Capitolo Trentadue

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But I set fire to the rain
Watched it pour as I touched your face
Well, it burned while I cried
'Cause I heard it screaming out your name
Your name

(Set fire to the rain – Adele)

Il sole era alto, quando Felix si svegliò il mattino dopo. Si sentiva rilassato e sereno, sorrise tra sé mentre si stiracchiava nel letto e si accorgeva di indossare solo i pantaloni del pigiama. La mente ancora parzialmente annebbiata del sonno, si guardò intorno nella stanza poco familiare che occupava nella casa della sua famiglia. Sbarrando gli occhi, si voltò per cercare Noah e vide che non c'era. Si sollevò a sedere di scatto, guardandosi intorno per la camera, quasi illuminata completamente dalla luce del sole che filtrava tra le imposte. Di colpo, si rese conto che non solo il ragazzo più grande non era più nel letto ma anche le sue cose erano sparite. "C-cosa?" esclamò, confuso. Si stava decisamente facendo prendere dal panico. Sii alzò dal letto senza curarsi di vestirsi ed infilare qualcosa ai piedi, uscì dalla stanza come una furia e sentì delle voci provenire dal piano di sotto. Scese le scale a piedi nudi, ignorando il freddo sul torace nudo. Al tavolo della sala da pranzo sedevano i suoi genitori e suo fratello che avevano terminato di fare colazione. Quando giunse ai piedi della scala, lo fissarono con aria sorpresa. Il suo volto doveva di certo mostrare quanto fosse sconvolto, mentre i suoi piedi nudi si ghiacciavano sul pavimento. "N-Noah?" balbettò solo il nome, senza riuscire a formulare una frase di senso compiuto. La madre gli riservò uno sguardo triste e comprensivo, il padre lo ignorò e suo fratello rispose con aria tranquilla mentre si versava un caffè: "L'ho accompagnato alla stazione all'alba", alzò le spalle prima di continuare: "Una specie di emergenza in famiglia". Felix lo fissò come se il fratello si fosse improvvisamente rivelato come il suo peggior nemico, la cosa non aveva senso. Noah gli aveva detto che sua famiglia lo aveva praticamente cacciato, dopo aver scoperto i suoi orientamenti sessuali. Chi stava mentendo? E perché il più grande non lo aveva svegliato per avvisarlo? Aveva fatto qualcosa di sbagliato? Mancava ancora un giorno e non lo aveva neppure pagato. Felix boccheggiò praticamente, in cerca d'aria. "Caro" la voce della madre era preoccupata: "Perché non ti siedi?". "Felix" osservò il fratello come sempre privo di tatto: "Sei pallido, stai per sentirti male?". "Prendi qualcosa da mangiare" aggiunse il padre, sempre fermo nelle sue convinzioni che mangiare e bere fossero la soluzione a tutto.

IO, TE E GLI ALTRIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora