Capitolo 21 - L'autunno più autunno

164 34 441
                                    

L'autunno quest'anno sembra più autunno, mi dico percorrendo, a passo svelto, la leggera salita di Via dei Platani, accelero per arrivare puntuale al ristorante l'Osteria di Centocelle. Che poi non sarebbe neanche autunno, a dirla tutta, oggi è solo il venti settembre, qui a Roma ci sono ancora venticinque gradi. Incrocio sguardi carichi di astio con i passanti che vedo in maniche corte.

Se non mi calmo arriverò tutta sudata, rallento e mi arrotolo le maniche della mia camicetta bianca.

Ecco Vito sotto la porta del ristorante L'Osteria, mi fissa e con l'indice batte sul quadrante dell'orologio al suo polso.

"Come sei palloso, perché ti ho detto di sì quando mi hai chiesto di lavorare con te qui?" gli dico sbuffando "sono le dodici in questo momento, non sono in ritardo!" aggiungo alzando la voce e aggrottando la fronte.

"Dai non ti arrabbiare, scherzavo, dammi un bacino" ride spostando il dito indice dall'orologio alla sua guancia e chinandosi verso di me.

"Non ci sperare, lo dico ad Antonella se fai lo scemo" lo minaccio facendogli la linguaccia e scansandolo per entrare nel ristorante.

"Sono qui" dice Antonella sbucando con un saltello da dietro di lui.

"Ah, ti ho chiamata prima di uscire, ecco perché non eri a casa, potevi aspettarmi, così venivamo qui insieme" le dico rimproverandola.

"Dai Liv, io non riesco a stare dietro ai tuoi ritmi cadenzati al secondo: la mattina alle otto sei in piedi, studi fino alle undici e quarantacinque, dalle dodici alle quindici e trenta lavori qui, poi torni a casa e dalle quindici e quarantacinque alle diciannove sei di nuovo chiusa in camera a studiare, alle diciannove e trenta torni qui a lavorare fino alle ventitré e poi... solo se io, Samira e Katia siamo fortunate, ti vediamo arrivare con Vito a La Habana" dice con le mani sui fianchi scuotendo i suoi riccioli biondi "Tutti i giorni la stessa storia... se questa mattina avessi provato a chiamarti per venire qui mi avresti mangiata viva. Quindi..." aggiunge allargando le braccia e sbuffando.

"Comunque non è vero che mi sono chiusa in casa a studiare e qui a lavorare, questo fine settimana torno in Puglia e vado anche a trovare Francesca a Lecce" rispondo a tono.

"Non andrai mica a trovare quello lì" chiede Vito sprezzante e scrutandomi per qualche secondo... osservo le sue labbra socchiuse.

"Se Liv va a trovare quel ragazzo non ti riguarda" interviene Antonella mentre tutti e tre entriamo nel ristorante l'Osteria.

Vedo Alberto seduto alla cassa, solleva gli occhi da un blocco notes e ci fissa incuriosito, con un sorrisino sul viso.

"Liv sa cosa fare" ribadisce Antonella "Vado via, vi lascio lavorare" dice intercettando lo sguardo di Alberto che si gratta la testa con la penna.

Sbuffo andando nello spogliatoio a posare le mie cose; passo dalla cucina e Mario, il cuoco, mi sorride mentre salta degli gnocchi al pomodoro e mozzarella.

Riguardo il mio cellulare prima di riporlo nell'armadietto di ferro a sinistra.

Apro di nuovo i messaggi ricevuti da Michael.

3 settembre ore 11.00 Sms di Michael: Ciao, sei arrivata a Roma? Tutto ok?

6 settembre ore 12.00 Sms di Michael: Ti va di sentirci?

7 settembre ore 18.00 Sms di Michael: Mi dispiace che non mi rispondi.

11 settembre ore 20.00 Sms di Michael: Liv hai sentito dell'attentato? Tu tutto ok?

Vorrei scrivergli che ero con Vito a bere un caffè al Bar Jenny, accanto al ristorante, quando c'è stato l'attentato alle Torri Gemelle e che mentre guardavo con gli occhi sbarrati gli aerei schiantarsi, mi chiedevo solo dove fosse lui in quel momento.

ERA AGOSTO 2001Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora