La sua puntualità mi spiazzó. Volevo fare una chiamata alla mia amica prima che arrivasse ma non ne ebbi il tempo. Giusto un attimo di distrazione a guardare e lui era già lì , bello come non mai.
" Andiamo che ci stanno aspettando "
" Chi ci aspetta Niall? "
" È una sorpresa. Ma sappi che tu sei la prima e spero anche l'unica. "La leggera brezza che tirava quella sera entrava dal finestrino aperto e apriva in un vedo non vedo la sua camicia bianca, sbottonata quel tanto che bastava per regalarmi una visione che mi rendeva instabile.
Il suo petto era a tratti illuminato dalle calde luci dei lampioni che incontravamo sul nostro cammino e si nascondeva e riappariva a seconda di come quel vento decideva di muovere i lembi aperti di quel tessuto così candido.
Lui, intento a guardare la strada, aveva lo sguardo fisso in avanti mentre il mio non riusciva a staccarsi dal suo corpo, che in quel momento desideravo piu di ogni altra cosa.
Mi morsi il labbro, quasi come a voler concentrare in quel gesto tutta la passione che mi stava scoppiando dentro." Smettila o non so come farò a resisterti ancora "
mi sussurrò appoggiando per una frazione di secondo la sua mano sulle mie labbra.
La tensione sessuale che si era creata in quella macchina era un qualcosa di inquantificabile a parole ma non erano quelli il momento, né il luogo per placarla.
" Maledette camicie sbottonate " pensai. Ma evidentemente lo pensai ad alta voce perche la risposta di Niall non si fece attendere.
" Maledetti morsi sulle labbra ... " sussurrò con una voce tutt'altro che normale, tutt'altro che pura, in un sorrisino malizioso che alimentava ancora di più quello che si stava creando.L'arrivo alla nostra destinazione ci salvò, almeno temporaneamente, da quella situazione.
Ci eravamo fermati in una specie di casale immerso nella natura. L'esterno della casa era bellissimo, rustico, con tante piante intorno e tutte piccole luci che illuminavano la grande distesa verde che si estendeva intorno al fabbricato.
Continuavo a non capire dove mi avesse portato. Non era un ristorante e non era nemmeno la casa di uno del gruppo. Dove eravamo finiti?" Vieni Jen, ti presento due persone " mi disse sorridendo.
Subito dopo queste parole, una bellissima signora ci aprì la porta e sfoggió un sorriso raggiante. Era una donna alta, di bella presenza, con gli occhi chiari e i capelli biondo sporco come quelli di Niall.
" Ciao mamma " disse Niall dandole un abbraccio.
" Mamma?! " pensai tra me e me assistendo a quella scena.
Tutto si fece piu chiaro. Mi stava presentando i suoi genitori e, dopo tutto quello che mi aveva raccontato, sapevo quanto questa fosse una cosa importante per lui. Non aveva mai portato a casa nessuna ragazza prima d'ora e se lo stava facendo con me era perche ci teneva veramente, era perche quel "noi" si stava facendo sempre piu forte e, io, non potevo che sentirmi al settimo cielo.
Mi scrollai di dosso ansie e paure e sfoggiai il mio sorriso migliore, ricambiando quello che la mamma di Niall stava facendo a me.
" Sono così felice di conoscerti Jennifer. Niall ci ha parlato tanto di te. Io sono Emma, vieni entra che ti presento anche mio marito, Alberto. "
Niall mi mise la mano dietro la schiena e mi invitò ad entrare per prima in casa.Un grande salone mi si aprì davanti agli occhi. La tavola era già imbandita con stuzzichini vari e dei bellissimi calici pronti ad essere sporcati da del buon vino rosso che era stato messo a decantare in una grande caraffa al centro del tavolo.
" Ooooh finalmente ce l'hai portata!" urlò tutto sorridente il papà di Niall dando una pacca sulla spalla al figlio.
Un uomo alto, brizzolato e di bella presenza mi si presentó davanti porgendomi la mano. Timidamente allungai la mia per ricambiare il saluto quando, in un gesto rapido ma delicato, mi tirò a sé e mi abbracciò dicendo: " Ma si, ma dammi un abbraccio vieni quá. Sono contento di conoscere, finalmente, la ragazza che ha fatto perdere la testa a mio figlio".
" Papà ti prego!" si lamentó Niall.
" È un piacere anche per me Signor Alberto poter conoscervi. E non dia ascolto a Niall. Il suo abbraccio mi ha fatto piacere. "
" Oh no ti prego. Chiamami Alberto e dammi del tu altrimenti mi fai sentire più vecchio di quello che sono." mi disse ridacchiando.
" Sentiti come se fossi a casa tua. Per noi sei già parte della famiglia. Vedere e sentire nostro figlio così felice dopo tanto tempo è il regalo più bello che potessi farci... dico bene Emma?"
aggiunse Alberto cingendo la spalla della moglie.
" Verissimo. Siete cosi belli insieme... "
" Mamma... Papà ... per favore... "
" Va bene, va bene, mettiamoci a tavola che la cena è pronta " disse velocemente Emma avvertendo in Niall un grande imbarazzo.
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PALLOM
Roman d'amour"Le sue mani sfioravano la mia pelle ma riuscivano a toccarmi l'anima come nessuno aveva mai fatto... Ogni suo singolo tocco su di me era come una nota suonata perfettamente in una sinfonia che avrei voluto non avesse mai fine..." Quando Jenny incon...