Dietro uno scorcio sui tetti delle case si intravedeva la chiesa con la mole possente del suo campanile.
Il gruppo, guardingo, svoltò un angolo con passo rapido fino ad arrivare all'enorme portone. Il rumore del battente di ferro echeggiò all'interno. Poco dopo, la grande porta si aprì e la stessa donna anziana che aveva parlato con gli armeni apparve loro con sguardo incuriosito.
"Andatevene! La messa sarà celebrata domani mattina!" disse scorbuticamente, sperando che il gruppo se ne andasse al più presto.
Adele mise una mano sulla porta nel tentativo di bloccare l'intenzione della donna nel richiuderla. "Vi preghiamo di lasciarci entrare. Le truppe armene ci stanno cercando e non sappiamo a chi chiedere protezione se non alla nostra Santa Madre Chiesa!"
"E' voi che cercavano?!" replicò la donna bruscamente. Squadrò, quindi, il gruppo dalla testa ai piedi e non le piacque per niente. Non era sua abitudine mandare via chi chiedeva rifugio ma con quello che era appena avvenuto, pensò, quella marmaglia spettinata e dai vestiti logori non poteva portare altro che guai.
Scorgendo l'indecisione dell'anziana donna, Adele mirò bene le sue parole. "Ascoltatemi buona donna" cominciò a dire gentilmente. "Io sono la governante del castello di Herning. Siamo fuggiti ..."
"Voi siete al servizio di Sua Altezza Reale?" Al nome del casato la donna si illuminò.
"Da quando era in fasce" sorrise Adele, speranzosa.
La donna fece entrare il gruppetto e richiuse rapidamente il portone. "Seguitemi. vi porto dal sacerdote."
Oltrepassarono alcuni locali accoglienti. In uno di questi, seduto alla scrivania, un uomo dai capelli grigi e dall'aspetto magro era concentrato a compilare l'inventario dei viveri rimasti, per poi gettare occhiate afflitte a un altro inventario che elencava le provviste mancanti. Non si era neppure accorto dell'intrusa che si accostò al tavolo torcendosi le mani.
"Padre, sono giunte a noi alcune persone dal castello di Herning" annunciò la donna con riverente cortesia. Il prete sollevò lentamente gli occhi e abbandonando ogni proposito di lavoro si allontanò dalle sue carte.
Adele rimase meravigliata nel trovarsi davanti il vescovo di Roskilde in persona. Una presenza fuori luogo in quel piccolo villaggio.
"Abbiamo portato con noi delle provviste. Tutte quelle che abbiamo potuto caricare" spezzò il ghiaccio la giovane Guenda, mostrando una dozzina di bisacce stracolme.
"Amelia provvederà alla vostra sistemazione" annuì il prelato compiaciuto.
La donna si fece il segno della croce alla vista di tante cibarie e con gli occhi illuminati esclamò: "Sì, sì! Ci penso io a voi!" li incitò, sospingendoli verso la cucina.
Adele non si mosse. L'ombra che vide passare negli occhi di padre Absalon la sconfortò. "Tutti noi pensavamo che voi foste a Roskilde, eccellenza."
L'alto prelato la redarguì, scuro in volto. "Che abito indosso, Adele?"
La donna sbatté le ciglia, confusa. "... di un semplice prete?!"
Egli portò le mani dietro la schiena, mantenendo lo sguardo serio sul suo viso scarno e pallido. "Quando vi rivolgete a me, dunque, non utilizzate nessun altro appellativo, sono stato chiaro?"
Adele annuì. "Lo so che sono soltanto una serva ma ci conosciamo da troppi anni. Se mi spiegaste la ragione del vostro comportamento, forse ..."
Padre Absalon sollevò una mano per zittirla. "Quando Levon ha attaccato Roskilde io mi recai da Jaromin di Rugen a incitarlo a organizzare i vassalli del re e i loro uomini. Gli armeni, però, hanno bloccato l'intero versante occidentale e in parecchi hanno ripiegato verso i confini germanici." Si lasciò cadere su una sedia con i braccioli e appoggiò un gomito sui uno di essi.
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CASSANDRA - La Leggenda del Custode - Vol.1
FantasíaSopra i cieli della Crocifissione, l'esercito del male si scontra con l'Armata Celeste dell'Arcangelo Michele e, mentre i Custodi del Tempo piangono i peccati del mondo, la spada del Regale Guardiano sfugge alle mani angeliche, proiettandosi sul mon...