13. Non andartene più

173 11 5
                                    



VICKTOR

Non posso credere di provare tensione...

Io sono teso.

La tensione si dice essere uno stato di notevole eccitabilità, o uno sforzo intellettuale molto intenso accompagnato da ansiosità.

Dopo che Stephen mi ha avvertito con un messaggio del suo arrivo ho provato qualcosa di strano, una sensazione si è accesa in me dopo tempo.

Ora sono qui fuori all'hotel che dovrà ospitare l'evento in attesa del suo arrivo, non l'ho più rivista ne sentita da quella sera ed ora sono qui ad aspettarla. Non credevo, e ne sono rimasto stupido quando il mio braccio destro mi ha detto che aveva accettato subito la richiesta e la cosa che mi ha fatto più piacere e che ha piantato lì il suo ragazzo senza pensarci due volte.

Vedo la macchina arrivare e l'autista fa il giro per aprirle la portiera. Con eleganza innata scende dalla vettura e si sistema il vestito... e che vestito

Un bustino rosso fascia il suo petto eccettuando il suo seno, la gomma lunga morbida ha un ampio taglio sulla gamba facendola diventare ancora più sexy ed elegante ma non volgare.
Ha i capelli raccolti in uno chignon che le mettono in risalto i lineamenti da angioletto del suo viso

Mi avvicino per raggiungerla

<buonasera signorina Anderson> le porgo il braccio per aiutarla con le scale che portano all'ingresso ma lei si gira ignorandomi

<buona serata Stephen, grazie per tutto> mi acciglio non capendo lo scambio di sguardi tra i due e ne sono infastidito mi sistemo la giacca e la richiamo all'attenzione

<andiamo odio fare ritardo> dico sbrigativo

<certo andiamo>

La serata procede tra saluti e rinfreschi, questa sala è piena di persone molto influenti nel mio paese ma anche all'estero. Sono in affari con molti di loro mentre altri non sono al livello delle mie aspettative.
Quando giunge il momento della presentazione del progetto in questione noto che Samantha è agitata forse perché inesperta in questo genere di cose, ma confido in lei poiché quel giorno della presentazione dell'azienda newyorkese rimasi sorpreso della sua professionalità e l'attenzione al dettaglio facendo cogliere a chi L'ascoltava la bellezza del suo progetto.

Le appoggio una mano sulla base della schiena invitandola a raggiungere il piccolo palco allestito per l'occasione

<ce la farai, io credo in te> dopo avermi guardato per attimi che sono sembrati infiniti si fece spazio tra la mole di invitati e salutando educatamente tutta la sala incominciò il suo discorso .

✧ ✧ ✧

<ci porti una bottiglia di Dom Perignon> dico al cameriere quando si avvicina

Dopo il ricevimento non volevo che la serata terminasse, così le ho chiesto di restare ancora un pò con me e lei non ha rifiutato seguendomi in silenzio all'esterno sull'ampio terrazzo attrezzato con eleganti bracieri per riscaldarsi.

<ecco a lei signor Maykroft >

<signorina Anderson prego>

< grazie> prende il bicchiere e ritorna a guardare il vuoto.

Inizio a rilassarmi e a sorseggiare il mio bicchiere in silenzio guardando il suo profilo, questa ragazzina è così forte anche se sembra così fragile.

<perché tutti sembrano avere paura di te?> mi risveglia all'improvviso

<mi portano solo rispetto>

<va bene....> Prende il bicchiere e lo butta giù in un solo sorso <versamene ancora per favore>

<non esagerare bevi piano>

<non ti devi preoccupare sta tranquillo>

<oh io sto tranquillissimo figurati>

Va avanti così e quasi da sola sta per scollarsi l'intera bottiglia, mi viene da ridere perché non capisco come faccia una ragazzina così minuta a bere così tanto. Neanche dopo mezz'ora inizia ad essere un po' brilla, lo sento quando parla e sorrido allora decido che è arrivato il momento di andare via. Chiamo Stephen per dirgli di venire e poi mi avvicino a lei per prenderla in braccio visto che non riesce a stare in piedi..

<hey sta fermooo che vuoi farmi ?!?>

<tranquilla ti porto io>

<no ..... sto beeeenissimooo>

<certo si vede> mi avvicino in fretta e la carico in spalla stufo ormai di aspettare e mi dirigo alla macchina

<mettimi giù subitooo> tira pugni contro la mia schiena che per me con la sua forza sono soltanto del solletico

La carico in macchina che ormai lei si è addormentata e la faccio stendere poggiando la testa sulle mie cosce. Le accarezzo i capelli durante il viaggio per casa mia.

Entro in camera facendo attenzione a non farla sbattere da nessuna parte vado verso il letto per lasciarla dormire in pace

<dove siamo?> chiede ancora con gli occhi chiusi mentre si accoccola di più sul mio petto

<a casa mia>

La Poggio lentamente sul letto le tolgo le scarpe e la copro con una coperta così che non si svegli per colpa del freddo anche se in casa ho sempre il riscaldamento accesso e si potrebbe girare benissimo nudi senza doversi preoccupare delle temperature che ci sono all'esterno.

Faccio per andarmene ma la ragazzina mi afferra il polso

<resto qui>

Mi stendo al suo fianco poggiando la schiena alla testiera del letto, si accoccola suo mio petto stringendomi come se avesse paura che la lasciassi sola in questo letto immenso.

<non andartene di nuovo Vicktor>

<non lo farò,ora dormi>

Le accarezzo la schiena e subito crolla in un sonno profondo. Mi lascio andare anch'io quando sento per la prima volta di essere rilassato e tranquillo ma soprattutto senza mille pensieri che occupano la mia mente perché l'unica cosa che ho in questo momento in testa è la ragazzina che dorme al mio fianco.



———————————————————————————————————————————————

SPAZIO AUTRICE

Buon pomeriggio ragazze/i scusate se ieri non ho pubblicato
Non sono stata molto bene però eccolo qui
Mi farò perdonare anche per il fatto che questo capitolo è un pochino più corto del solito ma comunque molto interessante 😏

Spero che vi piaccia se è così lasciatemi una stellina
Ci vediamo col prossimo capitolo
A presto

HIT AND SUNK Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora