Capitolo 10 - Nulla è a caso

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Siamo in macchina: Michael mi sta riportando a La Habana.

Guardo il suo cellulare posato in una rientranza del cruscotto, ha un Nokia 3210, lo vorrei anche io quel cellulare, invece del mio Ovetto Motorola.

Ma... ora che ci penso... "Come hai avuto il mio numero di cellulare?" 

"Visto che non mi hai mai chiamato me lo sono procurato in altro modo" dice continuando a guardare la strada.

"Chi te l'ha dato?" dal suo sorrisino mi è chiaro, però, che non me lo dirà.

"Si dice il peccato ma non si dice il peccatore" risponde sempre ridendo.

Non posso insistere, siamo arrivati. Mi porge la guancia, gli do un bacio guardandolo di traverso e lui mi strizza l'occhio, scendo dall'auto e vado verso La Habana senza voltarmi.

Chissà quando e se ci rivedremo, anche questa volta non ci siamo dati appuntamento, rifletto mentre entro nel Privé retro-magazzino per prepararmi alla serata.

Francesca irrompe nella stanza e a passo svelto viene a sedersi al tavolone, si passa le mani sul viso di continuo, ha i capelli scompigliati nonostante siano corti, io e Giovanna, che è seduta accanto a me a truccarsi, ci fissiamo preoccupate.

"Ragazze, oggi non è serata, ma ho preso un Tavor di mio padre e sto molto meglio"

La guardo a bocca aperta... sicuramente sta scherzando, ma osservandola meglio forse no, non me ne intendo di Tavor, non so che effetti possa avere.

Dopo il pomeriggio al mare e l'impolverata sulla vespa sono un po' concia, mi osservo nello specchietto, lego i capelli in una coda alta, sistemo il pareo per coprirmi bene le gambe, tiro giù, lisciandola, la maglietta nera di cotone con scollo a V, per fortuna ho sempre un cambio di riserva nel Privé retro-magazzino.

Entriamo a La Habana. Vito mi viene incontro.

Ma cosa gli prende... è rosso in viso, sembra un toro infuriato e sta per caricarmi!

Mi afferra per un gomito e mi costringe a seguirlo su un lato appartato della terrazza, lontano da Francesca e Giovanna.

Le vedo guardarmi preoccupate, intercetto lo sguardo di Gabriele che sbircia da dietro il bancone del Bar, Antonio è appoggiato al muretto dall'altro lato e mi guarda con un ghignetto sul viso. Marco lo vedo arrivare con un fusto di birra tra le braccia. Anche lui mi fissa.

Ma cosa ho combinato?

"Allora? Ti ha chiamato quel tipo?" chiede mettendosi a pochi centimetri da me e portandosi le mani sui fianchi.

"Chi mi doveva chiamare?" rispondo cercando di distanziarlo.

"Quel tipo che questa mattina è venuto a chiedermi il tuo numero di cellulare"

Ecco il peccatore che gli ha dato il mio numero... sorrido trionfante per averlo scoperto.

Mi metto le mani in vita anch'io, allargo i piedi piazzandomi di fronte a lui, alzo il mento per sfidarlo.

"Perché gliel'hai dato?" lo accuso.

Vito non mi sembra spaventato. Per nulla.

"Mi ha detto che ti doveva chiamare per dirti una cosa importante, si trattava di un'emergenza, avevo il cellulare scarico e non ti ho potuta avvisare, il tuo numero l'ho preso dall'agenda di Alberto"

"Ah, beh sì, era davvero importante... proprio un'emergenza direi: mi ha invitata ad andare al mare con lui!" dico con tono canzonatorio, con un sorrisetto che vuole dirgli ecco, ti sei fatto abbindolare da Michael e nel frattempo sento l'euforia diffondersi nel mio petto, pensando a quello che lui ha fatto per avere il mio numero.

Ma Vito non scherza con me. Anzi, noto il movimento dei muscoli delle sue braccia, avanza verso di me che arretro fissando l'indice che mi punta sul viso.

"Liv, ma l'hai visto?"

Divento seria all'istante.

"Lui è troppo per te!"

Sento il panico salirmi nel petto, apro la bocca, poi la richiudo, non so che ribattere, ho paura di quello che possa aggiungere.

"Cosa pensi che voglia da te uno così?" riparte alzando il tono della voce.

"Ha almeno dieci anni più di te, è bello e può avere chi vuole, ma... forse, la stagione gli sta andando male, sicuramente è da luglio che si guarda intorno e accumula testosterone mentre gli passano davanti culi e tette di donne che non gliela danno... poi, però, ha visto te... una piccola preda ingenua: sta cercando una con cui svuotarsi le palle a fine estate!"

Faccio di no con la testa, non ci credo che abbia usato quest'espressione, mi copro il viso con entrambe le mani e CRASH è il rumore che sento nel mio petto, causato dall'infrangersi della mia autostima... provo un senso di nausea perché ho paura che abbia ragione. 

Vorrei tanto che mi dicesse che non è vero, che si sbaglia.

"Beh, non credo di essere così insignificante e sfigata" sussurro quasi piangendo.

"No, non voglio dire che sei brutta o sfigata, voglio dire, però, che sei giovane e ingenua e uno come lui ti rigira come vuole!"

Mi tende le mani, mi afferra e mi abbraccia stretta "Non voglio che poi ci stai male" mi sussurra all'orecchio.

Mi sciolgo dal suo abbraccio e lo guardo seria.

"Vito, grazie per i tuoi consigli, ma non sono così ingenua come pensi, né sicuramente mi vado a innamorare"

...Vito, Vito... tu non mi conosci... non sai quanto io sia fredda e scostante, non sai che io sono stata capace di rimbalzare Matteo, il cugino figo di Alberto, senza ripensarci mai più, non sai di quando ho fissato impassibile Giovanni, che piangeva in aeroporto dall'altro lato del vetro, supplicandomi di non lasciarlo... non sai di quello che ho fatto a Francesco, quando ho strappato il Piccolo Principe che mi leggeva tutte le sere, accoccolati sul letto, e gliel'ho fatto trovare nel water del suo appartamento a Roma perché gli avevo trovato una foto della sua ex nel cassetto, non sai che... che... non sai un bel niente Vito, soprattutto non sai che io nella mia vita voglio solo laurearmi, viaggiare e divertirmi. Figuriamoci se penso alle conseguenze di uno stupido flirt di agosto, con uno che alla fine... se ci penso bene... si comporta da ragazzino e non da uomo!

"Puoi fare quello che vuoi ed io so di averti avvisata, ci starai attenta vero?" scrolla le braccia e guarda di lato, forse si è pentito di quello che mi ha detto.

Giovanna e Francesca ci stanno guardando, ora vengono verso di noi.

"Allora? Dovete dirci qualcosa, vi siete fidanzati?" dice Francesca ridendo e cercando di smorzare i toni, ma non ci riesce.

***

Stiamo lavorando ma sento ancora la tensione nell'aria.

Immagino la mia espressione incupita mentre prendo le ordinazioni e servo ai tavoli.

Vito ogni tanto mi lancia occhiate, forse cerca di capire se lo perdonerò mai per quello che mi ha detto.

Francesca guarda Giovanna e Giovanna guarda Gabriele.

Marco e Antonio sembrano indifferenti, ma li sorprendo almeno un paio di volte a fissarmi.

Maurizio è alla cassa e non mi sembra che si sia accorto di nulla.

Alberto non c'è.

È uscito con suo cugino Matteo... da quando la sua ex fidanzata, Lavinia e amiche sono partite, sono sempre in giro  per locali a caccia di ragazze.

ERA AGOSTO 2001Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora