Lo vidi arrivare mentre si dirigeva a passo spedito verso l'entrata del bar. Si guardò intorno e, dopo aver dato qualche occhiata quà e là, entro nel locale.
Quasi stentavo a crederci. Rimasi di pietra mentre i miei occhi erano fissi su quella porta che Niall si era chiuso alle spalle. Non capivo più niente. Il bar era chiuso e allora cosa era entrato a fare e soprattutto con chi doveva vedersi di così importante da avere un appuntamento segreto nel cuore della notte? C'era qualcosa che mi sfuggiva e dovevo capire cosa.
" Non riesco a capire come abbia fatto a non accorgermi di niente se ultimamente passo più tempo a casa sua che a casa mia. Non riesco proprio a spiegarmelo guarda "
" Non trarre conclusioni affrettate come tuo solito. Lo hai solo visto entrare e non sai chi ci sia realmente là dentro. "
" Si ma la voce che ho sentito oggi nell'audio non lascia dubbi Agnese. Era la voce di una donna che gli dava apputamento stanotte qui. Come dovrei fare a stare tranquilla? "
" Si, ok, hai sentito la voce di una donna ma non sappiamo realmente chi ci sia li dentro. Magari stanno organizzando qualcosa per qualcuno che non conosciamo. Un suo vecchio amico, un compagno di scuola, il fidazato di questa presunta ragazza. Le ipotesi sono tante Jen. Non trarre subito le sue conclusioni dai "
" Si ma non pensi che me l'avrebbe detto se stesse organizzando qualcosa per qualcuno? Perché farlo in segreto? Non c'è motivo direi "
" Sinceramente? Non lo so. Forse voleva lasciarti fuori da questa cosa e basta. Ora cerca di stare tranquilla e aspettiamo che esce. "
Non passó molto da quella frase al momento in cui vidi due figure uscire dalla porta del locale. Guardai per un momento Agnese in cerca del suo aiuto ed insieme ci mettemmo a capire chi era la persona che stava uscendo dal bar insieme a Niall.
" Lo sapevo io... "
" Ma ci stai zitta? Guarda, ascolta e stai zita e zitta " mi sussurró Agnese abbassando i finestrini dell'auto.
Li vedevo, erano lì in piedi davanti alla porta che si guardavano e si sorridevano. Era una ragazza, stavolta non c'erano piu dubbi. Una bella ragazza alta, dai capelli lunghi e neri, con un paio di jeans strettissimi e un top che le copriva a mala pena il seno.
" Allora mi raccomando, acqua in bocca eh " le disse lui toccandole la spalla.
" Con me, il tuo segreto è al sicuro, non preoccuparti di niente" rispose lei aggingendo anche un occhiolino.
A quel punto Niall le si avvicinò, la abbracció e andó via lasciandola con uno dei suoi enormi sorrisi.
Rimasi impassibile. Non riuscivo a dire nemmeno una parola. In quel momento avevo sentito il cuore farsi in mille pezzi. Non c'era stato nessun bacio davanti ai miei occhi ma ero sicura che lì dentro qualcosa fosse successo. Quelle parole e quegli sguardi di intesa che si erano lanciati dovevano per forza essere parte di un qualcosa che andasse oltre a quello che avevo visto e sentito in quei pochi minuti." Andiamo a casa Jen dai. È tardi e devi riposare un po' "
Poggiai la testa al finestrino e, mentre la macchina andava, sentivo una lacrima scorrere incontrollata sul mio viso. Non volevo piangere, non lì, ma quello che sentivo dentro stava diventando incontrollabile.
" Hai visto? Te lo dicevo io. Te lo dicevo " dissi scoppiando in un pianto nervoso che mi serviva anche per liberare tutto quello che stavo tenendo dentro.
" Era tutto troppo bello. Tutto. E la vacanza, e lui che sembrava perfetto e le chiavi di casa... "
" Calmati Jen, non fare cosi. Tutto potrebbe avere una spiegazione "
" Ma quale spiegazione. Li hai visti e sentiti anche tu. Nascono qualcosa quei due "
" Dai io non ci credo che Niall possa farti una cosa del genere e poi proprio adesso. No Jennifer, deve esserci per forza una spiegazione che vada oltre i tuoi assurdi pensieri "
Non ebbi nemmeno la voglia e la forza di rispondere a quell'ultima affermazione di Agnese. Li avevo visti con i miei occhi e avevo sentito con le mie orecchie che stavano nascondendo un segreto e non trovavo altra spiegazione se non quella che Niall si stesse divertendo con entrambe.
" Cerca di stare tranquilla. Ci sentiamo domani "
" Grazie tesoro mio. A domani. "Trattenni a stento le lacrime che stavano di nuovo cercando di esplodere e arrivai a casa. Mi chiusi la porta alle spalle e corsi in camera mia. Lasciai la borsa a terra e mi buttai sul letto sprofondando con il viso nel cuscino. Le lacrime iniziarono a scendere e non avevo più motivo di fermarle. Ormai ero sola, nella mia stanza, e l'unico pensiero che mi ronzava per la testa era cosa ci facesse Niall con quella là.Ci pensavo, ci ripensavo ma non riuscivo a vedere altro se non che quello che io reputavo come l'uomo della mia vita, come l'uomo perfetto, mi stesse per tradire con chissà chi dopo avermi anche proposto di andare a vivere con lui. Forse aveva ragione Agnese, forse una spiegazione a tutto quello che avevo visto e sentito c'era, ma non in quel momento, non per la mia testa.
Staccai il telefono e lo posai sul comodino. Non volevo sentire né tantomeno vedere nessuno. Non era possibile che ogni volta che la vita sembrava regalarmi un po di felicità qualcosa doveva sempre rovinare tutto. Forse la felicità non era cosa mia, forse non ero fatta per essere felice, forse tutto quello che avevo sempre sognato sarebbe rimasto sempre e solo un sogno, perché la vita era da sempre stata ingiusta con me e anche in quel momento ci stava mettendo del suo un'altra volta. Mi asciugai le ultime lacrime che erano rimaste e provai a chiudere un po' gli occhi. Dormire forse mi avrebbe fatto bene.
Un fascio di luce entrava dalla finestra e si proiettava diretto sul mio viso. Mi svegliai di colpo sentendo qualcuno che bussava alla porta.
" Tesoro vieni a fare colazione? "
" No dai mamma lasciami dormire ancora un po' "
" Dai Jennifer non farti pregare. Tra 5 minuti ti aspetto in cucina e non fare storie "
Ci mancava solo mia madre che si metteva a rompere le scatole per la colazione. Cosa era tutta quella voglia di fare colazione insieme? Mi alzai dal letto, infilai la prima tuta che trovai in armadio e andai in cucina.
"PAPÀ " esclamai correndo verso di lui, abbracciandolo come una bimba che stringe il suo orsetto di peluche.
Tutti i pensieri e le lacrime della sera prima mi avevano talmente tanto trasportata in un'altra realtà che mi ero completamente dimenticata che quella mattina era LA mattina, la mattina che aspettavo da mesi, quella in cui avrei finalmente riabbracciato il mio papà. Il " ti voglio bene figlia mia " che mi sussurró mio padre all'orecchio mi riportò con i piedi per terra e riportò soprattutto anche il sorriso sul mio viso.
Il senso di colpa che mi era venuto per essermi dimenticata che fosse tornata era svanito in quell' abbraccio e quelle poche,ma essenziali, parole.
Adesso avevo capito perché mia madre era venuta a buttarmi giù dal letto per fare colazione.
Più che una colazione fu un racconto di avventure quella tazza di latte. Mio padre non finiva più di raccontarci cosa gli fosse successo durante quei mesi e non faceva altro che farci domande su cosa avessimo fatto noi. Tra risate e racconti dovevo sapere che prima o poi sarebbe arrivata anche la domanda alla quale non avrei voluto rispondere.
" Allora Jennifer, tua madre mi ha raccontato tutto. Quando me lo presenti Niall? Sono così impaziente di conoscere il tuo ragazzo "
Cercai di non darlo a vedere ma quella domanda mi aveva fatto nuovamente riapparire un velo di tristezza che per un attimo era passato in secondo piano.
" Presto papà, un giorno di questi te lo faccio conoscere. Promesso."
Prima che i miei occhi si gonfiassero di lacrime, mi alzai, dissi che dovevo vedermi con Agnese e corsi nuovamente in camera.
Con la testa che ripensava alla notte passata e le lacrime che scendevano sul viso accesi il telefono che era rimasto spento dalla sera prima.
Tra i tanti messaggi di Agnese che quasi mi obbligavano ad uscire c'era anche il buongiorno di Niall che decisi di evitare di proposito. Non ero in vena di rispondergli, ne tantomento di recitare a fare la fidanzatina felice. Risposi solo ad Agnese che a detta sua, aveva una cosa importante da dirmi.
Giusto il tempo di infilarmi qualcosa di decente che non fosse una tuta e mettermi un velo di trucco che nascondesse le occhiaie ed ero già fuori il portone di casa. Mi incamminai e andai incontro ad Agnese.
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PALLOM
Romance"Le sue mani sfioravano la mia pelle ma riuscivano a toccarmi l'anima come nessuno aveva mai fatto... Ogni suo singolo tocco su di me era come una nota suonata perfettamente in una sinfonia che avrei voluto non avesse mai fine..." Quando Jenny incon...