Capitolo 13 - Quel maledetto temporale

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Guardo il calendario appeso al muro: l'unica cosa degna di nota accaduta in questi giorni sono le X che ho messo nelle caselle del diciassette e diciotto agosto.

Anche oggi mi trascino in spiaggia, ecco un ombrellone libero e un lettino disponibile. 

Mi stendo e fisso il mare. C'è gente intorno a me e in acqua, ma io escludo tutti dal mio sguardo e dal mio udito.

Ripenso a Vinicio con amarezza, che figuraccia ho fatto, lui però è stato incredibile, ha retto il gioco del mio ex. Non ha negato. È stato un gentiluomo.

Al senso di vergogna e rabbia per la figuraccia con Vinicio, si affianca, nel mio petto, il disagio che mi crea il comportamento freddo di Michael.

Ho ripercorso più volte gli avvenimenti di due sere fa.

Mi sono comportata male con lui.

Sempre.

Sono stata una stupida quando si è avvicinato la prima sera a La Habana e sono scappata via come un'adolescente al primo approccio.

Non l'ho mai chiamato, né gli ho mai mandato un Sms per prima.

Ai laghi mi sono comportata come una ragazzina.

Quando siamo andati al mare e ha provato a baciarmi gli ho dato uno spintone.

Non ho socializzato con i suoi amici e ho insultato il guidatore folle di vespa.

Quando mi ha invitata al concerto ho fatto un milione di storie prima di dirgli di sì.

In macchina ho provato a rifilargli quelle due bugie e lui l'ha capito.

Poi è sembrato un tormento che mi avesse dato la mano e ho cercato di liberarmene tutte le volte che potevo.

Sono stata maleducata con i suoi amici e guardato sempre male la sua ex.

Infine non gli ho dato spiegazioni del perché sia andata da Vinicio e a chi stessi mandando l'Sms.

Certo lui è stato molto severo con me: non mi ha chiesto spiegazioni e mi ha mollata alla Villa senza aggiungere altro.

Credo che se è definitivamente sparito è per tutto quello che è accaduto in generale, non solo per l'ultima sera.

So bene che non è la prima volta che metto in fuga qualcuno interessato a me.

La psicologa si è raccomandata: "Quando sei in conflitto per qualcosa devi parlare, sfogarti e confrontarti"

Ma non sono riuscita a parlare con nessuno dei miei amici qui di quello che è accaduto.

Giovanna è pensierosa come se portasse avanti un suo percorso interiore: è sempre fuori a camminare e non parla mai.

Francesca deve aver avuto ulteriori problemi a casa, non scherza, non sorride e ha brutte occhiaie.

Guardo il cellulare.

Non ho voglia di chiamare Katia, so già quello che mi direbbe "Smettila di fare la cretina, chiamalo e scusati"

Ieri non ce la facevo più e ho chiamato Sara, la mia amica storica del Liceo. Io e lei ci vediamo pochissimo, ma ci teniamo sempre aggiornate su tutto quello che facciamo, poi ho chiamato Alice che segue i miei stessi corsi all'Università e con cui scherziamo sempre sui ragazzi che incontriamo in Facoltà.

Ho raccontato tutto a entrambe, mi è costato tutta la ricarica al cellulare da diecimila lire, però credo che mi abbia fatto bene parlare con loro.

Anche se eravamo al telefono è stato come averle di fronte a me; entrambe mi hanno fatto una bella ramanzina, ma hanno criticato soprattutto Michael, non solo il mio comportamento.

ERA AGOSTO 2001Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora