Neve cavalcava lungo le strette vie desolate dirigendosi verso la parte orientale della città, dove i crociati si preparavano all'attacco dell'avanzata mora con tutte le catapulte riunite. La tesa delle corde vibrò nell'aria, mentre le pesanti sbarre venivano issate all'unisono.
Con un balzo il cavallo bianco oltrepassò una fila di armaioli chinati a lustrare spade, rimanendo storditi dal soffio dell'animale che si dirigeva verso il deserto.
La cavalleria nemica stava per abbattersi su quel muro umano che si era creato vari fossati scavati sulla sabbia, dove i cavalieri britannici attendevano nascosti con le lance in pugno.
Cassandra sguainò la spada celeste dal fodero della sella e tenendola sospesa lasciò che il sole riverberasse sulla alma lucente. Un bagliore accecò i mori facendo impennare i loro cavalli. Questo permise gli inglesi di caricare con ferocia sugli avversari. Un drappello di sinistra era però riuscito a divincolarsi da quell'impatto e stava aggirando largamente una trincea nemica per soverchiare le lance cristiane.
Cassandra si accorse dell'imboscata e spronò il cavallo in quella direzione. Rinfoderò la spada e afferrò la sua stella rotante, le cui lame scattarono dai marchingegni.
I cavalieri inglesi nel fossato erano in tre, attorno a loro una manciata di commilitoni furono trafitti dagli arabi.
I tre cavalieri cercarono in tutti i modi di colpirli ma i mori schivarono i loro affondi. A un tratto, videro uno strano oggetto roteare nell'aria, sgozzando due mori in procinto di colpire. L'urto li sbalzò fuori di sella.Gli occhi dei cavalieri seguirono l'oggetto volante tornare indietro per riporsi nelle mani del guerriero in corsa, il quale subito dopo sguainò un'affilata e sottile spada da dietro la schiena. Con uno scatto si lanciò per colpire da destra e sinistra i nemici con fendenti micidiali.
Giunta davanti al fossato un ultimo moro si accostò per saltargli addosso. Prontamente, lei lo afferrò per l'armatura e con forza sbalorditiva lo scaraventò per terra sulla schiena, dall'altro lato della sua cavalcatura. Girò l'elsa della spada nel pugno guantato e gliela conficcò nel petto. Il cavallo bianco poi nitrì sbuffando.
I cavalieri inglesi si tolsero gli elmi attendendo che il loro salvatore facesse altrettanto. Ciò, però, non avvenne. Poterono solo intravedere i lineamenti del mento, delle labbra e degli occhi dello sconosciuto, tenute scoperte dall'elmo, che aderiva perfettamente al capo. Esso era parecchio somigliante a quello dei guerrieri opliti dell'antica Gracia, con paraguance strette e una corta criniera che lo facevano assomigliare a un eroe mitologico.
Gli occhi di Cassandra si perdettero in quelli color smeraldo di uno di loro. Le ricordavano il Lago dei Cipressi, dove da bambina andava a immergersi col fratello. Si destò al tono arrogante di una voce.
"Avevamo la situazione in pugno, cavaliere. Diteci, almeno, chi siete!" urlò qualcuno scaraventando con rabbia il proprio elmo sul terreno.
"Jean!" obiettò un compagno. "Non avevamo affatto la situazione in pugno e lo sai! Quest'uomo ci ha salvato la vita!"
Senza dire una parola, Cassandra rinfoderò la spada e voltò il cavallo per avviarlo. Quando se ne fu andata, qualcuno disse: "Invece di aggredirlo potevamo ringraziarlo!"
Jean si sentì afferrare per una spalla da una mano decisa. "Che ti prende? Non ti ho mai visto così sprezzante verso qualcuno."
L'uomo affondò lo sguardo negli occhi azzurri dell'amico. "Era un mercenario, Nicol. E i mercenari ti rubano le battaglie per il bottino!"
L'amico scosse il capo biondo. "Come fai a dire che era un mercenario?"
"Per com'era vestito ..." non finì di parlare che Nicol lo lasciò in malo modo.
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CASSANDRA - La Leggenda del Custode - Vol.1
FantasySopra i cieli della Crocifissione, l'esercito del male si scontra con l'Armata Celeste dell'Arcangelo Michele e, mentre i Custodi del Tempo piangono i peccati del mondo, la spada del Regale Guardiano sfugge alle mani angeliche, proiettandosi sul mon...