Capitolo Quarantanove

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Felix si svegliò molto tardi, al suono continuo del suo telefono. Era sua cugina, evidentemente ancora in piena crociata 'troviamo un ragazzo al mio cugino gay', che la teneva occupata da più di un anno. Il ragazzo gettò il telefono lontano, prima di ricordarsi che voleva chiamare Erik per chiedergli consiglio. Il suo amico si era laureato molto prima di lui e lavorava in una società di software al centro di Roma. Erano, comunque, rimasti molto uniti. Era l'unico con cui sentiva di potersi aprire e che gli avrebbe dato un parere privo di pregiudizi. Sbadigliando rumorosamente, raccolse il telefono da terra, ignorò i messaggi della cugina e chiamò Erik sapendo che gli avrebbe risposto anche se stava lavorando. "Al tuo servizio, Felix!" rispose allegro al terzo squillo. "Ciao" tono mesto di Felix e sospirò rassegnato di Erik: "Cosa succede, ora?". "Devo parlarti di una cosa, possiamo vederci stasera da qualche parte?".

Dato che si sarebbero incontrati per cena in una pizzeria, Felix pensò di dedicare il resto del giorno alla ricerca di un lavoro per poter finalmente essere indipendente dalla propria famiglia. L'insegnamento era decisamente una scelta impegnativa, così come la carriera di ricercatore. Poteva trovare un impiego in qualche biblioteca o come archivista. Aveva preparato un curriculum con tutto il suo percorso di studi, sapendo che nella capitale c'erano sicuramente buone possibilità di trovare qualcosa. Inviò diverse mail e, all'imbrunire, si preparò per incontrare Erik. Si sentiva molto combattuto ed aveva proprio bisogno di parlare con l'amico. La sua vita era più o meno tranquilla, ora. Era il caso di rischiare tutto per un sentimento che forse si stava solo immaginando? Non lo sapeva. Arrivò stranamente in anticipo all'appuntamento con l'amico e si sedette al tavolo prenotato, vicino alla finestra. Erik lo raggiunse dopo qualche minuto, con un cappellino fluorescente ed un sorriso. Si sedette e lo squadrò, scuotendo la testa all'evidente agitazione dell'altro: "Dimmi ora cosa cazzo è successo, Felix". Dopo una lunga pausa, quando ogni speranza di veder arrivare il cameriere per distrarli si rivelò vana, Felix si rassegnò confessando: "Noah mi ha mandato una cosa". Erik fu molto stupito, il suo volto assunse un'espressione allibita e sembrò non essere in grato di dire nulla. Poi, sussurrò semplicemente: "Cazzo, questo non me lo aspettavo"

IO, TE E GLI ALTRIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora