XXXIV

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~ E, dopo aver pronunciato quelle parole, scorsi nei suoi occhi una tristezza inspiegabile, mentre il suo volto mi diede l'impressione che aveva capito. Che aveva risolto l'irrisolvibile e che aveva accettato l'inaccettabile.

***

"Ally? Ally!"

Inarcai le sopracciglia, mentre il suono della voce di mio fratello diventava sempre più forte e vicino.

"Dai, Ally, svegliati." Appena mi scosse con delicatezza la spalla, mi girai dall'altra parte, infastidita: nessuno doveva osare disturbare il mio sonno.

Sentii uno sbuffo e, proprio quando pensai che si fosse arreso e che mi avrebbe lasciata dormire in pace, mi ritrovai fradicia dalla testa ai piedi.

Mi alzai con un salto felino, più sveglia che mai, e con uno sguardo di sconcerto rivolto verso mio fratello.

"Senti, non ti svegliavi." Si difese lui, con le mani in alto.

Emma, accanto a lui, ridacchiava di gusto, mentre Aidan aiutava anche Kora ad alzarsi da terra.

"Ma si può sapere che avete combinato voi due? Qui intorno c'è più casino che nell'ufficio di Dennis, per non parlare delle vostre facce a dir poco orrende." Emma ci guardò con evidente disgusto, mentre continuava a ridere sotto ai baffi.

"La gentilezza in persona." Ribattei, mentre Kora si limitò solo ad alzare gli occhi al cielo, come suo solito.

"E tu sei la responsabilità in persona. Te ne sei andata via dal punto di guardia e non mi hai svegliata per darti il cambio, poteva succedere di tutto." Mi ammonì senza esitazione la mia amica.

Deglutii, mentre presi coscienza delle mie azioni. Era vero che mi ero allontanata per un motivo importante, ma era altrettanto vero che, forse, avrei dovuto avvertire prima.

"Dai, fuocherello, placa la tua fiamma e dalle una tregua. Per fortuna, non è successo nulla." Intervenne divertito mio fratello.

"E poi, guardala. La bella addormentata ha bisogno di una bella doccia rinfrescante. Una diversa da quella di Dennis." Puntualizzò Aidan. "Così come anche la nostra lastra di ghiaccio." Continuò, per poi guardare Kora con un sorriso.

"I vostri soprannomi fanno proprio schifo. Non mi chiamare mai più in questo modo, fiorellino. Non me lo far ripetere un'altra volta." Replicò Kora, impassibile.

Scoppiammo tutti in una fragorosa risata, mentre Emma mi passò alcuni dei suoi vestiti, come cambio. In seguito, mi allontanai per cercare un posto adatto a un tanto necessario bagno.

La sera prima, io e Kora rimanemmo sveglie quasi fino all'alba, per poi addormentarci proprio lì, in prossimità di quel piccolo lago che lei aveva intrappolato nel suo ghiaccio.

Non mi parlò molto di cosa fosse successo nel suo passato e del perché aveva paura di ritornare a casa. Capii solo, da alcune frasi sconnesse, che lei proveniva da una famiglia molto importante e influente su Pàgos e che, per qualche motivo, non l'aveva mai accettata come membro effettivo.

Mi raccontò tanto, invece, di suo fratello e di Neus, il suo animale da compagnia che aveva lasciato indietro quando era solo un cucciolo. Nelle sue parole fui in grado di scorgere rimorso e malessere per aver abbandonato le sole due anime che la fecero sentire amata. Mi confessò che sapeva già di non ricevere perdono da suo fratello minore, ma che nemmeno lei l'avrebbe fatto se fosse stata al posto suo. Ripeté più volte che non lo meritava: l'essere fuggita via, senza farne parola con lui, era ingiustificabile e inescusabile. Sperava solo di recuperare la spada del ghiaccio il più in fretta possibile, per poi dimenticare ed essere dimenticata per sempre. Quella le pareva l'unica soluzione.

Il Labirinto del Tempo I - La Luce Delle Tenebre Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora