CAPITOLO 30

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Ora ti senti sbigottito, stranito, ti sembra di non intuire la realtà delle cose o forse fai solo finta di non riuscirci e lo so che il tuo primo istinto è quello di gettare queste pagine il più lontano possibile da te ma ti prego di prenderti un secondo per respirare e cercare di capire:

mio figlio si chiama THOMAS o forse sono più chiaro se ti dicessi che Io sono tuo padre.

Finalmente posso smettere di chiamarti lettore, di definirti in maniera fredda e distaccata "osservatore" e posso chiamarti con il tuo nome:

una volta Jean mi raccontò che se avesse avuto un figlio avrebbe voluto chiamarlo come il protagonista di un romanzo e la scelta cadde su “Le avventure di Tom Sawyer” perché il protagonista sembrava possedere tutte quelle caratteristiche giuste che un ragazzino dovrebbe avere per crescere ed infatti se ora ti chiedessi di fare una ricerca su internet per scoprire le qualità di cui ti ho appena accennato vedresti che il giovane Sawyer è descritto come “un ragazzino vivace, astuto e simpatico, un giovane leale che crede fermamente nel valore dell’amicizia, un bambino che sa vivere a suo modo la propria infanzia e che sente il desiderio di crescere e fare esperienze autonomamente”;

questo è quanto lui voleva per suo figlio ed è per questo che ho chiesto ai tuoi genitori adottivi di non cambiare il tuo nome, perché speravo che potesse aiutarti a diventare lo splendido ragazzo che so che sei diventato.

Quindi ora non ti chiedo di capire o di perdonarmi ma ti chiedo solo di continuare a leggere perché c’è ancora qualcosa che devo dirti, che devi sapere su di me, tuo padre, dopodiché sarai libero di strappare queste pagine, di bruciarle o di metterle in un cassetto per avere un ricordo delle tue origini ma qualsiasi decisione prenderai sono certo che sarà quella giusta per te.

DIARIO DI UN UOMO QUALUNQUE Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora