Mi coprivo le orecchie con le mani per non sentire il rumore assordante dei tuoni. E, per quanto cercassi di stringere gli occhi, la luce dei fulmini, che arrivavano sempre puntuali dopo ogni boato, sembrava raggiungere ogni angolo d'ombra presente nel mio corpo.
Piangevo.
Le lacrime scivolavano sul mio viso ininterrottamente, sembravano nascere da una sorgente infinita. Singhiozzavo fra i respiri irregolari, il cuore mi fremeva con prepotenza nel petto e le braccia poste davanti al viso vibravano incontrollate.
Voci. Urla. Botte. Freddo.
"Alzati, dobbiamo correre. Ora!" Una mano mi prese con forza e mi trascinò fuori da quelle che ormai erano delle rovine.
Ma i miei muscoli non reagivano, ero paralizzata dal terrore.
Due braccia mi alzarono da terra e strinsi gli occhi dopo l'ennesimo boato, mentre lasciai che una figura sfocata e deforme mi portasse via da quel posto.
Trasalii e mi sedetti sul letto. Di nuovo un altro incubo.
Respirai con lentezza per cercare di controllare i battiti aritmici del mio cuore e guardai l'ora sullo schermo del telefono: le tre e diciasette del mattino.
Il rumore di un tuono mi fece sobbalzare di nuovo e quella volta mi alzai in piedi, puntando le mie iridi azzurre fuori dalla finestra."A quanto pare piove per davvero..."
Per quelli che mi sembrarono minuti interi, mi lasciai ipnotizzare dalla corsa delle gocce d'acqua sul vetro. C'era qualcosa di affascinante e misterioso nella pioggia. Molte volte mi dava conforto, l'ipnotico e continuo suono dell'acqua che cadeva sulle strade, sui tetti delle case e sulle foglie degli alberi mi aiutava a rilassarmi. Chiudevo gli occhi e ascoltavo la sua bellissima melodia. E così feci anche quella mattina: aprii la finestra, chiusi le palpebre e inspirai a pieni polmoni il profumo della pioggia. Poi, iniziai ad ascoltarla con attenzione, ogni sua nota, ogni sua pausa. Espirai: l'aria calda del mio corpo formò una piccola e sbiadita nuvola bianca quando entrò in contatto con la temperatura più fredda presente all'esterno. Una goccia cadde sopra al mio naso e sorrisi. Quando ispirai di nuovo fui accompagnata dal rumore di un altro tuono lontano: sembrò come se la natura stessa fosse accanto a me, a trasmettermi conforto e tranquillità.
Aprii gli occhi e chiusi la finestra, mentre i brividi che si erano formati sulla mia pelle iniziarono a sparire in modo graduale. Ancora una volta, la pioggia mi aveva calmata, mi aveva aiutata a riprendere il controllo sopra il mio corpo e sopra alla mia mente.
Decisi di provare a riprendere sonno e mi stesi nuovamente sul letto, ma il suono della sveglia mi colse ancora con gli occhi aperti.
Sospirai. Le sei in punto.
Le lacrime del cielo continuavano a cadere impetuose e il sole non si sarebbe fatto vedere ancora per un paio d'ore, perciò solo qualche lampione solitario illuminava la strada bagnata. L'effetto terapeutico del temporale, tuttavia, non durò a lungo quella volta: infatti, fui di nuovo sommersa da numerosi pensieri riguardanti l'incubo che avevo fatto pochi momenti prima. Lo stesso di ogni notte.
Mi alzai, ormai senza alcuna speranza di riuscire a dormire ancora, e diedi da mangiare alla mia gattina Luna, che, non appena si accorse dei miei movimenti, incominciò a fare le fusa.
Quei strani sogni continuavano ad apparire in modo costante, sempre più spesso, e io ero sempre più confusa. Il problema lo rappresentava anche il fatto che non succedeva solo durante la notte, ma anche mentre svolgevo diversi impegni, come studiare al pianoforte, andare a correre o avere una semplice conversazione con qualcuno. Era questione di secondi, non erano mai durati più di un minuto, ma ogni volta mi lasciavano un mal di testa terribile, il quale mi obbligava a prendere una pausa da qualsiasi attività in corso.
Un bussare alla porta mise fine al mio susseguirsi di pensieri.
Corrugai la fronte e le mie iridi si diressero automaticamente verso l'orologio del telefono: le sette e dieci.
Non aspettavo nessuna visita, soprattutto a quell'ora del mattino.
Indossai l'accappatoio per coprirmi il sottile pigiama, scesi le scale ancora assonnata e aprii la porta: non c'era nessuno.
Una leggera folata di vento spostò i miei lunghi capelli castani all'indietro, mentre le gocce di pioggia continuavano a formare piccole e numerose pozzanghere nel cortile, ma sulla strada non vi era alcuna traccia di anima viva.
Pensai che, forse, avevo avuto soltanto un'allucinazione a causa della stanchezza e decisi, dunque, di tornare in camera per potermi stendere sul letto: il mal di testa non cessava e il fatto di non aver dormito abbastanza di certo non aiutava.
Iniziai a salire le scale, però, a metà strada, sentii di nuovo battere sulla porta. Non era frutto dell'immaginazione della mia mente esausta, quella volta ne ebbi la certezza.
Strinsi la presa sulla ringhiera e, dopo alcuni secondi di esitazione, andai ad aprire.
Quando la vidi davanti a me, mi coprii la bocca con le mani, nel vano tentativo di trattenere un grido di sgomento.
***
Spazio autrice ⤸
Ehilà lettori!🤍
Sono passati ben sei anni dall'ultima volta che sono entrata su questa piattaforma. Un giorno mi sono ricordata di questa mia piccola storia che avevo iniziato a scrivere e, dopo qualche tentativo nel ricordare la password, sono riuscita a recuperare l'account🙈
Avevo iniziato a rileggere i capitoli che avevo scritto e pubblicato e, in preda alla nostalgia, ho preso la decisione di riscrivere quello che avevo iniziato tanto tempo fa, cambiando e aggiungendo dettagli. Non so se wattpad sia ancora tanto popolare come lo era qualche anno fa (sembro troppo vecchia dicendo così, prometto che non lo sono ahaha), ma voglio riprovare a pubblicare questa storia per puro piacere e amore per la scrittura.Spero vi piaccia (non dimenticate la stellina!) e aspetto i vostri pareri nei commenti✨
Un abbraccio,
Bea🤍
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Il Labirinto del Tempo I - La Luce Delle Tenebre
FantasyE se le tenebre, invece di combattere contro la luce... volessero difenderla? Se i sogni, in realtà, fossero ricordi? Se la persona da salvare... fossimo noi stessi? Si potrà mai trovare l'uscita dal Labirinto del Tempo? Queste sono le domande a...