Capitolo 28

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Finalmente è martedì, il giorno della partenza. Dire che sono solamente gasata è poco. Stanotte non ho chiuso occhio per l'emozione del viaggio. Credo di aver preso sonno alle 3, ma in un attimo era già mattina.
So che dopo sarò stanca da morire, ma intanto mi godo questa felicità momentanea.
Quando è suonata la sveglia, strappandomi dal sonno, non mi pareva vero. Respiravo con la bocca, affaticata dal solo pensiero di farmi coraggio e alzarmi.
Quando la sveglia è suonata una seconda volta, facendomi prendere un infarto, ho deciso che era meglio iniziare a vestirmi. In fondo non volevo fare in ritardo proprio oggi.
Ho preso i vestiti più comodi che ho trovato nell'armadio e sono corsa in bagno a vestirmi. Mi sono lavata velocemente, sentendo le gocce di acqua fredda svegliare il mio corpo ancora indolenzito per il sonno. Amo il potere che una semplice doccia ha su di me.
Dopo essermi asciugata i capelli con cura mi sono affrettata a portare giù le valige. In cucina, ad aspettarmi con la colazione già pronta, c'era mio padre.
-Buongiorno tesoro-
-Buongiorno papà- sono andata ad abbracciarlo, pensando che non lo avrei rivisto per un po' di giorni.
Sono sempre stata troppo legata alla mia casa, e mi da un senso di grande mancanza una volta che la lascio, anche solo per alcuni giorni.

-Allora, sei pronta?- mi chiede mio padre con le braccia incrociate e il sorriso sul volto.
Annuisco entusiasta, sento quell'ansietta pre-viaggio, ma sono davvero felice.
Dovrebbe passarmi a prendere Betty con la sua macchina, per andare in aereoporto dove abbiamo appuntamento con il resto della squadra.
Come previsto, poco dopo sento un clacson suonare fuori dalla porta di casa, segno che la bionda è qui davanti.
-Bene, io vado- dico guardando mio padre, ancora lì fermo allo stipite dell'entrata mentre sorride.
Usciamo insieme da casa, e lui mi aiuta a caricare la macchina della mia amica con le mie valigie. Come ultima cosa lo abbraccio, sentendo la sua stretta attorno alla mia vita aumentare.
Sospiro, e dopo averlo salutato un'ultima volta, chiudo lo sportello della macchina e finalmente partiamo, con la musica a tutto volume.

Arriviamo in aeroporto alle 8:15 e, mentre Betty chiama Ronnie, ci dirigiamo nel luogo dove ci siamo date appuntamento.
-Ma dove sono tutti quanti?- borbotto continuando a camminare, sentendo la mia amica dietro di me.
-Aspetta, ma non sono quelle persone laggiù?- Mi indica con il dito, e in un secondo i miei occhi si focalizzano su un gruppetto di gente con tante valigie intorno.
-Direi proprio di sì- ribatto sorridente.
Ci avviciniamo alla nostra squadra, e alcune ragazze ci vengono in contro abbracciandoci.
Le sento parlarci del viaggio entusiaste, ma la mia mente sta pensando a qualcos'altro, anzi direi qualcun altro. Mi stacco dall'abbraccio di Tabitha per cercare con lo sguardo lei, e finalmente la vedo.
Dio, non capisco perché riesca a farmi questo effetto ogni volta che la vedo. Sorrido visibilmente, notando che Cheryl mi stava già guardando.
Mi soffermo così attentamente su di lei, che nemmeno mi accorgo di Veronica al suo fianco, con uno strano sorrisetto.

Mi avvicino a loro, sotto lo sguardo ancorato delle due.
-Buongiorno ragazze- dico sorridendo. Veronica abbandona la posizione in cui era per venire ad abbracciarmi.
-Buongiorno T- sento le sue braccia stringermi il collo. Quando ci stacchiamo riporto gli occhi verso Cheryl, sperando in una sua risposta.
-Buongiorno- mi dice sorridendo lievemente.
Questo basta, basta davvero per essere felice. Mi perdo in quel suo leggero sorriso, lei sembra accorgersene e abbassa lo sguardo.

-Okay ragazze, ci siete tutte?- domanda Lucas, evidentemente più gasato di noi.
-Questi sono i biglietti, i posti sono da due, dovreste trovare la persona con il vostro numero vicino- continua lui, iniziando a distribuire delle strisce di carta.
Sento le ragazze iniziare a gridare i loro posti man mano che ricevono il biglietto.
-35B- grida Betty, sventolando il rettangolo di carta guardandosi intorno.
-BETTY IO HO IL 35A- le risponde Midge.
Altri gridolini invadono l'aereoporto.
Io guardo il mio biglietto, cercando il numero del posto.
52A.
Per un momento spero che Cheryl abbia quello affianco al mio. Mi giro verso di lei, aggrottando le sopracciglia per chiederle il suo numero. Riguarda il biglietto e poi lo gira verso di me.
57C.
Mi arrendo a ogni speranza e poco dopo le annuisco.
-Ragazza che numero hai?- Mi chiede Ronnie avvicinandosi pericolosamente a me. Prima che possa risponderle guarda il foglio.
-TONI SIAMO VICINE- urla mostrandomi il suo numero che segna il 52B.
"Coraggio Toni, almeno non sei finita con qualche sconosciuto".

𝐢𝐟 𝐢 𝐜𝐨𝐮𝐥𝐝 𝐟𝐥𝐲Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora