"Aura, se sapessi chi sono...impazziresti. Nel vero senso della parola. Quella stronza della mia matrigna mi sta fottendo il cervello! E farà impazzire anche te pur di farmi uno sgarro, se arrivasse a sapere di te.
Come si annienta una dea?
Il modo lo troverò, perché se ti torce un capello le farò pentire di essersi messa contro di me. Ha arso viva mia madre, mi ha allontanato dall'Olimpo come se fossi un bastardo. Ma io, figlio di Zeus, ho lottato ogni vita umana che ho vissuto, per i miei diritti e lo farò in eterno. A differenza degli altri dèi io ho uno scopo: riuscirò a farle pagare ogni cattiveria!
Stronza."
"Dioniso, di chi parli?" Sento una voce non lontano da me.
"Di quella puttana della moglie di mio padre." Gorgoglia la mia gola.
Chiudo gli occhi, ridendo di una risata alcolica.
La Menade mi accarezza la coscia, entrando nei pantaloni dall'apertura al ginocchio.
La guardo male. "Giù le mani. Che cazzo fai?"
La ragazza, che mi sta infilando le mani ormai ovunque, riprende ad agitare mani e gambe a ritmo di musica. C'è chi si preoccupa di mantenere il suo boccale sempre pieno.
Io sono seduto a terra, con le gambe aperte e i gomiti sulle ginocchia. Il mio boccale è mezzo vuoto, non so quante volte l'ho riempito. Ma riesco ancora a mantenerlo con tre dita. È come se non sentissi il ritmo. Stanotte non sento niente.
Aura non c'è. Non le avrei mai permesso di partecipare al rito, cosa cazzo gli è venuto in mente?! Non la condivido con nessuno, neanche con altre donne. È solo mia.
Se prendo chi le ha spifferato tutto, lo spappolo nelle mie mani! Ma credo di sapere chi può essere stato: quel coglione di Marcus le ronza intorno da quando è arrivata. Pagherà per questo, può starne certo.
Perché queste ragazze mi ballano addosso?
"Andate a fanculo! Voi non cambiate colore quando siete con me, non vi sento accelerare il battito cardiaco come se foste sempre sul filo del rasoio. Mi rompete il cazzo per avermi, e vantarvi. Siete solo puttanelle. Non siete..."
"Dioniso! Ora basta. Vieni via. Tutto questo non porterà prosperità. Lascia il vino." Sileno mi rimprovera. Quel vecchio rompi coglioni.
"Lasciami stare. Quella stronza di Hera mi manderà a puttane anche questa vita... Non posso permetterglielo."
"E cosa vorresti fare? Combatterla fino alla fine dei tuoi giorni, per poi ricominciare a combatterla fino alla fine dei tuoi giorni? Che stolto che sei... Dopo tutte queste vite umane, ancora non hai capito che tu non puoi niente contro la regina degli dèi? Ti farà sempre il culo, ragazzo mio!"
Scolo il bicchiere e mi alzo per riempirlo ancora. Barcollo, la mia testa tira il corpo a sinistra e finisco con entrambe le mani a terra. Mi tiro su, mi pulisco dal terreno e riprendo il boccale.
"Voglio altro vino. Sono ancora sveglio, quindi penso. Ho bisogno di spegnermi completamente.
Come quel giorno che ho perso la mia donna, Arianna, solo per i suoi capricci. Hera si diverte da millenni con me. Il suo passatempo è farmi impazzire, letteralmente, e rendere folli le mie donne. Tutte mortali.
Perché ho provato a sedurre dee, ma le mortali hanno un vigore che... Sileno, hai mai amato una mortale? Non intendo solo penetrata, intendo amata con tutto te stesso.""Si, Dion, so cosa intendi."
"No, non puoi capire! Vedere la tua donna sotto di te che si perde è una delle cose più straordinarie che la vita ti può dare. Ma quando perde la ragione... È come se morissi dentro.
Ad Aura non deve accadere. Voglio farla mia, voglio vederla godere sotto di me. La devo tenere lontana da quella stronza. Non può portarmela via...
Aiutami a liberarmi di questo castigo."Lo imploro, ho gli occhi bagnati. Devo fermarmi, il vino stasera non mi sta facendo bene.
