Dopo tutti gli anni passati a domandarmi chi fossi davvero, il tempo mi aveva finalmente concesso di guardare nel mio passato?
***
Sfregai gli occhi più volte e continuai a guardarmi intorno, in preda al panico. Sì, non c'era alcun dubbio: intorno a me c'era soltanto il deserto.
A causa del clima secco, il terreno presentava profonde spaccature, di grandissime dimensioni, e non vi era anima viva intorno a me. Riuscii a scorgere in lontananza solo un piccolo cactus in fin di vita che, nonostante fosse una pianta adatta a quel tipo di clima, anch'esso aveva bisogno urgentemente dell'acqua.
Era lì che avrei dovuto incontrare Dennis? Il mio istinto mi aiutò a capire che qualcosa era andato storto. Forse perché avevo iniziato a suonare a mezzanotte e un minuto? Faceva così tanta differenza quel minuto in più?
Sbuffai. Siccome non sapevo cosa fare, decisi di camminare verso una direzione qualsiasi. Il sole era alto nel cielo, sopra la mia testa, e in pochi secondi cominciai a sentire alcune gocce di sudore che iniziarono a cadere dalla mia fronte. Constatai, con grande stupore e confusione, che a casa mia era notte fonda, ma che in quel luogo, invece, era pieno giorno. Automaticamente, presi il telefono che avevo nella tasca e guardai l'ora: le dodici e trentotto.
Dopo che Emma mi aveva mostrato di avere dei poteri magici e di essere in grado di controllare l'elemento del fuoco, avevo capito che quel mondo magico, quell'universo incantato che sognavamo tutti da bambini, esisteva davvero. Che avesse avuto un pizzico di magia anche quel deserto? Non era da escludere come opzione.
Ero, quindi, da sola in quel posto sperduto, e a causa della mancanza di segnale mi era impossibile chiamare qualcuno e chiedere aiuto. A dire la verità, chi potevo chiamare? E anche se avessi potuto telefonare, cosa avrei dovuto dire precisamente?
Continuai a camminare nella speranza di trovare qualcosa, o qualcuno, che mi avesse potuto aiutare o dare qualche informazione in più, ma intorno a me vi era solo e soltanto il paesaggio arido e privo di vita. Decisi di fermarmi e mi sedetti per terra, facendo alzare in aria piccole particelle di polvere. La gola era secca e sentivo già il bisogno di bere dell'acqua fresca. Non sapevo per quanto tempo avevo camminato, ma il sole continuava a illuminare proprio sopra la mia testa, non sembrava essersi spostato nemmeno un po'.
Sentii qualcosa di appuntito punzecchiarmi nell'altra tasca dei jeans e controllai: era la piccola clessidra che avevo ricevuto in dono dai miei genitori.
Ma c'era qualcosa di strano.
La avvicinai ai miei occhi e la osservai con attenzione: i granelli di sabbia presenti al suo interno non scendevano più, alcuni di essi si erano immobilizzati persino durante la caduta. Non importava quanto avessi scosso l'oggetto, la sabbia non si muoveva, era come pietrificata. Cosa voleva dire?
Deglutii.
La clessidra era sempre stata un simbolo per indicare l'avanzamento del tempo e la mia in particolare, siccome era così piccola, faceva vedere lo scorrere dei minuti. Ma se i granelli di sabbia non si muovevano, come facevano a passare i minuti? Che cosa significava tutto ciò?
Presa dal panico, controllai ancora una volta l'ora sul telefono. Era proprio così come avevo sospettato: le dodici e trentotto.
Il tempo si era fermato.
"Impossibile! Sicuramente avrò camminato per almeno altri 10 minuti, non posso essermelo immaginato." Pensai, mentre l'idea di trovarmi in un altro incubo si fece sempre più spazio nella mia mente.
Mi alzai di scatto e iniziai a tossire per via dell'aria secca. Dovevo andare via da quel posto, con effetto immediato: non volevo finire i miei giorni per assenza di acqua e cibo, non poteva finire tutto in quel modo.
STAI LEGGENDO
Il Labirinto del Tempo I - La Luce Delle Tenebre
FantasyE se le tenebre, invece di combattere contro la luce... volessero difenderla? Se i sogni, in realtà, fossero ricordi? Se la persona da salvare... fossimo noi stessi? Si potrà mai trovare l'uscita dal Labirinto del Tempo? Queste sono le domande a...