Capitolo 33

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"Non conosco felicità più grande che stare con te tutto il tempo, senza interruzione, senza fine."
- Franz Kafka.

ROSE MARSHALL

Anche quel giorno avevo saltato le lezioni. Sapevo benissimo che non potevo farlo, ma tanto mio padre non avrebbe potuto punirmi per cui volevo godermi le ore a non fare nulla.

Dopo aver fatto colazione, andai al Lago Nero. Stesi un telo per terra e mi sedetti sopra. Nonostante non fossi andata a lezione avevo portato qualche compito da fare così da portarmi avanti, e ovviamente il suo libro.

Da natale non facevo altro che leggerlo, nonostante mi ricordasse Mattheo continuavo imperterrita a leggerlo.

Come se ne andasse della mia vita.

Grazie a Salazar riuscì a finire tutti i compiti prima della fine delle lezioni, per cui mi sdraiai sul telo e osservai il cielo.

Non era una bella giornata, vi erano le nuvole grigie che facevano diventare tutto più triste e spoglio. Non per niente gennaio era il mese che preferivo di meno.

«Rosellina cosa fai distesa per terra?» mi chiese la voce di Draco che mi fece sobbalzare.

Mi alzai a sedere e me lo ritrovai seduto vicino.

«Volevo rilassarmi un po'» mi limitai a dire.

«Come stai?» mi chiese.

Glielo aveva chiesto Mattheo di chiedermelo? Lui sapeva tutto?

«Sto bene Draco, come mai questa domanda?» gli chiesi.

«Rosellina ho promesso che non mi sarei intromesso in questa storia, ma voglio davvero sapere come stai» mi disse accarezzandomi la schiena.

«È complicato Draco» dissi.

«Sei arrabbiata con lui?» mi chiese.

«Non lo so. Sono più che altro delusa dal fatto che non me ne abbia parlato. Io e lui non siamo niente, per cui non mi aspettavo niente, però pensavo di aver costruito almeno un minimo di rapporto» spiegai.

«Magari l'ha fatto perché voleva proteggerti» disse.

«Tu sapevi tutto?» gli chiesi.

«Si rosellina sapevo tutto. Ma mi hanno fatto giurare di non dirlo a nessuno, per cui se avessi mai provato a parlartene sarei morto» mi spiegò Draco sdraiandosi sul telo.

Feci la stessa cosa e ripresi a fissare il cielo.

«Poteva comunque parlarmene, è una cosa che mi riguarda in prima persona» spiegai.

«Lo so quello che intendi, ma mettiti nei suoi panni. È il figlio del Signore Oscuro, non poteva far sapere a tutti che non voleva portare a termine il compito» mi disse.

Non lo avrebbe portato a termine anche prima che ci conoscessimo meglio?

Non riuscii a frenarmi e ovviamente gli porsi quella domanda.

«Sì» si limitò a rispondere.

Sospirai ed ero ancora più confusa di prima, odiavo quella situazione.

Prohibited | Mattheo Riddle Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora