Capitolo 25

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  La luna era piena e avvolti dal fresco della sera i soldati si ristoravano, mentre altri si inoltravano all'interno dell'oasi per i turni di guardia.

  Un soldato, seduto tra la marchesa e il capitano Vincent, stava narrando una triste storia, che presto attirò l'attenzione della maggior parte dei presenti.

  "... I nostri padri ci narrarono delle precedenti crociate e noi pensavamo che l'orrore di allora non potesse susseguirsi anche oggi. Quanto ci sbagliavamo. Gli stessi musulmani che vivevano a Gerusalemme venivano trucidati per la sola colpa di convivere con i cristiani, rifiutandosi così di usare le armi contro essi." Il soldato si raddrizzò sulla schiena. "Prima di partire, mio nonno, che ha partecipato alla precedente crociata, mi raccomandò di salire sul monte più alto della città a di ammirarla al tramonto da lassù, pregando Nostro Signore. Lo feci. Ho sentito il silenzio dentro di me. La bellezza del luogo Santo sembra fermato dal tempo per quanta pace si prova. Toglie il fiato."

  Cassandra sorrise con affetto al giovane soldato, promettendosi di seguire il suo esempio.

  "... Quando gli eserciti cristiani cinsero d'assedio la città, i musulmani incendiarono le loro torri di legno ma i cristiani riuscirono a entrare ugualmente. La gente si ammassava in fuga per le strade, mentre dalle torri parecchi corpi cadevano nel vuoto. Dopo tre settimane di lotta i mori si ritirarono nelle montagne, fino a oggi!" Il soldato terminò di parlare bevendo l'acqua fresca dalla sua coppa.

  Giocherellando con un bastoncino di legno, Cassandra guardò i suoi capitani.
"Qualcuno di voi sa parlarmi di questo Saladino che tutti temono e che parecchi osannano?"

  Simonsen si mosse sbirciando i suoi compagni. " È da incrementare come uno dei motivi per cui gli inglesi ci hanno umiliato ..."
Lei lo guardò incuriosita.

  "Abbiamo visto il suo esercito provenire dall'Egitto e dalla convivenza con i saraceni di Damasco siamo stati testimoni dei suoi operati e delle sue azioni di grazia. L'ultimo generale rimasto, Jenken, aveva pagato il nostro riscatto per lasciarci attraversare i territori, e lui acconsentì a farci recare in Terra Santa e adorare i luoghi di Dio, a patto di non usare le armi all'interno della città. Semmai ci fossimo arrivati!"

  Cassandra aggrottò la fronte. "Che fine ha fatto Jenken?"
Fu Kellermann a rispondere. "Colpito a una gamba da una lancia. Morì per la ferita infettata."

  Simonsen proseguì. "Jenken aveva conosciuto il Saladino. Contro ogni convinzione della chiesa, sapendo del comportamento di Lusignano, aveva capito che il sodalizio cristiano non era del tutto compatto e pensando alla fine che avremmo fatto, chiese udienza al sultano. Al suo congedo rimase estasiato dalla cultura religiosa del Saladino e prima di morire ci fece promettere di compiere la cosa giusta." Si fermò stringendo le mani nervosamente. "Ma gli inglesi e i franchi non ci permisero di fare la cosa giusta!"

  Vincent guardò la sua principessa. "Per il sultano conquistare Gerusalemme significa adempiere il suo dovere nei confronti di Dio."
"Quando conquistò la città, la prima volta, ordinò ai suoi emiri e ai soldati di non molestare in alcun modo i cristiani e gli ebrei. Non ordinò alcun massacro e non ce ne fu. Contro i fanatici che volevano distruggere il Santo Sepolcro, lui fece di tutto per proteggerlo. Per non parlare della sua generosità. Impose una tassa di dieci dinar per chi volesse lasciare la città, ma poiché molti erano i poveri non pretese nulla, lasciandoli partire ugualmente."

  Cassandra sospirò. La stessa versione l'aveva udita dai templari trucidati.

  "È un uomo che non predilige i bagni di sangue. Sogna una convivenza tollerante tra le religioni. Questo comportamento l'ha reso debole, poiché la maggior parte di quelli che partirono si unì alle truppe crociate di stanza a Tiro, mentre il Saladino lasciava la chiesa del Santo Sepolcro nelle mani dei cristiani."

CASSANDRA - La Leggenda del Custode - Vol.1  Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora