L'auto dei miei genitori si ferma davanti alla Villa in cui vivrò il prossimo mese.
È a metà strada tra altre villette a schiera ed è circondata da un giardinetto, poco oltre il parco dei Giardini del Sole. Nelle aiuole polverose ci sono oleandri rossi e piante tipiche della macchia mediterranea che non conosco.
"Sei sicura che dovrai stare qui?" chiede mia madre sporgendo la testa dal finestrino.
"Sì, l'indirizzo è questo" dico togliendo dal bagagliaio, con rapidi movimenti, la mia valigia verde in cui ho ammucchiato pochi vestiti.
Mio padre non scende ad aiutarmi, osserva ancora la Villa con occhi a fessura.
Riguardo l'auto: i miei genitori sono ancora lì immobili. Mi affianco al finestrino dal lato di mia madre, mi sporgo dentro e gli sorrido cercando di rassicurarli.
"State tranquilli, i proprietari de La Habana hanno affittato questa Villa per alloggiare tutti insieme e controllarci!"
Dallo sguardo di mia madre capisco quello che sta pensando: certo, come no.
"Dai, lo sapete! Li conosco tutti, ci lavoro a Roma da un anno e poi... sarà solo per un mese!" dico provando a essere più convincente.
Dopo un primo momento di incertezza, li ho convinti che fosse meglio che cambiassi aria e accettassi la proposta di venire qui a Torre dell'Orso per questo lavoro estivo.
Ora, dai loro sguardi, temo che ci stiano ripensando.
"Perdi solo tempo qui!" dice mio padre fissando il cruscotto dell'auto.
"Livia, noi andiamo, mi raccomando a te!" ci interrompe mia madre scorrendo lo sguardo sulla mia canotta bianca e sui pantaloncini di jeans tagliati.
Resto in mezzo alla strada guardando l'auto allontanarsi e con una rapida oscillazione della mano, a destra e sinistra, li saluto, fin quando non li vedo svoltare a sinistra e sparire.
È il primo agosto 2001.
Sbuffo... sarei dovuta arrivare almeno quindici giorni fa, ho tardato per via di quel maledetto esame all'Università rinviato all'improvviso.
L'ultimo mese non è stato per niente semplice: sono stati giorni di studio disperato. Sento ancora il sudore scendermi sulla schiena negli afosi pomeriggi passati a studiare barricata in casa a Roma, le zanzare, la mancanza di fame, lo sconforto e la voglia di liberazione.
Mi scorre ancora una lacrima di gioia ripensando a quello che ho provato all'uscita dall' Università dopo averlo superato.
Ritrovarmi a fine luglio magrissima e color bianco latte, mentre tutti i miei amici sono abbronzati e in ottima forma, ha un peso: ma ora ho intenzione di rimediare.
Mi giro verso la Villa. Chissà come ci avranno sistemato! Penso sfregandomi le mani e sorridendo.
Non che io voglia una camera singola o chissà cosa, a ventitré anni ho bisogno davvero di poco: mi basta un letto per dormire.
Tutti i miei colleghi hanno accettato di seguire questo trasloco estivo de La Habana da Roma a Torre dell'Orso.
Qualcuno, come Marco e Samira, con più entusiasmo, qualcun altro, come Antonio, con meno.
Comunque sia, beati loro, sono qui già da inizi di luglio.
È da un mese che mi mandano sms del tipo:
Samira: -Ma quando arrivi?-
Marco: -Qui è stupendo-
Antonio: -Dai muoviti ti stiamo aspettando-
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ERA AGOSTO 2001
ChickLitHai presente il Salento? Immagina di andare a lavorare ad agosto in una rumeria, di stare con gli amici di sempre e conoscere gente nuova, vivendo avventure... ehm... più o meno lecite. Poi immagina di incontrare un tizio misterioso e... aiuto...