34. " Convinzioni E Crolli "

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Era li, seduto a quel tavolo che rideva davanti ad una bionda.
Chi era quella la? E cosa ci faceva Niall da solo con lei in un bar?
Tutte le mie paure stavano prendendo il sopravvento e quel continuo ignorarmi ora aveva una ragione... Aveva di meglio da fare.

Se Agnese non mi avesse fermata sarei entrata in quel bar e gli avrei rovesciato in testa il succo che aveva davanti.
" Jen dove pensi di andare? Non ti azzardare. Se entri ora, non saprai mai cosa sta facendo. Noi invece ci mettiamo qui, zitte e buone e vediamo cosa
succede "
" Ma io... Aaaaaaaaaaaaaaarg lo ammazzo. Giuro che gli spacco il pianoforte in testa. Stronzo! Sono tutti uguali... Tutti! "
" Jennifer cerca di calmarti, siamo in pieno centro e ci stanno guardando tutti. Ricomponiti o sarà questione di tempo prima che si accorga che lo stiamo spiando "

Era vero, dovevo darmi una calmata. Avevo cacciato un urlo impressionante e la gente aveva iniziato a fissarci.
Per quanto quella non fosse una situazione che invitasse alla calma, dovevo riuscire a mettere da parte la rabbia che avevo dentro e lasciare che la razionalità e la voglia di scoprire cosa stesse facendo quello stronzo vincessero su ogni altra cosa.

" Si, hai ragione. Devo darmi una calmata. Dobbiamo capire cosa sta facendo e poi agirò di conseguenza. Lo farò pentire di avermi fatto questo."
" Jen, non arrivare a conclusioni affrettate. Magari non è nessuno. Magari è un'amica o qualche persona legata al mondo del lavoro. Non... "
" Senti Agnese. Amica, collega, cugina, nipote o quello che ti pare a me non interessa. Doveva parlarmene. Cazzo Agnese. Mi porti sulle stelle, mi fai sentire unica e poi ti becco in pieno centro in compagnia di una biondina ossigenata? Eh no eh... Non funziona così .
Se nella tua vita c'e un'altra donna, tu devi dirmelo. "

In quel momento avevo il corpo attraversato dai sentimenti più contrastanti... Amore, odio, rabbia, delusione... Mi sentivo bruciare dentro e questa volta non era di passione, ma di nervoso.
Vedere il mio ragazzo in compagnia di un'altra ragazza mi aveva fatto bollire il sangue.
Era forse un altro segnale che mi fossi veramente innamorata? In quel momento non avevo tempo di pensarci... Innamorata o no, dovevo scoprire cosa stesse facendo Niall.

" Guarda Jen Guarda " mi disse Agnese nervosamente.
Rimasi senza parole di fronte alla scena a cui stavo assistendo.

Quei due ridevano e scherzavano in una tale complicità che all'esterno li mostrava come due bellissimi innamorati.
Una bella ragazza bionda, che sembrava fosse uscita dalla copertina di una rivista di Victoria's Secret, stava flirtando con il mio ragazzo e io non potevo fare nulla.
Stavo li, immobile, a guardare quel siparietto a dir poco pietoso ai miei occhi.
Una fetta di torta al cioccolato condivisa e due bicchieri di succo allietavano il loro incontro.

Una lacrima improvvisamente mi aveva rigato il viso. Non potevo, non potevo permettermi una crisi di pianto in pieno centro.
In un attimo gli occhi mi si erano riempiti di lacrime, mentre io, tentando di reprimere quel pianto, sentivo che stavo per scoppiare.
Tremavo... stringevo i pugni e tremavo dalla rabbia e dalla disperazione del momento.

Poi l'incredibile mi aveva portato ad abbandonarmi ad un pianto liberatorio tra le braccia di Agnese.
Eravamo entrambe incredule di fronte alla scena che ci si era presentata davanti.

Niall si portò le mani nella tasca della giacca e tirò fuori una lunga scatola di pelle dorata.
Disse qualcosa a quella ragazza e le aprí davanti il piccolo contenitore, scoprendo il suo contenuto.
Un braccialetto.
A giudicare dalla faccia di quella là doveva essere proprio un bel bracciale, vista l'espressione che aveva fatto non appena Niall le aveva messo la scatolina davanti agli occhi.

" Non voglio vedere oltre. Mi farei solo del male. Andiamocene ti prego, andiamocene via " dissi ad Agnese tra i singhiozzi e ci allontanammo.
Pochi metri dopo, mi abbandonai in lacrime tra le braccia della mia amica che cercava in tutti i modi di trovare una spiegazione quando in realtà io ne vedevo solo una... Quello stronzo aveva il piede in due scarpe.

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