CAPITOLO 26

14 1 0
                                    

Ero pronto per mettere in atto il mio imbranatissimo approccio ma nulla andò come avevo previsto o immaginato, nel momento stesso in cui le mie labbra si aprirono per emettere un veloce ma sincero suono decisero improvvisamente di fare un passo indietro;

il suo  sguardo aveva un accenno di malinconia ed una lacrima iniziò con prepotenza a bagnare il suo bel volto così riuscii ad avvicinarmi solo per darle un fazzoletto e lei iniziò a raccontarmi che era triste per la morte del suo cane;

non sapeva chi fossi né tantomeno se fossi interessato ad ascoltare le sue parole ma il suo dispiacere aveva bisogno di trovare uno sfogo ed io fui ben contento di essere lì in quel momento:

<<Lo so che può sembrare stupido disperarsi per la morte di un animale ma …>>

<<Nulla di quello che provoca emozioni è stupido, non esistono parametri che possano stabilire quanto sia giusto soffrire per una mancanza dopotutto una perdita è comunque un momento devastante per chiunque a prescindere dall’entità della stessa; come avrebbe detto un grande uomo, che ho avuto l’onore di conoscere, citando Sigmund Freud “Non siamo mai così indifesi verso la sofferenza come nel momento in cui amiamo”; la vita e la morte sono unite da un filo invisibile, una non può fare a meno dell’altra perché senza la prima è impossibile che ci sia la seconda e quando quest’ultima sopraggiunge dopo che si ha amato tanto è giusto sentirsi liberi di affrontare il lutto come meglio si crede per poi poter tornare ad amare di nuovo… anche perché, come spesso banalmente si dice, dopo l’inverno viene sempre la primavera, è inevitabile e mai luogo comune fu più vero di questo>>

<<Quindi questo significa che la mia vita in questo momento è come un inverno freddo e buio?>>

<<Magari vuole dire che a volte basta poco, un semplice sorriso o anche un incontro fortuito ed ecco che in un istante la primavera è dietro l’angolo>>

Finalmente un sorriso si era fatto strada sul suo viso e per un attimo i nostri sguardi si incrociarono e in quello stesso momento mi resi conto che lei sarebbe stata la donna della mia vita.

<<Ora devo andare ma tanto credo che ci rivedremo presto, sei il ragazzo della libreria giusto? Mi ricordo di te>>

<<Ehm si, allora spero di rivederti così magari ti posso consigliare qualche bel libro da leggere …. Comunque io sono Cristopher ma tutti mi chiamano Cris>>

<<Io sono Emma>>

EMMA! Segno o scherzo del destino? La sorte ha voluto che mi innamorassi proprio di lei, di quel nome che tanto mi ha tolto e che ora mi restituiva linfa vitale e voglia di appartenere a qualcun altro che non fossi io perché quando non sei tu a scegliere la solitudine ma è lei ad entrare prepotentemente nella tua orbita quello è il momento esatto in cui ti senti veramente solo.

DIARIO DI UN UOMO QUALUNQUE Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora