XVIII.

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~ Non conosceva l'aspetto di un animo puro, ma intuì che fosse l'opposto del suo. E loro due, vicini, stonavano come un accordo sbagliato.

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NE (narratore esterno)

Eric sapeva fin dall'inizio che non avrebbero trovato Astrid in Egitto. In realtà, era da parecchio tempo che le avevano cambiato il nascondiglio e nessuno, oltre a Gareth, conosceva la sua nuova localizzazione. Il leader degli Anòmalos non lo aveva detto nemmeno a lui.

Tuttavia, come avrebbe potuto convincere il gruppo di guardiani di correre un rischio così grande come quello di viaggiare nel tempo se non infondendo loro una speranza falsa? Dopotutto, era proprio la speranza a distruggere l'anima. Non il dolore e nemmno la disperazione. Ma la speranza, il sciocco desiderio che, prima o poi, la tempesta sarebbe passata. Invece, non passava mai. Eric lo sapeva meglio di chiunque altro, perché lui nella tormenta aveva imparato a viverci e la speranza l'aveva abbandonata quando era solo un bambino. Nonostante ciò, sapeva bene come utilizzarla, come manipolarla per poterne trarre vantaggio.

La Sfinge era una delle poche creature mitologiche presenti sulla Terra che non lo irritava. Avevano un modo tutto loro di comprendersi, per quanto un'anima di pietra e un'anima di ombra potessero davvero sentire. Forse, li accomunava il passato da prigionieri: la Sfinge era stata controllata per molti secoli dalle divinità egoiste e arroganti, mentre lui era incatenato dall'oscurità. L'unica differenza era che l'essere antropomorfo era riuscito a liberarsi.

Aveva portato i guardiani in quel posto solo perché solo così avrebbe potuto ricevere delle risposte. Era certo che la Sfinge aveva compreso i piani di Gareth, dopotutto il suo potere era proprio quello di leggere le anime e i pensieri di chi aveva davanti, ed Eric voleva raggiungere il leader della sua gente prima che fosse stato troppo tardi. Non comprendeva nemmeno perché voleva tornare da colui che lo aveva torturato per tutti quegli anni, sapeva bene che non sarebbe mai stato in grado di fermarlo. Ma, forse, avrebbe potuto farlo lei.

Una velocista inesperta, imbranata e decisamente troppo empatica. Lui, che non ne sapeva nulla di emozioni e sentimenti, la vedeva come un fastidioso insieme di colori vibranti che lo accecavano ogni volta che incrociava il suo sguardo.

Nonostante ciò, la trovava interessante. Tutto di lei sembrava sorprenderlo: i sorrisi candidi, i suoi modi di fare un po' impacciati, gli abbracci improvvisi che non esitava a distribuire, la sua curiosità eccessiva, ma soprattutto il suo modo di pensare. Così diverso e, per certi versi, così ambiguo. Che aspetto doveva avere la sua anima da riuscire a trovare la bellezza persino nell'oscurità? Di che cosa doveva essere composta?

Il Labirinto del Tempo avrebbe subito un cambiamento drastico grazie alla sua semplice presenza. Alaska avrebbe cambiato il corso del destino, non aveva più alcun dubbio. Non comprendeva, tuttavia, in quale modo sarebbe riuscita a farlo e, soprattutto, perché la trovava quasi... fuori posto. Eric riconosceva subito le anomalie, dopo tutto quel tempo passato a crearle era diventato un esperto, ormai. Per quel motivo, considerava Alaksa come se fosse stata quasi un'anomalia. Una bella anomalia.

Decise di essere il primo a risolvere l'indovinello della Sfinge: avrebbe fatto in fretta e poi sarebbe potuto rimanere ad assistere anche alle prove degli altri, sotto forma di semplice ombra: era quello il suo aspetto più veritiero, in fin dei conti. Doveva assicurarsi che tutto sarebbe andato a gonfie vele: contrariamente a ciò che pensavano i guardiani, nessuno sarebbe stato divorato, nonostante Eric avesse pensato che quello fosse il male migliore. Infatti, la punizione era cambiata nel momento in cui la creatura di pietra incontrò Gareth: lei sarebbe diventata una delle sue tane nascoste nel tempo e, in cambio, gli Anòmalos l'avrebbero protetta dalle divinità terrestri. Invece, chi falliva al test degli indovinelli sarebbe diventato una risorsa, una fonte sempre disponibile a quello che lui doveva chimare il suo popolo. Colui che falliva era condannato a una vita di schiavo, nelle tenebre, fino alla fine dei suoi giorni.

Il Labirinto del Tempo I - La Luce Delle Tenebre Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora