Capitolo 2

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La servitù si era rifugiata nel mastio e ne era fuggita non appena questo fu preso come bersaglio. Fra i domestici, una giovane donna si era assunta l'incarico di aiutare i più indifesi a trovare riparo. Ben presto, però, il panico prese il sopravvento sui poveretti, che si sparpagliarono nella loro ultima fuga, andando incontro alla morte.

Non potendo aiutare in altro modo la gente impazzita dal terrore, la ragazza corse verso le scuderie, dove i maniscalchi avevano lasciato liberi i cavalli. Solo uno di essi rifiutò di fuggire. Sapeva che il suo cavaliere sarebbe giunto. La ragazza condusse il poderoso stallone fuori dal fienile, e grazie agli abiti maschili che indossava salì agilmente in sella. Poco dopo, lanciò il cavallo al galoppo fuori dalle scuderie.

Correndo lungo le palizzate della fortezza, scorse un giovane cavaliere chiamarla a gran voce. "Cassandra!"

Il pericolo circondava il giovane e la donna sguainò la spada che portava al fianco, precipitandosi nella calca. Vibrando un fendente micidiale colpì l'armeno che stava per uccidere l'amico e ne trafisse un altro che gli stava sopraggiungendo alle spalle. Si guardò, poi, attorno.

"Dov'è il barone Jensen?" domandò urlando per farsi udire in quella baraonda.

"E' morto!"

Cassandra trattenne il fiato, "E re Waldemar?"

Il cavaliere allargò le braccia. "L'ho perso di vista dopo gli ultimi ordini ricevuti."

Lo sforzo che impiegò per imporre una calma alle sue irruenti emozioni le fece vibrare il corpo. "Monta in sella dietro di me!" gli ordinò perentoria.

"No!" rifiutò lui. "Tu devi metterti in salvo. Possiedi il migliore cavallo ... Puoi farcela!" concluse l'amico, correndo via.

La giovane scorse parecchi danesi morti sotto i colpi delle frecce nemiche e si sentì sopraffare dall'ira quando i suoi occhi si posarono su un gruppo di armeni che stava preparando l'avanzata di un'altra guarnigione, armando una delle tante catapulte che aveva consentito il loro ingresso trionfale.

"Desolata, padre!" mormorò a se stessa. "Credo che infrangerò il mio giuramento!" concluse, emettendo un rantolo di rabbia. Stringendo, dunque, la spada in pugno, caricò su di loro.

I quattro armeni addetti alle grosse munizioni si prepararono al lancio. Un soldato stava rialzando la leva di abbassamento per permettere alla corda di tendersi e far sì che i compagni posizionassero una bomba incendiaria sul braccio mobile, quando si fermò di colpo. Il suo sguardo ruotò lentamente alla sua sinistra. La vista di quel cavaliere che infuriava su di loro gli fece imperlare la fronte di sudore. Un bagliore accecante poi lo investì.

La mano che stringeva l'elsa ruotò il polso e avvolta da un potere misterioso, la spada si pose in verticale sul palmo aperto. Essa cominciò a ruotare su se stessa, sempre più veloce, avvolgendosi di fuoco vivo, mentre rapidamente si chinava in avanti per poi lanciarsi, come un dardo scoccato da un arco. La lingua di fuoco che emanò si scagliò pesantemente sul gruppo di soldati nemici, mandando in frantumi la catapulta, i cui pezzi ricaddero incandescenti sul terreno.

Con un balzo, la giovane oltrepassò quelle macerie umane, mentre la spada tornava prontamente a posarsi sul suo palmo teso.

Un sopravvissuto, tremante e incredulo, si sollevò da terra correndo in direzione di un suo superiore.

Giunta, intanto, ai piedi della cappella in fiamme, Cassandra scese da cavallo. Scorse subito delle ombre sul pavimento dietro l'edificio consacrato e con la spada stretta in pugno, si diresse lentamente in quella direzione. Uscita, poco dopo, allo scoperto sgranò gli occhi. L'urlo le morì in gola. Il dolore che le attanagliò lo stomaco la fece correre; infilzare la spada sul terreno e inginocchiarsi poi di colpo al fianco del corpo immobile del re.

"Padre!" sussurrò, prendendogli la testa fra le mani e adagiandosela sul grembo. Il sovrano aprì, lentamente, gli occhi in uno stato febbrile di incoscienza.

"Cassandra ..." la chiamò bisbigliando con fatica. "Il regno ... distrutto ..."

La giovane si impose determinazione. "Resistete! Vi porto via da qui!" Senza dargli il tempo di ribattere lo sollevò da terra. Una risata arcigna dietro un colonnato, però, risuonò alle sue spalle bloccandola di colpo. Si voltò di scatto, tenendo un braccio del re attorno al suo collo.

Il principe Levon torreggiava su di loro in sella al suo nero stallone, ridendo sdegnosamente.

"Tu devi essere la donna che questo re ha invocato dopo che l'ho trafitto con la mia asta" digrignò raucamente, sputando a terra e scrutando la figura della ragazza con sguardo lascivo.

Silenzio. L'animo della giovane turbinò nei sensi combattivi del guerriero che giaceva in lei, ma li sopì, desiderando solamente condurre il suo re fuori da quell'inferno. Rimase con lo sguardo fermo, algido, sugli occhi del suo nemico, chiamando a raccolta la calma lucida e controllata che tante volte le era stata impartita nei suoi addestramenti.

Un alito di vento le scostò il mantello, scoprendone il braccio. Dalla manica strappata della blusa affiorò una voglia ben disegnata. Levon si sentì esaltato nell'animo. - La neonata col marchio - pensò - è ancora viva! -

Cassandra lanciò un'occhiata alla sua spada affondata nel terreno, posta tra lei e l'armeno. Anche il suo avversario scorse quell'elsa scintillare. Si studiarono a lungo, sfidando la rapidità di chi dei due avrebbe estratto per primo la spada dal terreno.

Con agilità, Levon si mosse da sopra la sella, ma fu sopraffatto dalla destrezza di lei, che tendendo la mano fece sì che la spada si sollevasse da terra per posarsi sul suo palmo aperto.

L'armeno sollevò lentamente gli occhi sulla giovane. Lo sguardo immobile e per nulla scettico fu attraversato da un'ombra, mentre con un sorriso di trionfo gioiva per la fine della sua prima ricerca. Liberarsi della ragazzina sarebbe stato facile.

Pur sopportando il peso del padre, Cassandra rivolse la punta della lama verso levon, il quale scoppiò a ridere fragorosamente.

"Se tu mi uccidessi, non avresti scampo, ragazza!"

"Non credete a ciò che dite!" replicò lei con calma, cancellando la risata dalla faccia dell'armeno. "Guardatemi bene, Levon. Io sarò il destino che vi spedirà all'inferno!" lo minacciò cupa e con occhi gelidi che trafissero l'iride dell'uomo. Il viso di Levon si contrasse in una smorfia per quell'umiliazione lanciatogli da una donna, che sembrava non avere paura di nulla.

"Ti sei scavata la fossa da sola!" la avvertì, chiamando a raccolta alcuni uomini. "Prendete questa donna e uccidete quel re!" ordinò con voce tuonante.

La reazione di Cassandra fu più rapida dell'azione armena. Ripose la spada nel fodero, si portò due dita alle labbra ed emanò un lungo fischio, che echeggiò lungo le rovine della cappella.

Gli occhi della truppa, poco dopo, si spalancarono per lo stupore. Un grande cavallo bianco si lanciò su di loro, nitrendo nervosamente.

I soldati tentarono di circondare la giovane, ma lo stallone la riparò scalciando con gli zoccoli i nemici, i quali indietreggiarono con timore. Cassandra, a quel punto, ne approfittò per far montare in sella il suo re.

"Non te la caverai così facilmente, donna" le ringhiò l'armeno. Montata in sella, la giovane si voltò fulminandolo con odio. Subito dopo, lanciò il cavallo al galoppo seguita dagli arcieri, che bersagliarono la sua fuga con le loro frecce. Un dardo le si conficcò nella coscia sinistra, ma non ci badò continuando a correre verso la salvezza.

Levon, intanto, scese da cavallo e si accostò a uno dei suoi comandanti, gettando l'elmo in faccia a un inserviente. Un ufficiale, seguito da un soldato con la gamba ferita, si avvicinò al suo sovrano e gli sussurrò qualcosa all'orecchio. Il principe annuì e gettò un'occhiata al soldato ferito.

"Hai davvero visto ciò che il comandante mi ha riferito?"

"Ero lì, accanto alla catapulta." Il soldato non esitò. "Quell'affare ci è venuto addosso inaspettatamente!"

Levon sollevò lo sguardo, spingendolo verso lo stallone bianco in fuga. "Voglio quella donna. Viva!" ordinò all'ufficiale, continuando a fissare la figura che si allontanava.

"E del re che ne facciamo?" chiese il comandante.

Levon sorrise di sdegno. "Datelo in pasto ai lupi!" ...

CASSANDRA - La Leggenda del Custode - Vol.1  Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora