Capitolo sette

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Il mattino dopo, Felix era fermo sul marciapiede della stazione. Mancava ancora mezz'ora all'arrivo del treno ma era arrivato molto in anticipo e si guardava intorno preoccupato, sperando alternativamente che Noah arrivasse o che invece ci avesse ripensato. "Sono un coglione" si rimproverò a bassa voce, scuotendo la testa. Aveva indossato un paio di jeans chiari ed una maglia intrecciata che gli aveva regalato la madre, voleva tanto farle piacere e sperava di non essere una totale delusione per suo padre. "Sono un idiota" si disse, voltandosi verso l'ingresso della stazione da dove vide arrivare con passo tranquillo ed elegante il suo ragazzo per il weekend lungo. Noah indossava un completo giallo scuro, dal taglio elegante, su una camicia bordeaux con la zip aperta a metà. Solo un tipo come lui poteva apparire attraente, in un abbigliamento tanto eccentrico. Felix sbuffò, mentre l'altro lo raggiungeva e si affiancava a lui con il suo trolley assolutamente in tinta con l'abito. "Buongiorno, tesoro" lo salutò con un sorriso il nuovo arrivato, perfettamente a suo agio nella parte che gli era stata assegnata. Felix non rispose al saluto ma si limitò a dire: "Dovremo concordare una qualche storia, su come ci siamo conosciuti e cose del genere", scosse la testa sconsolato: "Spero proprio che questa cosa funzioni, ma sono una frana a fingere devo avvisarti". Noah si avvicinò con aria divertita e si sistemò con una mano il lato lungo dei capelli, poi con naturalezza gli accarezzò le spalle con entrambe le mani e portò il viso molto vicino a quello di Felix: "Lascia fare a me, io sono molto bravo a fingere". Il più giovane lo guardò di traverso: "Immagino", poi aggiunse velenoso: "Con quello che ti fai pagare". Noah alzò le spalle e continuò ad accarezzargli le spalle, il suo tocco leggero era piacevole ma Felix cercò di rimanere indifferente. "A molti, piace la mia compagnia" confermò senza alcuna inflessione nella voce. "Non tutti, abbiamo gli stessi gusti" osservò teso il ragazzo, vedendo con la coda dell'occhio che stava arrivando il loro treno. "Ne sono consapevole" ammise Noah facendo un passo indietro, aggiungendo poi in tono serio e con uno sguardo gelido: "Ma vedi di capire bene, tesoro, sono un escort e non mi prostituisco. Le mie tariffe non includono mai il sesso, sono solo una compagnia piacevole e nulla di più". Mentre il treno si fermava davanti a loro, Felix lo fissò con aria interrogativa, Noah gli sorrise: "Questo, vale anche per il nostro accordo.". "Naturalmente" esclamò Felix con voce stridula: "Niente sesso, è ovvio. Non mi interessa nel modo più assoluto"

IO, TE E GLI ALTRIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora