SAMANTHALa testa mi scoppia e fatico perfino ad aprire gli occhi, tutto intorno a me è sfocato e ci metto del tempo per far sì che le cose intorno a me prendono forma, per capire dove mi trovo perché di sicuro non nella mia camera.
Questi colori sono scuri rispetto alle sfumature di bianco della mia stanza che la rendono, anche se non esposta tutta la giornata alla luce del sole, molto luminosa.
Però quello che mi circonda sento che mi è familiare e quando finalmente riesco a mettere a fuoco la stanza mi manca il respiro
Come ..come ci sono finita di nuovo qui?...
Cerco di alzarmi ma la testa non mi aiuta
<non alzarti> prendo uno spavento quando l'uomo seduto in penombra che fino ad un momento prima non avevo notato si alza per venirmi incontro
In piedi di fronte a lui non capisco cosa sia successo
<cosa..perché sono qui? Come ci sono arrivata? Cosa è successo?> provo ad ottenere spiegazioni ma le vertigini non mi lasciano in pace e barcollo un po'
<ora stenditi non devi sforzarti> fa per spingermi delicatamente verso il letto ma io lo fermo allontanandomi da lui
<voglio sapere perché sono qua Vicktor>
<sei stata aggredita> vorrei picchiarlo davvero cosa non capisce della frase "dare spiegazione"
Inizio a camminare avanti e indietro per la stanza cercando di non fargli capire il dolore che ho ancora alla testa che mi sta uccidendo
<NO, COME È POSSIBILE IO ERO NEL LOCALE CON LA MIA AMICA. CHI TI HA DATO IL PERMESSO DI PORTARMI VIA?!>
<RINGRAZIA CHE ERO LÌ O QUEL MAIALE TI AVREBBE VIOLENTATA!> il suo volto era arrivato ad un palmo dal mio, la mascella contratta e i suoi occhi erano pura rabbia che non distoglievano neanche per una frazione di secondo lo sguardo da me
Non mi rendo neanche conto di star per sentirmi male che le mie gambe cedono come se fossero gelatina, lui mi afferra prima di cadere e prendendomi tra le sue braccia mi riporta a letto
<come devo fare con te ragazzina>
Il buio diventa sempre più fitto fino a quando non diventa completo intorno a me.
Quando mi sveglio è mattina ed il sole penetra flebilmente dalle tende scure, il letto al mio fianco è intatto e ciò mi fa capire che lui non sia rimasto a dormire al mio fianco.
Mi dirigo verso il bagno e solo una volta che mi sono ritrovata davanti allo specchio noto il mio aspetto orribile, sulla fronte un cerotto copre una ferita che presumo sia la causa del mio malore e inoltre non indosso più il mio vestito verde ma una maglia bianca che mi arriva quasi alle ginocchia. Il solo pensiero che lui mi abbia spogliata mi fa contorcere lo stomaco.
Decido di utilizzare la vasca per fare un bagno caldo, il calore dell'acqua mi fa rilassare all'istante. Non so quanto tempo io abbia passato lì dentro perché il rumore della porta del bagno che si apre mi fa risvegliare all'istante dallo stato di tranquillità in cui ero in stasi.
<oddio esci subito> quando cerco di coprirmi con la schiuma mi accorgo che questa non è più abbondante come prima
Non dice nulla e si limita ad osservarmi attentamente
<Vicktor smettila di restare lì impalato ed esci> ma come se le mie parole volassero via col vengo si avvicina all' accappatoio bianco appeso al muro e si avvicina a me
<vieni esci> dice senza smettere di guardarmi
<non esco se ci sei tu>
<avanti ragazzina non ho tutto il giorno> gira il volto verso il muro e lo ringrazio col pensiero per non avermi costretto ad uscire sotto il suo sguardo o giuro che nella vasca l'avrei affogato.
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HIT AND SUNK
RomanceQuando la tua stella guida muore e l'oscurità non ti rivela più la retta via saprai resistere o resterai intrappolata in un buco nero? Perché lui è misterioso ed affascinante ma è anche la cosa più distruttiva che esista.