Capitolo Trentasei

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'Cause there's a side to you
That I never knew, never knew
All the things you'd say
They were never true, never true
And the games you'd play
You would always win, always win

(Set fire to the rain – Adele)

Erik, nei giorni seguenti, gli fu sempre molto vicino. Felix, se da un lato gli era grato, d'altra parte si sentiva a disagio dato che non aveva nessuna intenzione di raccontare all'amico il motivo per cui era praticamente intrattabile. Cosa avrebbe potuto dire? Forse sono, oppure, non sono gay? Potrei essere attratto dai ragazzi ma, forse, soltanto da Noah, che poi non si chiama così e non si sa neppure dove sia? Non era davvero pronto ad affrontare la questione e neppure a raccontare cosa fosse successo la notte prima della fuga precipitosa dell'altro ragazzo. In fondo, non era stato niente di importante. Baci, carezze, guardarsi come se non si potesse più vivere uno senza l'altro. Le solite cose, insomma.

Una settimana dopo il suo viaggio in famiglia, Felix era decisamente sull'orlo di una crisi di nervi. Ne era consapevole, anche Erik ne era consapevole dato che lo accompagnava ovunque e lo chiamava in continuazione quando non erano insieme. Probabilmente, tutti quelli che frequentavano i suoi stessi corsi all'università, stavano aspettando di vederlo crollare da un momento all'altro. Durante le lezioni, non seguiva mai, limitandosi a tracciare strani segni incomprensibili sul blocco degli appunti. A volte, fissava il vuoto oppure studiava tutti i ragazzi seduti nell'aula cercando di capire se provasse attrazione fisica verso qualcuno di loro. All'entrata ed all'uscita, cercava in ogni modo di strusciarsi contro chiunque. Voleva capire se il suo corpo avrebbe reagito, per trovare una risposta alle domande nella sua mente. Un giorno, aveva rischiato di essere picchiato da un tizio enorme perché si era appoggiato alla sua ragazza mentre uscivano dall'aula. Era un caso pietoso, ormai.

Dopo una settimana, al termine delle lezioni, trovò Erik ad aspettarlo fuori dall'aula. Felix sbuffò e cercò di cambiare strada, ma l'amico lo seguì. "Non hai lezione, Erik?" chiese Felix, allungando il passo. "Devi parlare con me" rispose l'amico in tono deciso e preoccupato: "Sei cambiato e non capisco cosa ti succede. Non vieni più a trovarmi, non vai più alle feste o alle cene dei nostri amici. Hai sempre la testa altrove e ti strusci contro chiunque". Felix si fermò di botto e lo fissò di traverso: "Io non mi struscio contro chiunque!". Erik scosse la testa e ribatté: "No? Mi ricordo male, oppure qualche giorno fa il fidanzato della rossa che segue i tuoi corsi, ti ha minacciato perché stavi addosso alla sua ragazza?". Felix alzò le spalle, riprendendo a camminare a testa bassa, seguito dall'amico che rimase in silenzio fino a che si lasciarono alle spalle l'università e raggiunsero il palazzo dove viveva Erik. "Sali da me" propose a bassa voce, Felix sospirò ma alla fine si arrese. 

IO, TE E GLI ALTRIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora