Capitolo 24 - Venti anni dopo

190 34 338
                                    

L'aeroporto di Brindisi mi ricorda quello di Fuerteventura... osservo le palme reali scosse dal vento e la tonalità azzurro ciano del cielo basso, però qui il paesaggio è piatto a trecentosessanta gradi.

Mhmm adoro questo pezzo: schiaccio il tasto del volume... e non posso fare a meno di cantare insieme a Harry.

Just stop your crying, It's a sign of the times, Welcome to the final show, Hope you're wearing your best clothes...

Oh, eccolo lì

Esce dalla porta scorrevole ARRIVI dell'aeroporto.

"Vins, Vins!" agito il braccio destro per farmi notare al di qua della strada.

Devia, attraversa, si abbassa quando passa sotto un ulivo e viene verso l'auto.

Procede con passo sicuro, l'espressione seria prima del sorriso.

È vestito da ufficio nonostante sia domenica, indossa un pantalone nero e la sua immancabile camicia bianca, ma almeno in questo momento non ha la cravatta: lui adora quella grigia. Regge sull'avambraccio destro la giacca del completo, con l'altra mano trascina un piccolo trolley nero, sulle spalle lo zainetto con il pc.

"Eccoci" mi dice mentre mette tutto nel bagagliaio.

 "Andiamo pure" aggiunge saltando in auto.

"Ma vuoi guidare tu?" gli chiedo.

"No, no Liv, guida tu, così mi rilasso un attimo prima di arrivare a Lecce e magari facciamo un piccolo brief prima dell'incontro"

"Perfetto" gli dico rimettendomi alla guida della Opel nera che ho noleggiato giovedì, proprio qui in aeroporto.

"Ma hai sistemato i capelli? Li hai fatti rossi?" mi chiede fissandomi con gli scuri occhi chiusi a fessura "Ti donano"

"Grazie, sì ieri: voglio essere grintosa" dico ridendo "È stupendo avere il capo che nota le modifiche nei capelli dei dipendenti" dico facendogli l'occhiolino e dandogli un colpo sul braccio.

"Scema, lo sai Liv che ti considero innanzi tutto la mia migliore amica, oltre che collaboratrice; comunque sono abbastanza abituato ai tuoi cambiamenti. Mi piaci grintosa, dobbiamo spaccare tutto sia questa sera che domani... belli carichi eh" mi dice stringendo il pugno e agitando l'avambraccio destro.

"Sì, deve andare bene Vins, per forza" dico quasi tra me annuendo.

***

Procedo spedita sulla statale Brindisi-Lecce.

"Sono già le diciassette, avremo giusto il tempo di arrivare in albergo e prepararci per la cena" dico osservando lo sguardo torvo di Vins.

"Guarda che scempio" dice guardando fuori dal finestrino.

"Sì, la Xylella è una piaga, ormai ci si fa poco, ha ucciso quasi tutti gli ulivi" ribatto intuendo quello a cui si riferisce.

"È un paesaggio spettrale" scuote la testa.

Fissiamo ammutoliti lo scorrere della campagna pugliese intorno a noi, i campi gialli e la terra a tratti rossa, le villette di campagna circondate da recinzioni che ne nascondono la vista, il cielo infinito con le nuvole bianche basse. Osserviamo quello che resta degli ulivi secolari non ancora abbattuti: tronchi monchi e rami secchi additano il cielo invocando clemenza.

ERA AGOSTO 2001Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora