Capitolo Quattordici

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"Perché non ci accomodiamo dentro?" chiese Felix in tono esageratamente alto, Noah gli rivolse un sorriso quasi tenero e la madre si affrettò ad appoggiarlo. "Ma certo, staremo più comodi". "A tavola mi siedo vicino a voi, Felix" sussurrò Esther mentre si incamminavano tutti: "Voglio sapere tutto!". "Che gioia" bisbigliò Felix, Noah gli camminava affianco in silenzio. Appena entrati, furono avvolti dalla penombra del salone al piano terra. Oscar si fece loro incontro ed annunciò: "Ho già portato i bagagli su in camera, Felix. Ma non ti ci abituare!". "Ti ringrazio" gli rispose Felix, chiedendo poi: "Nella mia camera?". "La tua camera era troppo piccola, caro!" lo informò la madre: "Ti abbiamo preparato la vecchia stanza degli ospiti all'ultimo piano, quella con il letto più grande". Duilio brontolò tra sé: "Non erano meglio due letti singoli? Queste cose non le capisco proprio".

Raggiunsero l'enorme tavolo di legno rettangolare, apparecchiato al centro della sala al pian terra. Al centro spiccavano diverse bottiglie di vino, vera passione di famiglia. Felix sospirò ed Esther fece una risatina, conoscevano bene entrambi quanto i loro congiunti amassero bere in compagnia. I padroni di casa fecero strada e presero posto in fondo, Duilio a capotavola e la moglie al suo fianco. I genitori di Esther si sedettero vicino a loro, Oscar ed Esther subito dopo e Felix si sedette affianco alla cugina facendo cenno a Noah di prendere posto vicino a lui. Il giovane dai capelli rosa osservò l'enorme tavolata sproporzionata e chiese sottovoce a Felix se aspettassero altre persone, l'altro sorrise nervosamente: "No. Non chiedere.". Noah alzò le spalle e si appoggiò allo schienale di legno, cercando una posizione comoda senza apparentemente riuscirci. 

IO, TE E GLI ALTRIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora