32. Sei mia, e lo sarai per sempre

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VICKTOR

Ho i nervi a fior di pelle, sento che la mia testa sta a momenti per scoppiare.

Ma davvero non può mai andare nulla per il verso giusto?!

Voglio lottare per avere quella ragazzina sempre tra i piedi, e sì forse sarò anche egoista per aver speso un capitale per iniziare un nuovo progetto qui a Mosca solo per averla vicino ma lei non deve mica saperlo giusto?

Quando siamo entrati da quella porta ed ho visto Alexandra sdraiata mezza nuda sul mio divano mi è preso un colpo, l'unica cosa a cui riuscivo a pensare in quel momento era che reazione avrebbe avuto Samantha vedendola lì.

Continuo da un'ora a fare avanti e indietro nel mio ufficio

<perché è ancora qui Stephen? Mi avevi detto che avevi risolto!>

<ti giuro che io le ho detto che doveva andarsene> Stephen mi guarda dispiaciuto. So che non è colpa sua visto che lui era con noi a New York ma poteva accertarsene, essere più scrupoloso.

Stephen versa da bere per entrambi, e forse non ha avuto una cattiva idea poiché qualcosa di forte serve proprio in questo momento..

<hai pensato a cosa succede se tuo padre lo scopre. Io non voglio essere pessimista amico mio è solo che mi sono affezionato anch'io a quella ragazza e non voglio che le capiti ancora qualcosa di spiacevole>

<lo so okay? Cosa pensi che non lo sappia?>

<e poi devi anche passare al bunker Vick, so che odio che te lo ricordi ma con tutto quello che è successo..>

<si hai ragione> dico sospirando stanco di tutte le cose a cui devo pensare

Sentiamo bussare alla porta del mio ufficio e faccio entrare chiunque ci sia fuori

<Vicktor scusami vi disturbo?> Samantha entra nello studio, indossa dei pantaloncini di tuta e una felpa over che, anche se le nasconde le curve sinuose del suo corpo, la rendono incredibilmente sexy e ciò mi rende estremamente geloso... cazzo ma davvero ?!

<ciao Sam>

<Stephen non ti ho visto arrivare, ti fermi a cena con noi ?>

Perché cazzo l'ha invitato?! E poi da quando sta confidenza tra loro due?! Bah

<certo, grazie dell'invito Sam> dopo avergli rivolgo un sorriso si avvicina a me che sono appoggiato al davanzale dietro la mia scrivania

<cucino io stasera ho mandato la cameriera via se per te non è un problema....>

<come vuoi tu>

<e poi c'è un'altra cosa che in realtà volevo chiederti da un po'... vorrei vedere il ragazzo che stava con me quando è successo l'incidente.. come si chiama ...Marcus vero?> spero di non aver sentito bene, perché mai vorrebbe vederlo.

<perché?>chiedo forse con un tono troppo infastidito

<perché quando sono andata via era ancora in coma e se non fosse stato per lui oggi sarei morta, vorrei solo ecco... ringraziarlo..> sensazioni di fastidio mi attanagliano lo stomaco

Marcus.... Uno dei miei uomini più fidati
So che non è colpa sua ma quando si è presentato a casa mia dopo essere guarito io non ne ho voluto sapere nulla, l'ho cacciato e forse la mia scelta in quel momento poteva sembrare anche sbagliata ma io non faccio sconti a nessuno e lui doveva accorgersene prima che qualcosa non andava. Avrebbe solo dovuto ringraziare che non l'ho ucciso in quel momento..

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