CAPITOLO 31

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1 GENNAIO 2005

Ti giuro che ci ho provato ad essere un buon padre,

ti ho desiderato dal primo momento che tua madre mi disse della tua esistenza e forse anche prima, credo di aver sperato di diventare genitore nel momento stesso in cui mi sono accorto di amare quella donna con tutto me stesso perché un figlio è una benedizione e non esiste luogo comune più autentico di questo ma non sono stato in grado di fare quella che dovrebbe essere la cosa più facile del mondo: amare il proprio figlio.

E' stano! ma per la prima volta credo di aver provato compassione e non rabbia e disprezzo per i miei genitori perché per la prima volta ho preso consapevolezza di quanto a volte l'amore non basti per prendere le decisioni giuste; può capitare che la paura sia più forte, il terrore di fare la cosa sbagliata, di essere incapace di insegnare i giusti valori, quelli che trasformeranno un giovane ed inesperto ragazzino in un uomo vissuto e dai sani principi.

Per mesi ho provato ad incastrare alla perfezione tutti i tasselli del puzzle ma era troppo complicato: i soldi non bastavano mai, non avevo mai tempo da dedicarti e nessuno che mi potesse aiutare ma ti giuro che ci ho provato, non avrei mai potuto rinunciare a te senza fare l'impossibile.

Più passavano i giorni e più aumentava la mia insoddisfazione e il disprezzo per me stesso, per quell'uomo incapace di badare a qualcun altro che non fosse se stesso e così una "vecchia amica" decise di farmi visita:

i primi tempi bussava alla mia porta solo di rado quando avevo bisogno di lei ma ogni giorno che passava la sua presenza era sempre più assidua fino a diventare necessaria; e così è successo: dopo aver festeggiato per tutta la notte la fine dell'anno con la mia cara amica tra le mani mi recai in un market notturno per reclutare nuove amiche da invitare alla mia festa e in quel momento ho avuto l'illuminazione, in un raro momento di lucidità mi sono ricordato di averti lasciato da solo a casa ...

mio figlio, il sangue del mio sangue era tutto solo in quella casa ormai fredda e buia forse spaventato o forse tranquillo ma comunque tutto solo ed in quell'attimo di pseudo sobrietà ho capito che dovevo fare qualcosa;

non ero in grado di occuparmi di te, ormai non ero più in grado neanche di occuparmi di me stesso e se volevo renderti un bambino felice ed un futuro uomo realizzato dovevo pensare solo a quale potesse essere la cosa più giusta da fare e purtroppo la scelta da fare era rinunciare a te.

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