Il Labirinto del Tempo I - La Luce Delle Tenebre

XXVIII.

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~ Con ogni parola che pronunciava, con ogni gesto che compiva, lui mi dimostrava, in realtà, quanto potevano essere puri e delicati i nostri animi.

***

Quella volta, aprire un portale non fu per niente semplice.

Purtroppo, i tagli più profondi si trovavano proprio alle gambe e ciò non mi permise di raggiungere la velocità necessaria fin da subito. Dovetti riprovare più volte prima di poter aprire una breccia nel vero senso della parola e, nonostante i miei amici insistevano nel posticipare la nostra partenza, continuai a provare finché non riuscii, in un finale, nell'impresa. Nella mia mente c'era solo l'immagine di Astrid, rinchiusa, dolorante e piena di chissà quante ferite. Non la volevo abbandonare, la nostra era una missione contro il tempo e non potevo permettermi il lusso di riposare ancora una notte. Troppe ore perse.

D'altro canto, i temporis interfectores non ci onorarono di nuovo con la loro presenza e ne fummo tutti molto sollevati: non volevamo ripetere l'ultima esperienza e io non ero nemmeno nelle condizioni migliori per poterli affrontare ancora una volta.

"Brava, Ally, sei stata grande."

Appena toccammo il terreno di Dònisi, la mia amica non tardò a congratularmi.

Le sorrisi e mi sedetti per terra, con le braccia tese all'indietro e la testa verso l'alto. Chiusi gli occhi e cercai di recuperare il respiro, mentre Aidan controllava le mie ferite, per verificare se non si erano riaperte a causa dello sforzo.

"Sembra essere tutto nella norma. Anzi, a quanto pare riprendere a utilizzare la velocità della luce è stato un bene." Disse con un sorriso.

"Perché?" Chiedemmo io e mio fratello all'unisono.

"Pare che il tuo corpo abbia reagito al potere nel momento in cui lo hai riattivato. Guarda, le ferite si stanno cicatrizzando a vista d'occhio." Spiegò.

Osservammo tutti uno dei tagli presenti sulla mia gamba ed era proprio così come aveva detto Aidan: in meno di qualche secondo, la ferita sparì del tutto sotto al mio sguardo, senza lasciare alcun segno sulla pelle, e così successe anche con le altre lesioni.

Mi meravigliai alla vista di quella rapida guarigione e iniziai a saltellare, rendendomi conto che, effettivamente, non provavo più nessun dolore.

"Ahh, che bello essere una velocista!" Esclamai con gioia.

"Questo non vuol dire che sei immortale, però. Devi stare comunque attenta." Si raccomandò Kora.

Lei era sempre stata la persona responsabile del gruppo, colei che rimaneva con i piedi per terra in ogni situazione e che manteneva il sangue freddo davanti a chiunque. E quello era un altro dei motivi per cui mi era davvero difficile credere che un individuo così serio come lo era lei fosse stato in grado di tradire il Labirinto. Kora cercava ogni volta di prevenire i possibili pericoli e quando noi iniziavamo a divagare, perdendoci fra i nostri mondi immaginari, ci faceva tornare subito nella realtà. Quella sua caratteristica era da apprezzare e la sua presenza nel gruppo era essenziale, dovevo ammetterlo.

Mi limitai ad annuire e lei tornò a ispezionare il posto, l'espressione seria e severa ancora presente sul suo volto.

"Vediamo un po'..." Anche Dennis iniziò una veloce perlustrazione con lo sguardo e copiai anch'io i loro gesti, con la solita curiosità che mi caratterizzava.

Mi guardai intorno con ammirazione: eravamo circondati da numerosi laghi, di forme e dimensioni diverse, connessi fra di loro grazie a dei canali d'acqua sottili. Le porzioni di terreno, che sembravano essere delle piccole isole sparse intorno a noi, erano occupate da salici bianchi, cannucce di palude e altre piante adatte a quel umido ambiente. Sull'acqua, invece, vi erano numerose ninfee colorate e calle giallognole, che insieme creavano un paesaggio da togliere il respiro.