15. Kaljazin

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SAMANTHA

Siamo in viaggio ormai da un oretta e non riesco a capire dove siamo diretti visto che tutti i cartelli sono scritti in russo. Non abbiamo scambiato una parola da quando siamo usciti da casa sua ma non è un silenzio imbarazzante ma alquanto rilassante lo definirei.

Ferma la macchina davanti ad un pontile e quando vedo che apre la portiera faccio lo stesso per scendere dall'abitacolo

<uh che bello quel faro illuminato tutto solo su quell'isolotto>

<vieni è lì che stiamo andando>

<davvero? Ma possiamo ?>

<certo io posso tutto>

< ma chi sei il padrone della città?!> dico scherzosamente

<in un certo senso si, vengo considerato come tale> dal tono con cui si esprime capisco che invece lui non è affatto scherzoso così lo seguo senza fare ulteriori domande anche se sono molto curiosa di saperne di più.

Salgo sulla barca facendo attenzione a non inciampare tenendo la mano dell'uomo che da quando siamo scesi non mi ha tolto un secondo gli occhi di dosso.

Il vento è molto freddo ma non mi stupisco del fatto che Vicktor sembra invece esserci molto abituato

<hai freddo? stai tremando>non pensavo si notasse così tanto col buio intorno a noi e solo le luci di quel faro a cui piano ci avviciniamo

< no tranquillo>

<non sei proprio brava a mentire ragazzina.. dai ecco ci siamo quasi>

Quando la piccola barca attracca al pontile Vicktor scende per primo aiutandomi poi a fare lo stesso.

L'isolotto è stupendo e quando arriviamo dall'altra parte del faro che da vicino non ha la solita forma cilindrica vedo un tavolo rotondo ricoperto da una tovaglia bianco e sopra di esso delle rose alcune candele sono sparse qua e là creando un'atmosfera così magica che rimango senza parole

<hai fame?>

<Vicktor ma cos'è tutto questo?>

<non è niente su avanti accomodiamoci>

Ceniamo e io non posso credere ancora di star vivendo ciò.. è tutto così perfetto che non sembra reale

<quello non sembra un faro comunque, intendo architettonicamente>

<no infatti non lo è. È un campanile che anticamente era parte di un monastero frequentato anche dagli zar russi.

<uh.. >

<poi ci fu un allagamento della zona per la costruzione di un bacino idroelettrico edificato nel dopoguerra , e alla fine è rimasto in superficie solo la torre campanaria trasformata poi dai sovietici in faro. Infatti questa zona viene definita l'Atlantide russa>

<è davvero impressionante...>

<già>

Si alza e mi raggiunge facendo il giro del tavolo si abbassa per raggiungere il mio orecchio

<guardiamo le stelle vieni?>

In un attimo mi sembra di ritornare bambina, ,mi alzo e raggiungiamo la coperta piena di enormi cuscini che prima non avevo neanche notato, ci sediamo e alzo lo sguardo verso il cielo e come sempre rimango incantata...

<ti piacciono così tanto? Ti brillano gli occhi>

<si.. le guardavo con mio padre>

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