai sul bordo del letto non volevo più guardarlo

<ti ho fatto un favore infondo dovevi essere tu quella che doveva fermarsi.>

Un altro schiaffo colpì il mio viso e i sensi di colpa cominciarono a divorarmi. Persa tra le sue braccia avevo dimenticato il resto del mondo. Avevo dimenticato Jason. Come potevo aver fatto una cosa del genere...
Accecata dalla rabbia mi alzai per andargli incontro con l'intento di schiaffeggiarlo. Si è solo preso gioco di me.
Con rapidi riflessi mi bloccò il polso mi spinse con il suo corpo contro la parete e sussurrando al mio orecchiò mi pietrificò di nuovo

< il piacere che non ti ho concesso sarà il tuo peggior incubo, ogni volta che lui ti toccherà tu penserai a me, a come queste mani ti hanno fatto sentire. Sono egoista. Io non sono l'amante di nessuno io pretendo tutto ed ottengo tutto sarò il tuo grande peccato ragazzina. Il tuo Asmodeo>

Il rumore della porta che si chiuse bruscamente mi fece risvegliare.
Se n'era davvero andato senza dare spiegazioni.
Non capivo il perché del suo comportamento, un secondo prima mi stava per far toccare le stelle e quello dopo invece mi ha scaraventato in faccia la realtà.
La verità però è che sono arrabbiata con me stessa. Come ho potuto cedere ad uno come lui.
Dal nostro primo incontro mi ha solo lasciato in balia di un buco nero e ne sono rimasta intrappolata.

✧ ✧ ✧

Finisco di chiudere la valigia e sono pronta per il viaggio di ritorno, per scappare da questa fredda Russia con la speranza di non doverci mai più mettere piede.
Il mio cellulare mi avverte dell'arrivo dell'ennesimo messaggio quindi controllo

Jason: Samantha avvertimi quando parti.
Mi manchi non vedo l'ora di vederti
Sono preoccupato vorrei almeno sapere come stai..

Una morsa al petto mi pervade e non riesco a non star male leggendo i suoi messaggi. Non voglio che si preoccupi quindi cerco di tranquillizzarlo

Samantha: Jason sto per partire ti avverto quando arrivo.
Mi manchi anche tu.

E' notte quando ormai la macchina dell'autista del mio capo si ferma davanti al mio appartamento e l'unica cosa che desidero e profondare nel mio letto.
Avverto Jason che sono arrivata e dopo una doccia veloce mi fiondo a letto. Anche se non voglio mi ritrovo a pensare ancora a lui, a come l'avrei guardato se l'avessi incontrato prima di partire ma fortunatamente ciò non è avvenuto. Anche se so che è sbagliato io vorrei tornare indietro e sentire ancora i suoi baci sul mio corpo le sue mani che mi scoprivano, le sensazioni che ho provato ad ogni suo tocco anche se alla fine non mi ha donato nulla, lasciandomi in balia di me stessa insoddisfatta.

Stava vincendo lui, mi tortura per ciò che non mi aveva concesso e non pensavo ad altro, ed io un altro a cui pensare lo tenevo l'unico di cui davvero dovrebbe importarmene ma non riuscivo a cacciarlo dalla mia mente.



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SPAZIO AUTRICE
Buon pomeriggio ragazze/i
Scrivo solo per dirvi che ci sarà un secondo aggiornamento oggi
Vi aspetto nello spazio autrice del prossimo capitolo.

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