CAPITOLO 27

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9 MARZO 2004

Sono successe tante cose mio caro Osservatore in questo ultimo periodo e per fortuna tutte cose da ricordare ma ciò che più mi preme condividere con te è la gioia, quella felicità assoluta ed irripetibile che solo un evento può suscitare: la nascita di un figlio.

Ebbene sì! Sono diventato papà, dopo solo pochi mesi di frequentazione ho scoperto che il mio adorato angelo aspettava un bambino;

il nostro è stato un vero e proprio colpo di fulmine, dopo appena due mesi Emma si trasferì a casa mia ed era felicissima di potermi aiutare in libreria ed essere continuamente circondata da decine e decine di libri di ogni genere letterario a cui potersi rivolgere quando voleva estraniarsi dalla realtà ed entrare in un mondo fantastico;

ed è stato proprio il nostro adorato “Angolo Lettura” a fare da cornice alla lieta novella, a quella notizia che in un attimo ti stravolge la vita, ti cambia la prospettiva con cui osservi il mondo, modifica il tuo punto di vista e a volte ti complica l’esistenza ma è l’unica notizia che non può mai farti del male perché non sei tu a cambiare ma semplicemente si tramuta tutto in un Noi e non c’è cosa più bella che sentirsi parta di un insieme, di un nucleo compatto e solido che è la FAMIGLIA.

Era un pomeriggio come tanti altri, per l’esattezza un mercoledì e come accadeva ogni settimana mi recavo nella galleria d’arte di un noto pittore veneziano che ogni volta mi metteva a disposizione dei dipinti da esporre nella mia libreria;

l’idea era quella di creare delle rappresentazioni artistiche dalle tinte forti che rappresentassero su tela in chiave contemporanea i titoli delle più grandi opere letterarie di tutti i tempi e il dipinto che stavo andando a ritirare era una raffigurazione de “Il meraviglioso mago di Oz” di L. Frank Baum:

su un sentiero dorato veniva dipinta una ragazzina in jeans ed anfibi rossi accompagnata da un leone dalla criniera nera con venature arancioni e gialle, un uomo di latta con un cuore pulsante tra le mani ed uno spaventapasseri in giubbotto di pelle e occhiali da sole; 

tornando mi resi conto che  stranamente sulla porta d’ingresso c’era ancora l’insegna con la scritta “Chiuso”; apro la porta e tutto è avvolto da un insolito buio, considerata anche l’ora non proprio tarda, mi incammino con cautela – non so perché ma il mio primo pensiero non fu quello di uscire né tantomeno di cercare l’interruttore situato accanto alla finestra ma tanto conoscevo quel posto come le mie tasche e pensai di dirigermi direttamente verso le scale che portano al piano superiore;

andando avanti inizio ad intravedere una luce labilissima, mi giro per introdurmi nel corridoio che mi avrebbe permesso di salire al primo piano e vedo un sentiero illuminato da tante candele rosa e azzurre e nel centro c’era una frase di uno scrittore che ho sempre trovato molto affascinante e carismatico e per un attimo mi è sembrato di tornare indietro nel tempo, in un tempo dove un padre non di sangue ma di fatto si divertiva a dialogare con me a suon di frasi celebri di autori famosi:

lo scrittore in questione è Paulo Coelho e la frase scritta su quel pavimento come se fosse la nota introduttiva di un romanzo recita “Gli incontri più importanti sono già combinati dalle anime prima ancora che i corpi si vedano”.

Non mi era ancora chiaro dove si volesse arrivare ma era evidente che qualcosa di stupendo stava per accadere così raggiunsi le scale e arrivato al piano superiore poggiato sull’ultimo gradino c’era un biglietto con su scritto “Era un canto senza parole, la grande e semplice melodia della pura felicità. E chi la udiva si sentiva aprire il cuore dalla gioia – trova il libro e lui ti illuminerà la via”;

ci ho messo un po’ per capire di che libro si trattasse, ho cercato di ricordare tutti i suoi racconti preferiti, quelli che parlano di mondi fantastici, di fate, angeli, di lotte tra il bene ed il male ma proprio non riuscivo a ricordare a quale racconto potessero essere associate quelle parole ma poi improvvisamente mi e venuto in mente che erano diversi giorni che continuava a ripetermi di quanto fosse legata ad un libro che pur non essendo tra i suoi preferiti lo custodiva nel cuore perché era il primo romanzo che la nonna le avevo letto quando era una bambina così mi sono diretto verso il reparto fantasy sezione L – M – N e ho aperto “La storia infinita” di Michael Ende e tra le pagine di questo racconto senza tempo c’era un secondo biglietto; ormai la trama si infittiva e dovevo assolutamente arrivare alle pagine finale di questo piacevole mistero.

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