Capitolo 16

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Stava per giungere l'alba quando gli alleati si raggrupparono in piccoli reparti per perlustrare ogni strada e perquisire ogni casa della città alla ricerca del re armeno.

La cavalcata che da Roskilde lo condusse a inoltrarsi nella fitta foresta fu lunga ed estenuante. Levon si compiacque, ugualmente, di essere riuscito a raggirare il suo nemico, anche se per questo aveva dovuto sacrificare un intero esercito. Come lui stesso sosteneva: il sacrificio deve essere imposto per perseguire una giusta causa. Adesso, doveva solamente attendere che gli eventi si avverassero. Nessuno, intanto, lo avrebbe riconosciuto nelle vesti di un umile mercante, e il porto dove lo attendeva la galea che gli avrebbe permesso di oltrepassare il Baltico non distava che poche miglia.

La strada addentrava il passo sempre più nella foresta, fino a quando andò restringendosi in mezzo agli alberi per giungere ai margini delle alte scogliere. Da lì la vista delle navi ancorate nel porto, lasciarono respirare all'armeno la salsedine del trionfo.

Improvvisamente, un rumore di zoccoli giunse alle sue spalle. Infastidito, lo stallone sbuffò e i suoi muscoli lucenti si contrassero. Levon smontò da cavallo e preso l'animale per le briglie, andò a piazzarsi dietro un enorme cespuglio di rovi. Rimase in attesa, fino a quando due figure sbucarono dal fondo del sentiero. Erano due uomini. Uno indossava l'armatura e procedeva a cavallo, l'altro avanzava a piedi, incespicando, col viso stravolto e l'aria trasandata. Entrambi si guardavano continuamente attorno con le spade sguainate.

Riconoscendoli, Levon attese che si avvicinassero, poi abbandonò il suo nascondiglio e sbarrò il passo ai due uomini. Quello appiedato balzò all'indietro allargando gli occhi. La mano gli tremava nel sorreggere la spada. Il cavaliere a cavallo, invece, si pose subito sulla difensiva ma ripiegò l'arma che teneva stretta riconoscendo il suo signore.

"E' una fortuna che siate riuscito a scappare, mio signore. I nordici sono riusciti a impadronirsi della battaglia e i nostri soldati sono loro prigionieri." Adhir riferì gli ultimi rapporti al suo principe, smontando da cavallo.

Non sarebbe mai fuggito se il suo scopo fosse stato la conquista della Scandinavia. La considerazione contraddittoria che i suoi uomini avevano di lui era il prezzo da pagare per il raggiungimento assoluto di quel potere cui tanto ambiva.

"Che ne avete fatto del principe Eric? La marchesa aveva tutta l'aria di cercarlo anche tra le rovine!" sogghignò Jarif, massaggiandosi la schiena dolorante.

Levon prese il suo cavallo per le redini e ne accarezzò il muso poi il suo sguardo oltrepassò i rami degli alberi da dove si intravedeva la costa.

"Ho provveduto da tempo a trasferire il principe Eric in un luogo sicuro."

Adhir e Jarif si scambiarono un'occhiata fugace. "Era nei vostri piani' azzardò Adhir subito bloccato dall'occhiata perentoria del suo signore. "Perdonatemi!" chinò subito il capo con aria contrita.

"C'è una galea che sta per prendere il largo" cominciò a dire Levon indicando il porto in lontananza. "Ci imbarcheremo e oltrepasseremo il Baltico. Il viaggio sarà lungo ma dobbiamo affrettarci, la figlia di re Waldemar sarà presto sulle nostre tracce." Montò, quindi, in sella e Adhir fece montare Jarif dietro di lui per seguire il loro principe verso la costa.

La galea stava per levare l'ancora. Sistemati gli animali nella stiva, Adhir e Jarif raggiunsero Levon sul ponte. Le acque erano calme. Il riverbero del sole nascente illuminò i flutti del mare e i tre uomini assorti sembravano contemplare lo scenario.

"Che cosa accadrà adesso?" domandò Adhir, voltandosi a guardare il profilo del suo signore. "I paesi scandinavi si alleeranno nuovamente e dichiareranno guerra all'Armenia e noi non siamo preparati per un ulteriore conflitto!" giudicò, cercando una reazione su quel profilo serrato.

CASSANDRA - La Leggenda del Custode - Vol.1  Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora