La gravidanza non fu affatto facile, purtroppo più di una volta il feto è stato a rischio ma poi finalmente la lieta novella è diventata una realtà:
è nato mio figlio e non uso il maschile così in modo generico perché a nascere è stato un bel maschietto, un esserino buffo e spaesato come sono tutti i neonati, con due occhioni grandi e bellissimi proprio come quelli della madre.
A volte però anche le cose più belle hanno un risvolto della medaglia amaro:
in gergo medico viene definita “depressione post-partum”, un disturbo dell’umore che a volte colpisce le neo mamme nel periodo immediatamente successivo al parto; i sintomi purtroppo erano ben evidenti: crisi di pianto, insonnia, assenza di interesse nelle attività quotidiane e nell’approccio col neonato e per quante terapie si possano mai mettere in atto nessuna di queste potrà mai risultare efficace se non è associata ad una ferrea forza di volontà e alla voglia di mettersi in gioco come madre che di certo non è un ruolo facile ma è quello più naturale del mondo.
A volte capita che anche l’evento più straordinario al mondo quale la nascita di un bambino possa rappresentare per una donna una situazione difficile da gestire e quindi si prendono delle decisioni che dal momento stesso in cui vengono pensate condizioneranno per sempre la propria vita e quella di chi ci gira intorno;
e così una mattina mi sono svegliato e sul comodino accanto all’anello di fidanzamento c’era un biglietto che avrebbe segnato la fine di una bellissima storia d’amore e con essa della nostra famiglia:
“Non ti chiedo di capirmi e né tantomeno di aspettarmi ma proprio non ce la faccio, qualcosa in me si è spezzato e non sono in grado di restituirvi tutto l’amore che voi date a me ogni giorno. So che me ne pentirò anzi forse già me ne sono pentita ma non riesco a fare altrimenti; anche se non serve a nulla in questo momento ma ricordatevi che vi amo” …
poche taglienti parole ed io ho smesso di avere una compagna,la mia metà della mela cosi come mio figlio ha smesso di avere una madre.
Lo so mio caro amico Osservatore che in questo momento ti starai domandano come e possibile abbandonare il proprio figlio e sparire in questo modo e di sicuro ti starai anche chiedendo cosa è successo dopo e qual'è il nome di mio figlio dato che sei un lettore attento ed avrai notato che ancora non ti ho rivelato questa informazione;
ebbene cosa è successo dopo se avrai la pazienza di aspettare lo scoprirai tra pochissimo e per quanto riguarda l’altra informazione più che dirtelo posso mostrartelo:
come vedi questo diario è rivestito con della stoffa in velluto color magenta – era il colore preferito del mio dolce ma ormai lontano angelo terreno – ed in alto a destra vi è incisa un’iniziale, forse non si nota subito ma è la lettera T ed è l’iniziale del nome di mio figlio;
sicuramente questo è un indizio troppo effimero per poter capire per cui ti do una seconda occasione per comprendere:
se togli il rivestimento del diario sul fronte attaccata col nastro adesivo troverai capovolta una diapositiva ….girala e vedrai un bambino tra le mie braccia, l’unico vero amore della mia vita.
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DIARIO DI UN UOMO QUALUNQUE
ChickLitGioie, dolori, speranze, paure....praticamente la vita; un passato che viene a galla affidato a poche pagine bianche per ricordare ciò che è stato perché i ricordi sono la prova che si è vissuto e l inchiostro fa da sfondo a questo strano ma favolo...