IO, TE E GLI ALTRI

Capitolo Otto

Il treno era molto affollato, in vista del ponte del weekend. Felix era riuscito a prenotare due posti vicini, per poter parlare durante il viaggio di quasi due ore. Dopo aver sistemato i bagagli, si sedette affianco a Noah che stava parlando al telefono in una lingua che l'altro non conosceva. Appena riattaccato, gli rivolse un sorriso di scusa: "Ho un paio di appuntamenti di lavoro, al nostro rientro. Clienti stranieri". "Capisco" sussurrò Felix, poi si appoggiò allo schienale e chiese a voce bassa: "Visto che sei più esperto di me, come ci comportiamo?". Noah lo guardò quasi con tenerezza: "Non esiste un modo giusto o sbagliato per comportarsi, siamo una qualsiasi coppia di innamorati, Felix caro". Il giovane dovette sforzarsi di non scoppiare a ridere: "Non funzionerà mai, mi viene da ridere se dobbiamo fare i romantici o cose del genere". Noah fece una risatina: "Non tutti sono romantici, sii naturale ed io mi adeguerò, stai tranquillo". Dopo un breve silenzio, gli chiese: "Hai mai portato a casa qualcuno?", Felix lo fissò a lungo e poi scosse la testa: "Ho avuto un paio di ragazze, da quando vivo a Roma, ma niente di serio. La storia più lunga sarà durata due settimane". Noah accavallò le gambe e chiese in tono divertito: "Invece, noi da quanto stiamo insieme?". La domanda lo lasciò senza parole, dovevano studiare e concordare una storia plausibile, prepararsi delle risposte univoche alle domande che gli sarebbero state poste. Felix si sentì scoppiare la testa, ma Noah gli sorrise per incoraggiarlo: "Pensa alla cosa come ad un esame, tu studi storia, giusto? Devi imparare la nostra storia fittizia e prendere il massimo dei voti". Felix ricambiò il sorriso dell'altro, sentendosi sollevato a quelle parole. Con un sospiro, allungò la mano e prese quella di Noah cercando di abituarsi ad un'intimità ed una confidenza tra loro che avrebbe dovuto fingere fosse del tutto normale, per i prossimi quattro giorni.