Capitolo Quaranta

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Felix lasciò passare un'altra settimana, prima di decidere di prendersi una pausa dallo studio. Aveva sempre amato la storia, ma ora qualunque cosa gli ricordava Noah e quanto era stato stupido nel credere che l'altro potesse trovarlo realmente attraente. Era solo un ragazzo medio, noioso, poco interessante. Così, decise di andare in segreteria per ritirarsi dagli studi. Ma non sarebbe tornato a casa, non si sentiva mai al proprio posto, in quell'ambiente. Invece, pensò di trovarsi un lavoro e restare a Roma. In fondo, aveva sempre i suoi amici ed una stanza in cui vivere. Non era molto, ma forse era solo quello che si meritava. O magari, sperava solo che restando in città avrebbe potuto in qualche modo rivedere il ragazzo che gli aveva sconvolto la vita.

Nei giorni successivi, mentre era alla ricerca di un lavoro, Felix evitò Erik e gli mandò solo un paio di messaggi dicendo che era occupato. Non voleva ancora affrontare l'amico, vedere la delusione nei suoi occhi. Anche i suoi genitori ancora non sapevano nulla, li avrebbe chiamati solo dopo aver trovato un lavoro, per avvisarli che non gli occorrevano più i loro soldi. Li avrebbe, comunque, delusi. Sua madre, soprattutto, che voleva tanto un figlio laureato. Invece, suo padre lo aveva già deluso quando aveva scelto di non seguire le sue orme nell'azienda agricola. Erik cercò lavoro come cameriere, come barista, come commesso. Qualunque cosa gli sarebbe andata bene. Magari non l'escort, si ritrovò a pensare. Perché lui non era assolutamente sfacciato ed attraente come Noah. Aveva male ai piedi perché passava la giornata a muoversi da una parte all'altra, alla ricerca di un posto. Rispose ad annunci online e fece una marea di telefonate. Ma non aveva nessuna esperienza, nessuna referenza e nessuna capacità specifica. Forse, avrebbe solo dovuto arrendersi e rassegnarsi a tornare a casa. Si sarebbe mai potuto abituare a fare ciò che Oscar e suo padre amavano tanto? Era davanti a un negozio di fiori per chiedere un lavoro, quando Erik lo chiamò per l'ennesima volta e Felix decise di rispondere con tono esasperato: "Cosa vuoi?". "Cazzo, Felix, è sempre un piacere sentirti" esclamò offeso l'amico. "Scusa, ma non è proprio un bel momento" rispose in un sussurro, Erik sospirò: "Hai lasciato l'università, vero?". Non era una vera e propria domanda, pensò Felix. Il suo amico aveva i contatti e le capacità per sapere già la verità. Poteva essere benissimo entrato nel database dell'università e aver già letto del suo ritiro. A un tratto, ebbe un'illuminazione: "Erik!". "Cosa?" chiese l'altro, spaventato dal tono dell'amico. "Tu devi aiutarmi! Tu puoi!". "Cosa intendi?" chiese l'amico, preoccupato. "Tu puoi trovarlo, amico mio" lo implorò Felix: "Se non ha mentito e frequenta la facoltà di economia, puoi dirmi quale ateneo frequenta!". 

IO, TE E GLI ALTRIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora