Intravedo la schiena di Michael mentre avanza tra i pini, sta seguendo un sentiero che ora riesco a individuare anche io.
Arriviamo in uno slargo, si ferma e stende i due teli sul prato, lo fa continuando a tenermi la mano, sento sempre il dolore al polso.
Riesco a scorgere un lago di fronte a noi, sento i grilli frinire, l'aria è ferma. Guardo in alto le fronde dei pini, dubito che si possa vedere qualche stella cadente.
Mi sento tirare verso di lui mentre si siede e riesco a scostarmi giusto in tempo per non cadergli addosso.
Restiamo in silenzio, poi mi lascia la mano, si sporge verso di me e la allunga sul mio viso, sento il suo indice scorrere lungo il contorno della mia guancia destra.
Sono ipnotizzata da lui.
Sposta la sua mano dietro la mia testa, mi avvicina e mi bacia, non riesco a reagire.
Sono confusa dal suo odore che sa di sandalo, vaniglia, tabacco e mare, il suo sapore invece è quello del rum, mi sento inebriata.
Mi bacia sempre con maggiore intensità, mi vergogno, ma mi piace, e mi rendo conto che gli sto rispondendo, lo annuso e lo assaggio sempre con più foga, gli metto una mano dietro la nuca e infilo le dita tra i suoi capelli morbidi, mi sento premere una mano dietro la schiena, mi sta avvicinando sempre di più annullando ogni distanza tanto da ritrovarmi, non so come, seduta su di lui.
Liv fermati, Liv basta, Liv scansati.
Niente... non rispondo alla vocina che grida allarmata nella mia testa, sono fuori controllo, totalmente in balia della situazione.
Poi mi sento sollevare e riadagiare di fianco a lui.
Lo stacco è traumatico, lo guardo sorpresa... menomale penso, si è fermato lui.
Fa respiri profondi come se cercasse di calmarsi e riprendersi.
Lo intravedo frugare nella tasca destra dei suoi jeans.
Ok, penso... sta cercando un preservativo, speriamo la prenda bene quando gli dirò di no... se avrò il coraggio di dirgli di no.
Ma... no... non mi sembra un preservativo...no... scorgo un piccolo involucro di alluminio, lo apre e, nonostante il buio, vedo dell'erba.
Tira fuori anche le cartine dalla stessa tasca, mi passa un pezzettino di cartone staccato dal pacchetto di sigarette.
"Sai fare un filtrino a S?" mi chiede.
Mi guardo intorno sconcertata, vorrei alzarmi e mandarlo a quel paese urlando come una matta, ripercorrere, da sola, tutta la stradina al buio, fino ad arrivare a piedi a Torre dell'Orso.
"Ci provo" gli rispondo invece.
Cerco di ricordarmi come si fa un filtrino a S e al terzo tentativo mi sembra di esserci riuscita.
Cerco sopra di me possibili sprazzi di luce mentre lui armeggia con il tabacco.
Già farlo con la luce è difficile, con questo buio è un'impresa.
Ma dove e soprattutto con chi sono finita... con uno che alla sua età fuma ancora... penso scuotendo la testa rassegnata.
Ciok Ciok, accende il cannino e inizia a fumare con lunghi tiri che mi permettono di vedere il suo viso quando la punta accesa si illumina.
È assorto, si guarda di lato, si scuote il jeans.
Mi passa più volte il cannino senza guardare mai nella mia direzione.
STAI LEGGENDO
ERA AGOSTO 2001
ChickLitHai presente il Salento? Immagina di andare a lavorare ad agosto in una rumeria, di stare con gli amici di sempre e conoscere gente nuova, vivendo avventure... ehm... più o meno lecite. Poi immagina di incontrare un tizio misterioso e... aiuto...