XXIX.

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~ Aveva gli occhi persi in ricordi lontani, dolorosi, e desiderai solo stringerlo forte al mio petto. Fargli intendere che non era solo e che, da quel momento in poi, non lo sarebbe mai stato.

***

"Venite, da questa parte."

Continuammo a seguire Dennis ed entrammo in quella che sarebbe dovuta essere una palude ricca di vegetazione. Invece, il terreno, una volta ricoperto di acqua stagnante, in quel momento era privo di umidità e, sparse qua e là, vi erano delle solitarie foglie verdi destinate a morire, così come era successo anche al resto delle piante.

Non avevamo più la bussola, però Dennis diceva di percepire la presenza di un ruscello nelle vicinanze e, quindi, ci affidammo al suo istinto.

Aidan sembrava essere privo di energia. Il suo volto era pallido e, anche se continuava a ripeterci che non stava male, potevamo capire subito che non era nelle sue condizioni migliori. Pensai che, forse, tutte quelle piante appassite, tutta quella morte sparsa intorno a noi, lo avevano influenzato in qualche modo. Essendo il guardiano della terra, il suo potere era molto legato alla natura e alla vita e, in quel posto, non erano presenti nessuna delle due componenti. Qualche volta, cercò persino di infondere energia vitale ad alcune piccole piante: esse assumevano subito un bel colorito verde, tuttavia, il secondo dopo, si contorcevano verso il terreno e morivano.

"Aidan, lascia stare. Se continui di questo passo, finirai per fare la loro stessa fine, lo sai." Intervenne Dennis dopo l'ennesimo tentativo fallito.

Aidan, deluso e sempre più debole, annuì appena.

Kora era davanti a tutto il gruppo, seguita subito da mio fratello. Numerose piante secche, o grossi rami in corso di degradazione, ci ostacolavano il cammino a ogni passo, perciò lei utilizzava la potenza tagliente del vento per farci strada. Non riuscivo a vedere l'espressione sul suo volto, ma i suoi muscoli tesi e i gesti decisi con i quali utilizzava il suo potere mi fecero capire che, nonostante la sua preoccupazione, era in uno stato di continua allerta.

Emma, invece, a differenza di altre volte, era molto silenziosa. Camminava in modo meccanico, con la testa china, e metteva i piedi proprio nei punti in cui li aveva messi anche Dennis prima di lei. Pensai che, forse, quel gesto le dava un briciolo di sicurezza che, in quel momento, le sembrava mancare del tutto.

Io ed Eric eravamo gli ultimi della fila e camminavamo ancora con le mani intrecciate. Grazie a quel contatto, Eric allungava la maggior parte del dolore che provavo a causa della disarmonia presente su Dònisi e le vene del suo braccio continuavano a essere percosse da quel liquido nero che, però, sembrava avanzare in modo graduale: se, in precedenza, esso raggiungeva i gomiti, in quel momento era arrivato quasi fino alle spalle. Quando constatai quel aspetto, un altro velo di preoccupazione avvolse la mia mente e capii che Eric non sarebbe riuscito a resistere ancora per molto.

"Come ti senti?" Gli chiesi.

Eric abbassò la testa per poter incontrare i miei occhi. Siccome eravamo così vicini, la differenza di altezza era ancora più visibile.

"Tu come ti senti?" Mi chiese a sua volta.

"Non si risponde a una domanda con un'altra domanda."

Lui si limitò solo a guardarmi e, per qualche interminabile secondo, fra di noi calò il silenzio. Scrutava con attenzione il mio volto, per poi bloccare le sue iridi blu nelle mie azzurre. Senza volerlo, faceva proprio come mi comportavo io con Emma quando la volevo fare parlare e mi resi conto di quanto era frustrante essere dall'altra parte del sipario.

"Io sto bene." Mi arresi con uno sbuffo.

Eric sorrise.

"Allora sto bene anch'io." Disse, fiero di essere riuscito a farmi rispondere per prima.

Il Labirinto del Tempo I - La Luce Delle Tenebre Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora