Il Labirinto del Tempo I - La Luce Delle Tenebre

XVII.

~ "Ogni cosa diventa bella se osservata con l'intento di trovare il suo fascino. Così anche il buio, invece di essere visto come un tragico finale, diventa l'inizio di una bellissima rinascita. Altrimenti, come fai a vedere quanto splendi se non c'è il buio a intensificare la tua luce?"

***

Subito percepii il calore di quel sole cocente battere con prepotenza sulla mia pelle. Mi sembrò di trovarmi di nuovo nell'area venti, in quel deserto senza vita in cui il tempo non avanzava.

Mi tolsi immediatamente la giacca di pelle nera, avvolgendola attorno alla vita, e mi sgridai nel pensiero per aver scelto quel tipo di abbigliamento a dir poco inappropriato. Restai, quindi, solo in canottiera, sempre nera anche quella, e mi insultai ancora una volta, nonostante non fossi stata a conoscenza della nostra destinazione se non proprio prima di partire. Poi, legai i miei lunghi capelli in una coda alta e cercai di recuperare il respiro, ancora aritmico a causa della corsa di pochi secondi prima.

"E ora dove andiamo?" Chiese Kora con una mano sulla fronte, scrutando l'orizzonte.

Copiai il gesto della ragazza e mi guardai intorno: eravamo circondati solo dalla sabbia, da altissime dune di sabbia. Avevo aperto il portale nel posto giusto? Eravamo nel deserto, quindi il continente forse era quello corretto, ma avrei voluto che ci teletrasportassimo in prossimità di una città, o almeno vicino a un posto più abitato, preferibilmente dove ci fosse stata moltissima acqua.

"Venite, carichiamo un po' le energie." Mio fratello sembrò avermi letto nel pensiero.

Ci avvicinammo e Dennis fece cadere dalla sua mano, stretta a pugno, un piccolo scivolo d'acqua, come se fosse un rubinetto. Uno alla volta, ci rinfrescammo il viso e a bevemmo fino a quando non ci sentimmo come nuovi.

"Siamo nel posto giusto. Apparire all'improvviso in una città piena di gente non sarebbe stata una decisione tanto geniale, non credete?" Eric alzò gli occhi al cielo nel vedere la diffidenza degli altri nei suoi confronti. "In pochi secondi dovrebbe arrivare da dietro quella duna di sabbia una carovana di cammelli e ci faremo dare un passaggio dal signore che li conduce." Proseguì, mentre analizzò con attenzione il suo braccio.

Non riuscii a scorgere niente di interessante oltre al fatto che il suo arto sembrava transformarsi in fumo nero. Intuii, tuttavia, che quella era una capacità tipica degli Anòmalos che, forse, tornava utile quando viaggiavano nel tempo. Ed era proprio per quel motivo se solo Eric sembrava essere in grado di leggere e comprendere delle indicazioni invisibili ai nostri occhi.

"Fra tre, due, uno..."

Alzammo tutti lo sguardo verso il punto indicato da Eric poco prima e ci meravigliammo nel vedere che effettivamente aveva avuto ragione: riuscii a identificare un'ombra, un po' deforme a causa del calore, salire con difficoltà quel terreno così poco resistente. Poi, dietro a quella figura anonima, riuscii a distinguere ben cinque cammelli che avanzavano lentamente, stando al ritmo del loro padrone.

Quando lo sconosciuto si avvicinò abbastanza - supposi che avesse avuto circa cinquant'anni di età -, mio fratello avanzò verso di lui e iniziò a gesticolare, facendo strani segni con le mani. Quel signore lo guardava con un'espressione confusa e sorpresa: doveva chiedersi che cosa ci facevano sei ragazzi nel mezzo del deserto, senza nessuna provvista e senza nessun tipo di protezione contro i raggi crudeli del sole. Girai lo sguardo verso Emma, trattenendo le risate, e notai che anche lei si sforzava di nascondere il divertimento nel vedere i tentativi di Dennis di farsi capire. Spostai subito il mio sguardo altrove, per non scoppiare in una risata vera e propria, alimentata ancor di più dalle buffe espressioni facciali della mia amica.

Dopo qualche minuto in cui le mani di mio fratello e quelle dell'estraneo avevano conversato animatamente, Dennis ci fece un cenno con la testa. Quindi, ci avvicinammo e iniziammo a camminare insieme a quel signore che continuava a scrutarci dalla testa ai piedi senza cercare minimamente di nascondere i suoi sguardi sospetti.