Da una collinetta presso la piana di Esdraelon, una schiera di trenta uomini smontò dalle nere cavalcature. Si spogliarono delle armature, il cui rumore metallico avrebbe certamente fatto rizzare le orecchie delle sentinelle sui bastioni. Solo dieci di loro si incamminarono, mentre gli altri venti condussero i cavalli dietro enormi rocce, avvolte da secchi cespugli di rovere.
"I crociati stanno molto attenti agli stranieri che entrano" stava dicendo qualcuno al suo signore aiutandolo a spogliarsi dell'armatura e invitandolo a indossare abiti cristiani. "Con questi non susciteremo curiosità. I soldati del sultano sono accampati a poche miglia dalla striscia orientale e per l'alba i crociati li attendono al varco ovest del muro crollato" terminò guidando il suo signore giù per il sentiero.
Le sentinelle di guardia li scrutarono da capo a piedi tirando indietro loro i cappucci e chiedendo da dove venissero.
Per anni avevano studiato quelle lingue europee che il loro signore aveva preteso imparassero per mischiare i suoi seguaci nel resto del mondo e adesso il suo sguardo perentorio consigliò loro di non sbagliare. Il buon accento francese non li tradì, garantendo l'accesso dentro le mura.
I vicoli bui gremivano di soldati a riposo in attesa di udire suonare il corno per la radunata alla battaglia.
"Dovremmo essere vicini, mio principe. Se solo si vedesse qualcosa ..."
E qualcosa si vide. Dai tetti di una palazzina alcune torce erano appese. Sui davanzali illuminati dei balconi pendevano giù per i muri gli stendardi bianchi e rossi dell'Ordine del Tempio.
Entrati nell'edificio gli uomini di Levon si sparpagliarono in cerca di monaci guerrieri, ma trovarono solamente una ventina di iniziati e un giovane adepto. Un armeno afferrò quest'ultimo per il bavero e lo tirò giù in ginocchio ai piedi del suo signore. Era magro, con delle orecchie sporgenti e tonde che non riuscivano a equipararsi con l'ovale del viso.
"Dov'è il vostro maestro?" tuonò il soldato al malcapitato, la cui tunica bianca sembrò aderire al suo corpo tremante. Levon ebbe quasi l'impressione di poter scorgere il sangue scorrere freneticamente nelle vene del giovane.
"Qui ... qui non c'è nessuno. Io ... sono arrivato solo ieri ..." riuscì a balbettare. Quasi con un'audacia che non avrebbe mai sperato di possedere, congiunse le mani in preghiera e sollevò il volto sul capo di quel drappello che lo scrutava con folte sopracciglia arcuate, un volto dalla mascella quadrata e possente che si notava attraverso una barba nera e corta. I suoi occhi grandi e neri sembravano sondargli la mente.
"All'alba gli uomini del sultano attaccheranno i crociati a est e molti si sono appostati a Sion per l'attacco. Ma non so se il Gran Maestro è con loro. Non rivela mai a nessuno la sua posizione."
Levon ringhiò sottovoce. Il giovane era sincero.
"Andiamo a Sion, mio signore?" domandò il suo fedele.
Lui si corrugò. "No. Troppo trambusto. Assisteremo all'evolversi della vicenda e agiremo nel momento più consono."
"Che ne facciamo di loro?"
Levon neppure li guardò. "Uccideteli!" ordinò. "Tranne lui!" indicò il giovane adepto che fu rimesso in piedi.
"Inchiodatelo alla parete." Si accostò al volto del seguace e gli sussurrò sinistramente. "Ho un messaggio per una principessa guerriera e tu lo recapiterai per me!"
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In cima a una duna, Cassandra osservava la quiete del cielo la cui luna illuminava quell'oasi di palme. Si era allontanata per fare ciò che doveva prima di ogni battaglia: pregare.
Era partita per quelle terre alla ricerca di suo fratello e invece si era trovata immischiata in una guerra Santa. sollevò lo sguardo al cielo e le sembrò di scorgere le stelle muoversi. "Che cosa devo fare? Mi hai portato qui per uno scopo e ne ho trovati tanti ..."
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CASSANDRA - La Leggenda del Custode - Vol.1
FantasySopra i cieli della Crocifissione, l'esercito del male si scontra con l'Armata Celeste dell'Arcangelo Michele e, mentre i Custodi del Tempo piangono i peccati del mondo, la spada del Regale Guardiano sfugge alle mani angeliche, proiettandosi sul mon...