Capitolo 15

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Sto girando senza meta, con Cheryl accanto, da alcuni minuti, fino a quando capisco che non so dove devo portarla.
-Dovresti dirmi dove abiti- Lei alza lo sguardo su di me.
-Non voglio andare a casa mia- Non vorrà vedere Reggie dopo quello che è successo?
Alla sua risposta decido che l'unica è portarla a casa mia, in quanto abbiamo sicuramente bisogno di asciugarci entrambe.

Dopo pochi minuti arriviamo davanti casa. Scendo dal veicolo, dopo averlo parcheggiato, seguita da Cheryl. Apro velocemente la porta, in quanto piove più forte di prima. In un attimo, ci ritroviamo dentro casa mia, bagnate fradicie dalla testa ai piedi. Guardo la rossa, decidendo se sia il caso di farle fare una doccia ma, vedendo che sta tremando, credo sia meglio così.
-Cheryl, penso sarebbe meglio che tu ti facessi una doccia- Gira la testa di scatto verso di me.
-Non vorrei tu ti ammalassi, tutto qui- Ci ragiona per qualche secondo, annuendo infine. La porto in bagno, lasciandole poi un asciugamano per i capelli e uno per il corpo. Mi ringrazia velocemente, per poi chiudersi nel bagno. Poco dopo sento l'acqua scorrere.
Mi siedo sul letto, realizzando tutto quello che è successo da mezz'ora a questa parte. Cheryl, la ragazza che mi sta mandando il cervello a puttane, è esattamente ora nel mio bagno, a casa mia. Vorrei seriamente capire cosa stia succedendo a lei e a Reggie, tutta quella storia del presunto infortunio e la preoccupazione del ragazzo nei confronti di sua sorella.

Poco dopo, a interrompere tutti quei pensieri è Cheryl, che esce dal bagno. La mia testa, ancora rivolta al pavimento, non mi permette di vederla, ma sento che sta venendo verso di me. A un certo punto la sua voce mi richiama.
-Ehm Toni, avresti dei vestiti da prestarmi?- Di cosa sta parl-
Appena alzo lo sguardo, mi ritrovo davanti Cheryl, in intimo. Scatto in piedi e sento le guance andarmi a fuoco. Vado subito verso l'armadio, prendendo dalla confusione dovuta dall'imbarazzo i primi vestiti che trovo che le potrebbero andare bene. Prendo anche una felpa abbastanza grande. Quando mi giro, la vedo scrutarmi dall'alto al basso con un sorrisino mai fatto in questi giorni. Appena mi ricordo che è in intimo abbasso lo sguardo ai miei piedi, arrossendo ancora di più. La sento ridere leggermente, per poi avvicinarsi.
-Topaz, non dirmi che ti vergogni- Merda, questa non ci voleva. Si avvicina ancora di più a me.
-N-No, non è assolutamente vero- Dopo pochi secondi vedo la figura di Cheryl davanti a me, per poi portare due dita sotto al mio mento, e sollevarmi il viso. È la prima volta che mi tocca lei in modo volontario. Sgrano gli occhi, vedendola troppo vicina. La differenza di altezza si vede di più. Ad un tratto riprende a parlare.
-Dici di no ma sei arrossita- Il suo sguardo mi perfora dentro, non credo di riuscire a resistere ancora. Mi stacco leggermente, indietreggiando.
-Tieni, spero ti andranno bene- Lei in tutta risposta, prende i vestiti dalle mie mani e si allontana.

Rialzo lo sguardo verso di lei, vedendo che si sta mettendo la maglietta. Prima che il pezzo di stoffa possa ricoprirla, noto un tatuaggio al lato del corpo, sopra il fianco ma poco sotto al seno sinistro. È una scritta.
Live, even if you're dead inside
Cosa significa? Sarà il testo di una canzone? Non credevo che Cheryl avesse dei tatuaggi. Mi hanno sempre affascinata, ma ho troppa paura degli aghi, per cui non ne ho mai fatto uno. La maglietta le ricade delicatamente fino ai fianchi, poco dopo coperta dalla felpa nera. Vorrei chiederle il significato di quel tatuaggio, ma per questa volta evito.
-Vuoi mangiare qualcosa?- Credo di avere ancora le guance rosse, ma ci do poca importanza, come sempre l'ha capito.
-Si va bene-

Mi avvio in cucina, seguita da Cheryl.
-Vivi da qua sola?- Da quando si interessa di qualcosa che mi riguarda?
-No, con mio padre, ma lavora fino a sera- La mia risposta è seguita da silenzio.
-Vanno bene dei biscotti?- Tiro fuori 5 pacchi diversi e mi giro verso di lei. Mi guarda con un leggero sorriso. Mi incanto a quella vista, non l'avevo mai vista sorriderete. A un certo punto le sue dita mi schioccano davanti per risvegliarmi.
-Mh? Dicevi?-
-Ho detto che ne va tranquillamente bene un pacco Antoinette- La smetterà mai di chiamarmi con il mio nome intero?
-Perché continui a chiamarmi così?- Si gira verso di me, guardandomi con affare ovvio.
-Non è forse il tuo nome?-
-Si ma non mi chiama più nessuno cosi, lo sai che ormai il mio nome è Toni- Si avvicina a me, prendendomi dei biscotti dalle mani.
-Il mondo è bello perché vario Antoinette-
-Si m..- Non mi fa finire che subito mi interrompe.
-Ci sediamo sul divano o sul tavolo?-
-Ehm dove preferisci- Alla mia affermazione si siede tranquillamente sul divano grigio.

Rimango lì a fissarla, pensando a che distanza mettermi da lei.
-Beh? Pensi di rimanere lì impalata ancora per molto?- Mi gratto la testa abbassando lo sguardo e mi siedo poco distante da lei.
La prima a parlare è la rossa vicino a me.
-Tu da quanto fai pallavolo?-
-Ho iniziato con i corsi della scuola, quindi 5 anni fa, ma mi piaceva giocarci da piccola con mia madre- Gira la testa delicatamente verso di me.
-Dov'è lei ora?- Nessuno mi aveva mai chiesto di mia madre, dopo la sua morte.
-Lei è morta- Mi giro verso di lei, che mi stava già guardando. Non ha uno sguardo dispiaciuto o imbarazzato per la domanda fatta, si limita a guardarmi negli occhi e ad annuire. Niente frasi del tipo "oh dio quanto mi dispiace" o "dev'essere dura senza di lei", solo dei piccoli gesti. È come se fosse normale per lei.
-Sei il capitano della squadra da molto?- Continua tranquillamente con le sue domande.
-Dalla terza liceo- Il suo sguardo mi incinta a raccontarle di più.
-Prima lo era una ragazza di quarta, a cui io piacevo. Era una palleggiatrice come me, ed essendo molto brava, mi aiutava molto con la tecnica. Ci siamo avvicinate per questo, ma mi ha rivelato poco dopo i suoi sentimenti per me-
-Piaceva anche a te?- Non mi aspettavo una domanda del genere.
-No, l'amore non fa per me. Non credo di essermi mai innamorata di qualcuno, ne credo che mi sia mai piaciuto- Annuisce di nuovo.
-A te piace qualcuno?- Credo di aver fatto una domanda un po' troppo azzardata, ma ormai è fatta. Il suo sguardo passa da me a un punto fisso davanti a lei. Sembra pensarci.
-Io non posso innamorarmi-

𝐢𝐟 𝐢 𝐜𝐨𝐮𝐥𝐝 𝐟𝐥𝐲Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora