CAPITOLO 5

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C’era qualcosa di strano nell’aria in quei giorni, una sorta di negatività che non sapevo spiegarmi ma la avvertivo così chiara e netta come si avverte un’essenza spirituale in una “casa fantasma”.

La sera prima della festa mi alzai dal letto spaventato, avevo avuto un incubo, e andai a cercarla perché avevo bisogno di sentirmi al sicuro, di sapere che qualsiasi cosa potesse mai succedere lei era lì per proteggermi; andai in camera sua ma il letto era ancora intatto, iniziai a chiamarla, piangevo ed urlavo sempre più forte il suo nome ma lei non rispondeva.

Poco dopo la trovai sul divano del salotto, immobile, la scuotevo e continuavo ad invocare il suo nome ma continuava a non rispondermi; in mano stringeva una bottiglia vuota, parte del contenuto si era riversato sul tappeto emanando un odore fortissimo e alquanto fastidioso ed accanto ai suoi piedi c’era una siringa ed un cucchiaio, ero piccolo ma l’immagine che si era prepotentemente insinuata davanti ai miei occhi era troppo chiara per non capire ed in un attimo la paura di restare solo mi ha assalito travolgendomi come un’onda anomala invade l’oceano senza avvisare.

Ma la mattina dopo era impeccabile nel suo vestitino viola e preparò tutto per questa maledetta festa che in realtà non è mai iniziata. Il suono del campanello che avrebbe dovuto dare inizio ad uno dei giorni più belli della mia vita … quel suono cambiò per sempre il corso delle cose.

DIARIO DI UN UOMO QUALUNQUE Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora