3. "Il Pub"

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Forse Agnese aveva ragione, forse era il momento di lasciarmi tutto alle spalle e cominciare a guardare avanti. Mi fiondai in camera intenta a scegliere qualcosa da poter mettere per quell'uscita speciale, un'uscita che iniziava ad avere il sapore di una rinascita. Mi guardai allo specchio e per un attimo rimasi li, ferma, ad ammirare la mia immagine riflessa... Tutto cio che riuscivo a vedere in quel momento era una ragazza distrutta da qualcuno che non si era mai meritato il suo amore. Mi asciugai le lacrime che mi rigavano le guance e promisi a me stessa che non ne avrei piu versata nemmeno una per Denis. Era il momento di voltare pagina, questa volta per davvero.

Erano quasi le 20:00, da li a pochi minuti sarebbe arrivata Agnese, cosi mi diedi l'ultima occhiata fugace allo specchio e forse, per la prima volta, riuscii a vedermi veramente bella. Ero delicatamente avvolta in un morbido vestito a fastasia, con una cinta ricamata che mi stringeva la vita...i capelli fluenti e setosi mi cadevano in morbide onde sulle spalle che il vestito lasciava scoperte, lasciando intravedere il ricamo di pizzo della mia bralette donandomi quel tocco di femminilità che mi rendeva bella ai miei occhi.
"Jenny, c'e Agnese che ti sta aspettando" urlò mia madre dall'altra stanza.
Presi la mia borsa rosa e uscii dalla mia camera.
" Quanto sei bella amore mio. Divertiti! E ricorda quello che ti ho detto" esclamó mia madre mentre mi guardava con gli occhi lucidi.
Per quanto avessi cercato di nasconderle quello che era successo, lei aveva gia capito tutto dalla sera prima e senza chiedere niente, appena varcai la porta di casa rientrando dalla mia uscita con Agnese, mi strinse in un abbraccio dicendomi:
" Cuore mio, meriti di meglio. Vai e vivi la tua vita. La fuori c'e sicuramente qualcuno che ti aspetta e che ti merita."
Mentre queste parole riecheggiavano nella mia mente, diedi un bacio sulla fronte a mia madre e le dissi di non aspettarmi sveglia che avrei sicuramente dormito da Agnese.

Non appena la mia amica mi vide arrivare spalancò gli occhi e con una voce che lasciava intendere chiaramente il suo stupore mi disse:
" Jen, sei uno splendore!"
Entrai in macchina, la abbracciai e cantando "La Libertad" di Alvaro Soler iniziammo quella serata.
Arrivate al pub mi sentii subito un pesce fuor d'acqua, avevo voglia di scappare e andarmeme via, non era il mio mondo, non era il mio posto e soprattutto mi sentivo come soffocare in mezzo a tutta quella gente che, senza farsi troppi scrupoli, aveva iniziato a scrutare da capo a piedi la "nuova arrivata".
" Ti prego andiamocene via, non ce la faccio, mi manca il respiro, sento gli occhi puntati addosso, non..."
Non mi fece nemmeno terminare di parlare che quella festaiola della mia amica gia aveva chiamato il cameriere per accompagnarci al tavolo.
" Stai zitta, sei bellissima, è normale che tutti ti guardino. Adesso calmati e guarda laggiu... Cosi almeno forse ti riprendi... Ricorda, è la tua serata!"
Mi lanciò un'occhiata furtiva e inclinó la testa verso un tavolo che era in fondo alla sala.
"Eccoli, sono loro, i famosi 5"
Spostai il mio sguardo seguendo la scia di quello della mia amica e li notai.
Erano li, seduti, che ridevano e scherzavano tra di loro. Per un momento mi ero persa a guardarli ridere mentre uno di loro aveva iniziato a dare fastidio ad un ricciolino seduto vicino a lui.
"Venite, vi porto al tavolo"
La voce del cameriere mi fece distogliere lo sguardo da quei ragazzi ma ben presto mi resi conto che ci stavamo dirigendo proprio in quella direzione.
" Ecco ragazze, quello è il vostro tavolo. Godetevi la serata e mi raccomando, fatevi guidare dal divertimento stasera! "
Quei ragazzi che fino a qualche secondo prima stavo scrutando da lontano, ora erano cosi dannatamente vicini, tanto vicini che riuscivo a sentire cosa stessero dicendo tra quelle risate che stavano mettendo felicità anche a me.
" Louis William Tomlinson la vuoi smettere? Sei fissato con questi capelli!... Liam, Zayn, Niall ditegli qualcosa pure voi invece di ridere! " disse, scocciato ma con un sorrisetto che riusciva a trattenere a stento, il ricciolino.
" Ma Harry, sei troppo divertente quando ti innervosisci per i capelli... Dovresti guardare la tua faccia" replicó ridendo uno di loro, mentre gli altri due erano piegati in due dalle risate.
Rimasi incantata a guardare quel gruppetto divertirsi cosi tanto quando all'improvviso uno di loro si giró di scatto cercando con lo sguardo il cameriere che si faceva largo tra i tavoli e per un attimo i nostri occhi si incrociarono... Rimasi fulminata... non avevo incrociato due semplici occhi, avevo immerso il mio sguardo nel mare.

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