"Perché non cominci col dirle la verità?"
"Non posso. Mi maledirà. Non vorrà mai avere a che fare con uno come me.
Dovevi vederla stasera... Sembra che quella puttana di Hera abbia già affondato i suoi artigli su Aura. Se così fosse sono finito, finito sul serio!"Sileno con la sua aria di sufficienza tra il saggio e il noncurante. "Non dire così, è solo una donna."
"No, cazzo! Lei è mia. Non la deve toccare nessuno." Abbaio come un cane.
Gli occhi sembrano di ferro, si chiudono da soli. Mi sento trascinare per un braccio. Apro gli occhi. Di nuovo quel cazzone di mio fratello.
"Apollo, sei un pezzo di merda!" Mi lamento.
"Finiscila. Neanche Sileno ti sopporta questa notte."
"Che cazzo te ne frega?"
"Mi ha chiesto lui di portarti via."
"E tu fai lo schiavetto?" Gli rido in faccia.
"Faccio il fratello maggiore."
"Dì la verità, hai spifferato tutto a quella stronza?"
Tento di alzarmi, voglio guardarlo negli occhi. Solo un albero mi mantiene.
"Fratello, sei peggio di un mulo?! Non ho riferito nulla della nostra conversazione a nessuno. Puoi stare tranquillo. Ero solo curioso di conoscere l'umana che ti ha soggiogato."
"Oh, ma dai, lo credi veramente? Un'umana che non me la dà mi soggioga perché la sua vita è monotona? E poi chi li ha mandati quelli li sul Nisa la scorsa notte?"
"Chi, Menezio e Perse?"
"Già, poteva morire. La vita degli umani è così delicata e labile."
"Allora sei stato tu a creare scompiglio su oggi? I titani non l'hanno presa bene." Sogghigna.
"Oh sì, se fossero stati umani non credo che sarebbe sopravvissuto nessuno." Sorrido beffardo. So esattamente di cosa sono capace a mani nude. Ma sono titani e mi tocca un po' più di fatica.
"Fratello, sei sicuro che ne valga veramente la pena? I titani hanno avuto un ordine, qualcuno lassù sa. Potresti non sfuggire all'ira di Hera."
"So cosa faccio. Ogni vita che attraverso è inutile. Quando trovi qualcuno che ti fa sentire vivo invece... Ti cambia la visione del mondo."
"Guarda i tuoi occhi. Sembri sognante. È il vino o è lei?"
"Non puoi capire..." Scuoto leggermente la testa.
"Già, non posso capire. Continuerò ad essere solo Febo per lei?"
"Si, per adesso non voglio che sappia nulla."
"Ti terrò il gioco ma... Trova una soluzione. Sei uno straccio." Il suo sorriso è pieno di compassione.
Apollo si allontana nel buio tra i rampicanti, verso Cirra, la sua residenza.
Non ho la forza di rispondere. So che ha ragione.
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Potevo non raccontarvi delle Dionisie?
Ovviamente a scuola (giuro, mi sto annoiando anche io a fare paragoni scolastici, ma non raccontano proprio tutto tra i banchi) ci spiegano cosa fossero i Baccanali, da Bacco romano appunto.
Ma in Grecia fu un culto così antichissimo, quello di Dioniso, che addirittura si crede che questo rito sia il primo conosciuto.Era rivolto solo a donne e schiavi, perché solo in questo rituale potevano sfogare qualsiasi pulsione aiutati da fiumi d'alcool e musica incessante. Tutto ciò gli permetteva di raggiungere un'estate che era praticamente simile a un organo di dimensioni colossali (così dicono, mah).
Ecco perché Dioniso ha fama di divinità un pò porcella.
Poi a Roma ovviamente dovevano smussare gli angolino, aggiustare le informazioni che non gli aggradavano, ed ecco il fanciullino coi grappoli d'uva appesi alle orecchie! 🤨
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Nella mia natura
Romance🔺 Attenzione 🔺 Comprende contenuti maturi contrassegnati come tali all'inizio del capitolo che li racchiude. Spesso viene utilizzato un lessico poco appropriato ad un pubblico sensibile. GRECIA, anni 2020 Aura è in fuga dalla sua vecchia vita. F...