Capitolo 14

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"Così come si provocano o si esagerano i dolori dando loro importanza, nello stesso modo questi scompaiono quando se ne distoglie l'attenzione."
- Sigmund Freud.


MATTHEO RIDDLE

Villa Riddle.

O meglio soprannominata come la casa degli orrori, nemmeno fossimo in un luna park.

Mi trovavo davanti a casa, mio padre aveva richiesto -ordinato- che mi presentassi lì.

Novembre era ormai iniziato e iniziava a fare freddo, quindi lanciai un'ultimo sguardo all'esterno della casa ed entrai.

«Buongiorno signorino Riddle» disse Winky, l'elfetta che mi aveva tenuto compagnia da quanto ero bambino. Le feci un segno col capo, non volevo sembrare gentile nel caso ci fosse stato mio padre in giro.

Andai in salotto e poi in cucina.

«Padre?» lo chiamai ma niente. Nessun rumore.

Salii le scale e raggiunsi il suo studio, aprii la porta e vidi una persona che non speravo di vedere.

«Fratellino!» disse mio fratello alzandosi dalla sedia di nostro padre per venirmi incontro.

«Tom» ringhiai.

«Calmo fratellino, sono passato di qui per conto di papà. Non mi sembra di doverti ricordare che sono il figlio prodigio» mi disse mentre stringeva una spalla con la mano.

Feci un passo in dietro per evitare che mi toccasse e feci una faccia schifata.

Me lo ricordavo che lui era il figlio preferito, mio padre non faceva altro che ricordarmelo punendomi per non essere come lui.

Tra me e Tom non scorreva buon sangue, nonostante fossimo fratelli. Lui era il prodigio, io il figlio bastardo.

Ero io però quello che mio padre chiamava per uccidere le persone, ovviamente, non poteva far sporcare le mani di sangue al suo figlio preferito.

Tom era intoccabile. Mio padre lo avrebbe protetto sempre, mentre di me non gliene fregava un cazzo.

Ma a me non fregava un cazzo né di Tom né di mio padre. Potevano bruciare all'inferno. Anzi meglio, un giorno -speravo molto vicino- li avrei mandati io all'inferno.

«Che cosa sei venuto a fare qua?» gli chiesi.

Non era mai a casa, e quelle poche volte che lo era trovava sempre il modo di picchiarmi o torturarmi.

«Mi ha chiamato papà, ha detto che voleva parlare a entrambi» disse e mi limitai ad annuire.

Non solo ero dovuto venire fin qui, in più avrei dovuto sopportare lui e mio padre.

Si prospettava una giornata di merda.

Quando sentimmo il portone principale venir aperto ci guardammo.

«È arrivato papà» disse Tom.

«Ma dai Sherlock» dissi alzando gli occhi al cielo.

Prohibited | Mattheo Riddle Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora