Capitolo 47

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Cassandra smontò da cavallo e si diresse verso Karim e Vincent, di cui Jorg stava liberando dalle corde. Dai loro volti pesti, la principessa capì che i due ne avevano passate delle brutte per tutta la notte. In un angolo scorse la bandiera bianca ridotta quasi in cenere ai piedi di un masso.

Wiskarm si avvicinò zoppicando e lei notò che il conte aveva ancora il pugnale conficcato nella coscia.

«Mi dispiace, altezza. Warmont mi ha riferito dell'imboscata che avete subito. Un loro reparto ha fatto in modo che lo inseguissimo, allontanandoci da voi e conducendoci in questa trappola ...» mentre parlava non si accorse che la principessa si era chinata per estrargli con un colpo secco il pugnale dalla coscia. Il generale urlò di protesta, toccandosi la gamba.

«Fasciatela bene. Non vi ha lacerato in modo grave» se ne uscì a dire lei con disinvoltura.

«Riprendiamo il cammino!» ordinò poi, montando in sella.

Ripresero ad avanzare in silenzio e guardinghi. Gli arcieri erano in allerta e i lancieri tenevano alti gli scudi dalle frecce che sarebbero potute giungere dalle montagne. Il tramonto poi si affacciò nitido e ristoratore.

«Dovremmo accamparci» formulò Adryan, facendo notare alcune caverne sotto una catena di montagne. Tra queste solo una sembrava profonda. Le altre erano solo degli antri stretti e spigolosi.

Smontato da cavallo, Alex sguainò la spada. «Vado a dare un'occhiata all'interno della grotta centrale.»

«Vengo con te» si offrì Valerio

«No.» Lo fermò Alex prima che l'amico scendesse da cavallo. Chiamò poi a raccolta alcuni soldati e si avviò col drappello.

Cassandra smontò da cavallo e ordinò di accendere dei fuochi.

«Temete gli animali feroci?» domandò Wiskarm, lasciandosi adagiare su un masso da due soldati.

«Sarebbe una passeggiata in confronto a un'altra imboscata» rispose lei di rimando.

Le sentinelle si appostarono. Tutti stettero in attesa ... e in silenzio. I fuochi sparsero la loro fioritura arancione, gettando ombra ai piedi della massa alta e cespugliosa di sterpaglia posta a una distanza di quindici metri dalle grotte. Quando, per caso, qualcuno sollevò il capo, si accorse di una coltre di nube scendere sull'avvallamento come a celare qualcosa di misterioso.

«Altezza, vedete anche voi?» Warmont si avvicinò a lei, la quale per risposta gli fece cenno di tacere.

I suoi occhi cercarono di inoltrarsi oltre il buio dell'alta sterpaglia, fin dove la fioritura dei fuochi giungeva a illuminare. Concentrò l'udito sul fruscio dei rami rinsecchiti, che un insolito vento faceva ondulare da tutte le direzioni.

«Non siamo soli» mormorò lei, suscitando agitazione nel generale. Voltò poi lentamente lo sguardo sulla nebulosa densa e misteriosa. Era simile a quella che aveva agevolato la fuga di Adhir.

Warmont ordinò agli arcieri di disporsi lungo il perimetro che divideva lo spiazzo sabbioso dalle grotte e le ombre erbose dinanzi a loro. I soldati si misero in posizione e caricarono gli archi puntandoli, attendendo l'ordine di tiro. Quando il rumore delle corde che si tendevano cessò, Cassandra si avviò a passi lenti verso la linea che tracciava il fianco degli alti cespugli. Da quella posizione notò che il percorso in lunghezza contava trenta passi in corsa.

Non badò agli arcieri. Guardò, invece, la nebbia che lenta, come un lenzuolo spiegato, scendeva su quel letto di anime. Sapeva con chi aveva a che fare. Ogni fibra del suo corpo percepiva quelle presenze oscure.

Si piegò su un ginocchio e con un gesto attento si portò la mano dietro la schiena. Come afferrò l'elsa della spada di Lee Dao, la estrasse con lenta precisione. Con un giro di polso pose l'affilata lama a baciarsi col suo avambraccio.

CASSANDRA - La Leggenda del Custode - Vol.1  Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora