Capitolo 27

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Voglio sotterrarmi, letteralmente scavarmi una buca e non uscirci più.
Ho riletto quel messaggio 3 volte, con le mani che mi tremavano e la bocca aperta perché la mia mandibola non ha le forze di chiudersi.
Sto morendo dall'imbarazzo per la sua risposta. Lo sapevo che avrebbe fatto una di quelle battutine così tanto fastidiose, eccome se lo sapevo.
Ed ora, per colpa delle mie amiche, la rossa pensa davvero che non riesco a stare senza di lei.

Faccio un respiro profondo, per trattenermi da non strangolare le ragazze affianco a me, che stanno ancora battendo le mani dalla gioia, quando ci sarebbe solo da essere disperati.
Mi giro verso di loro e le fulmino entrambe con lo sguardo, senza dire nulla.
-Andava fatto Toni, lo sapevi anche te- dice sfacciatamente Ronnie, con un sorriso soddisfatto sul volto.
Sono davvero allibita.

***

La giornata scolastica è finalmente finita, ed io sono tornata a casa circa un ora fa.
Alla fine non ho avuto nemmeno il tempo di incazzarmi con Betty e Ronnie perché è arrivato il prof di fisica, come sempre in ritardo.
Inutile dire che neanche questa volta ho capito una parola di quello che lui ha detto, ma facciamo finta che vada comunque bene così.
Le ore rimanenti sono trascorse velocemente, non avevamo nessun tipo di verifica o altre materie pesanti, per fortuna, anche perché la mia testa è stata per tutto il tempo altrove.
Ancora non riesco a realizzare il fatto che quelle che abbiano davvero scritto a Cheryl fingendosi me, non me ne capacito proprio.
Tra l'altro ancora non le ho risposto, non perché la voglio ignorare o altro, ma per il semplice fatto che non ho il coraggio di parlarle, specialmente dopo quello che ha scritto.

Sono in camera a sistemare le ultime cose per domani. Il pensiero di partire mi crea un po' d'ansia, in senso positivo però, direi più adrenalina.
Non vedo l'ora di entrare nel famoso campo di Vancouver, e affrontare alcune delle squadre più forti dell'America.
L'unico lato negativo di questo viaggio, è che ci andremo in aereo, facendo 3 ore di volo, ed io ho una paura fottuta degli aerei.
L'ultima volta che ci sono salita, insieme a mio padre, ho quasi avuto un attacco di panico. Continuano a tenermi attaccata al sedile con entrambe le mani, e ad ogni movimento strano dell'aereo, sentivo il respiro seccarmi in gola.
Non so come farò a fare così tante ore dentro a quella specie di scatola che vola, ma al momento non voglio pensarci.
Mentre metto la divisa dentro la valigia, il pensiero del messaggio di Cheryl mi torna in mente. Ancora non le ho risposto.
Non voglio farle vedere tutta questa pressione che mi mette, così decido di farmi forza e rispondere.
Prendo il telefono e apro la chat di instagram.
Prima di scrivere qualsiasi cosa, guardo il messaggio che hanno scritto quelle due idiote delle mie amiche.
"Ciao Cheryl, sono Toni. Ti ho scritto per chiederti come stai, dato che oggi non sei qui a scuola.
Tra poco abbiamo fisica e io sono davvero incapace in questa materia"

Mi passo una mano sulla faccia, guardando il modo stupido di scrivere di Ronnie e Betty. Mi hanno completamente messa in ridicolo, io non scrivo così.
Decido di rispondere al suo messaggio in modo semplice.
Se pensi che mi sei mancata, ti sbagli di grosso, mi sei venuta in mente casualmente quando il prof ha chiesto di te, nulla di più.
Spengo il telefono, con l'ansia che mi risponda, e torno a fare quello che stavo facendo un attimo prima.

Sto per chiudere la valigia, quando sento la serratura della porta scattare.
Dev'essere mio padre che è tornato a casa dal lavoro.
In queste ultime settimane ci vediamo poco, perché lui è sempre a lavoro, ed io o a scuola o ad allenamento, per cui facciamo molta fatica a passare del tempo insieme.
Quando gli ho parlato del viaggio mi sentivo un po' in colpa a lasciarlo per alcuni giorni da solo, ma mi ha tranquillizzato dicendomi che si intratterrà con una serie che ha iniziato poco tempo fa.
Scendo di fretta le scale per andarlo a salutare, e lo trovo intento a sistemare la spesa.
-Non si saluta più?- dico con affare scherzoso, quando lui si gira verso di me rivolgendomi un grande sorriso.
-Ciao piccola mia, come stai?- vado verso di lui e lo abbraccio, appoggiando la testa sul suo petto.
-Sto bene papà, stavo giusto finendo di sistemare le ultime cose- Mi stacco dalle sue braccia e vedo che annuisce contento.

𝐢𝐟 𝐢 𝐜𝐨𝐮𝐥𝐝 𝐟𝐥𝐲Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora