Alle diciannove e quindici arrivo a La Habana.
Non vedo Alberto. Maurizio è seduto alla cassa con la calcolatrice in mano, solleva la testa di ricci neri, si sistema gli occhiali sul naso, mi guarda un secondo e mi sorride distratto.
"Scusa Maurizio, questa sera potrei andare via a mezzanotte?" gli chiedo sperando che mi dica di no.
"Certo Liv, fai quello che vuoi, se hai bisogno anche prima" risponde continuando a fare i suoi conti.
"Va bene a mezzanotte, grazie" gli dico notando con la coda dell'occhio Antonio: che impiccione, è lì a pulire un tavolo e ha ascoltato tutto. Caspita, tutte le sere a mezza notte lui sparisce, se prova a dirmi qualcosa gli do un pugno dritto sul naso.
Ore 20.30 - Sms di Michael: Novità?
Ore 21.30 - Sms di Liv: Ok per mezzanotte.
Ore 21.31 - Sms di Michael: A dopo :-).
È mezzanotte precisa e arrivo in cima alla salita, Michael è già qui.
Salgo in auto.
"Ciao" lo fisso e cerco di non mostrare il mio stupore: lui è al top.
Indossa una camicia blu con le maniche arrotolate, aperta sul collo, la sua collana di caucciù mi sembra ancora più sexy, ha un pantalone in cotone beige chiaro.
Mi sorride e gli brillano gli occhi.
Lo guardo incerta mentre mi sporgo a dargli un bacio leggero sulle labbra.
Mi arriva il suo profumo: sandalo, tabacco, mare e non so cosa, mescolati. Sento un vuoto nella pancia e una sorta di calore diffondersi nel mio petto. Non riesco proprio a trattenere un sorriso a mia volta.
L'interno della macchina è ordinato, il posacenere è vuoto.
Mi muovo sul sedile agitata e mi guardo, per fortuna questa sera ho messo l'unico vestitino che ho portato con me, scorro il dito sulla stoffa di pizzo san gallo bianco, mi sistemo meglio perché mi stringe un po' e sono scomoda, è un tubino aderente con la scollatura quadrata.
Questo pomeriggio l'ho messo nello zainetto prima di andare a La Habana.
Michael avvia l'auto, direzione sud, Otranto.
"Com'è andata in questi giorni?" mi chiede come se fosse un genitore che vuole sapere com'è andata a scuola.
"Abbiamo lavorato molto, soprattutto ieri: c'erano le ballerine brasiliane a La Habana!"
"Sì, le ho viste... abbiamo fatto un salto con gli altri, ma c'era troppa gente, siamo andati via subito. Ti ho intravista ma stavi andando dietro" lo dice guardandomi e ridendo.
Perché non mi ha fatto un cenno, perché non mi ha aspettata? Vorrei chiedergli scuotendolo.
"Eh sì, c'è stato un piccolo incidente" dico invece e prego che lui non mi abbia vista anche nel momento in cui mi versavo tutto in testa.
"Spero che il tuo capo non ti abbia fatto troppi problemi per questa sera"
"Beh, un po' sì, ma l'ho convinto a farmi andare via, farò degli straordinari per recuperare"
Si volta a guardarmi: è dispiaciuto.
"Ma quel ragazzo calvo è uno dei tuoi capi?"
"Vito? Oh no, lui è un mio collega"
Sto zitta e sento accapponarmi la pelle ricordandomi l'espressione usata da Vito sugli obiettivi di fine estate di Michael. Non riesco nemmeno a ripeterla tanto mi fa male. Scruto Michael assottigliando lo sguardo.
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ERA AGOSTO 2001
ChickLitHai presente il Salento? Immagina di andare a lavorare ad agosto in una rumeria, di stare con gli amici di sempre e conoscere gente nuova, vivendo avventure... ehm... più o meno lecite. Poi immagina di incontrare un tizio misterioso e... aiuto...